Posts Tagged ‘Juventus

14
Gen
14

Juventus, storia di un capo ultras!

320Il presidente è stato ferito, come un leone preso di sorpresa, giovane e ancora nel pieno delle forze, con un cuore che batte per un ideale abbracciato da bambino. Umberto Toia, 48 anni, storica bandiera del tifo bianconero, è stato vittima di una spedizione punitiva, o chiamiamolo agguato, perché la sostanza non cambia, ed è accaduto poco prima di Natale, ma è bene capire cosa si agita nel tifo nazionale e se ci sono dei veleni che aleggiano attorno a questa storia e riflettere ora a bocce ferme.

L’agguato si è consumato nel cortile del bar Black&White di Grugliasco che Toia gestisce da anni, dove è stato avvicinato da un gruppo di uomini a volto coperto e armati di spranghe. L’atto è stato vile e degno di chi non affronta l’avversario alla pari. Lo hanno colpito alla testa con violenza, spezzandogli le gambe, poi massacrato di botte e così a terra, al freddo, in fin di vita avrebbe potuto non uscirne vivo.

Toia capo storico e di temperamento degli ultras Fighters, ha dato molto alla pixiz_4f804dd247db0Juventus, cuore, sentimenti e passione. Difficile addentrarsi nel labirinto di questo mondo, eppure Umberto ha profuso nel mondo delle curve, risorse umane, sentimento e anche risorse economiche, riuscendo anche ad avere un’attività economica di ritorno. Si è parlato molto di merchandising, d’interessi economici legati allo sfruttamento di alcuni marchi e anche della posizione che le tifoserie hanno all’interno dello stadio.

Quella sera Toia indossava la maglietta del suo gruppo, Tradizione. È il cuore di una galassia d’altre sigle (Fighters, Antichi valori), che allo stadio occupano la parte bassa della curva, vicino al campo, e che in passato si sono contrapposte a chi oggi sta in alto, al secondo anello, i Drughi. Quei posti in curva, nell’estate 2011, durante il ritiro della Juve a Bardonecchia, se li contesero in una rissa a coltellate: brutta faccenda. La posizione vuol dire potere, che significa grande seguito, e quindi guadagno per i professionisti del tifo. Stare in basso è cosa ben diversa che stare in “piccionaia”, ma abbiamo ragione di credere che ci sia ben altro dietro all’aggressione di Toia.

136056hp2Molte chiacchiere sono state scribacchiate riguardo questa vicenda, parlando di criminalità di basso livello, di balordi, ma resta il vile agguato di chi si nasconde nell’ombra e vile resta!

E’ chiaro che qualcuno cercava vendetta per qualcosa di grosso, tuttavia mai si può giustificare un atto simile, nemmeno se Toia fosse un pericoloso criminale, cosa che naturalmente non è. Anche gli inglesi del Heysel, i terribili hooligans affrontavano e affrontano il nemico a viso aperto, quelli che Umberto incontrò quel pomeriggio in Belgio, già, c’era anche lui. Tutto questo non deve avere spazio nello sport, negli stadi, eppure l’esperienza insegna che altre pagine dovranno essere scritte in questa vicenda. Auguriamo al Presidente una pronta guarigione e di tornare presto a ruggire in curva, sollevando magari un’altra coppa.

Simona Aiuti

01
Giu
13

Calciopoli e grane giudiziarie di Moratti

320Momento a dir poco critico per l’Inter, che oltre ad aver disputato un campionato quanto meno controverso, ora vede anche partire ben due inchieste nei confronti della società e del presidente Massimo Moratti. Il tribunale di Firenze, infatti, ha rinviato a giudizio il club nerazzurro per spionaggio illecito nei confronti dell’ex designatore Paolo Bergamo, e dell’ex arbitro Racalbuto e anche dell’ex dirigente del Messina, Fabiani. Il processo avrà inizio probabilmente a dicembre.

Come se non bastasse, i fratelli Massimo e Gian Marco Moratti sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Cagliari nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di un operaio della Saras, deceduto in un incidente sul lavoro avvenuto ad aprile del 2011 a Sarroch (Cagliari). Un dipendente della società siciliana Starservice, Pierpaolo Pulvirenti, è morto intossicato mentre altri due colleghi erano rimasti feriti. La notizia dell’iscrizione dei fratelli Moratti nel registro degli indagati è stata confermata dal procuratore della Repubblica di Cagliari, Mauro Mura: l’accusa è di concorso esterno in omicidio colposo.

Anche le questioni di calcio giocato non fanno brillare l’immediato futuro dellaintercettazione dirigenza. Quando a suo tempo Moggi parlava di spionaggio industriale, qualcuno faceva spallucce, e alcuni spostavano l’attenzione su altri argomenti, riuscendo anche ad ottenere dei risultati. Si blaterava di sim svizzere, ma ora sappiamo da una sentenza emessa da un tribunale della Repubblica italiana che la Telecom spiava Vieri e questo non è affatto un comportamento eticamente sportivo.

E a questo proposito, sull’allora presidente dell’Inter, Giacinto Facchetti, Palazzi scrisse: “aveva una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo, con entrambi i designatori arbitrali, Paolo Bergamo e Pierluigi Pairetto, fra i cui scopi emerga tra l’altro il fine di condizionare il settore arbitrale. (…)”.

Anche la condotta dell’attuale Presidente dell’Internazionale appare presentare profili di rilievo disciplinare, anche se di gravità inferiore.

pixiz_4ff56b42569d1fInfine, non può non rilevarsi che lo stesso Moratti fosse comunque informato della circostanza che il Facchetti avesse contatti con i designatori, come emerge dalle telefonate commentate, nel corso delle quali è lo stesso Bergamo che rappresenta tale circostanza al suo interlocutore.

La giustizia ordinaria non è un affare pericoloso in Italia e la giustizia sportiva sembra esserne la pantomima, eppure noi che ogni giorno ci risvegliamo amando il calcio, vorremmo che fosse al di sopra di tutto, pulito, immacolato e attendiamo che arrivi un evento miracoloso che lo depuri per sempre. Tutto questo probabilmente non accadrà mai, e noi come gli ultimi dei moicani, teniamo la testa alta e continuiamo a crederci.

Simona Aiuti

29
Mar
13

CALCIOPOLI CLAMOROSO VIDEO CHE FA CADERE LE ACCUSE ALLA jUVENTUS

facchettiCalciopoli è scomoda solo per chi è colpevole, e per chi pur avendo commesso dei reati relativi alla giustizia sportiva, non solo non ha subito sanzioni, ma neanche una parvenza di processo. Diversa è la questione relativa alla giustizia ordinaria, poiché su quel versante qualche condanna è arrivata eccome, tuttavia si fanno ancora “orecchie da marcante”, perché insabbiare tutto conviene a molti e nessuno di questi è juventino

Abbiamo letto e studiato le carte relative al processo di Napoli e degli “inquisiti bianco/neri” che ne escono puliti, diversamente dai rappresentanti di altre squadre. Anche grazie al nostro lavoro, nella Capitale sta per partire,320 l’inchiesta sull’inchiesta annacquata da inesattezze, incongruenze, e irregolarità.

Se molti arbitri hanno contribuito a creare Calciopoli e a ingarbugliarlo, è stata invece la giacchetta nera Dondarini, che  – dopo aver visto come tutti noi il “pastrocchio” compiutosi – ha contribuito con un esposto, a voler scardinare le ingiustizie da molti subite. Chi doveva indagare non ha indagato o l’ha fatto male, tralasciando ad esempio 171.000 intercettazioni.

seppia1Da anni il nodo cruciale è proprio la sparizione di molte prove, riapparse quando era ormai troppo tardi, e oggi ormai ogni registrazione audio è di dominio pubblico e reperibile online, compreso il video incriminato di cui ultimamente si parla molto. All’inizio dell’istruttoria del processo di Napoli, il materiale audio fu diciamo “tralasciato” da alcuni Pubblici Ministeri, ma non è mai del tutto sparito ed è online! C’è da alzare il sopracciglio se si pensa al famigerato filmato, un video che avrebbe dovuto dimostrare che il sorteggio arbitrale era truccato e che invece era stato sostituito da una sequenza di fotogrammi che hanno travisato la realtà, un “falso” rattoppato degno di una repubblica delle banane, come tutto il resto della vicenda, piena di tali e tante nefandezze che non sembrano partorite da tribunali d’Italia, dove il diritto è nato.

intercettazioneDunque, non bastavano le telefonate occultate per 4 anni, o le telefonate spuntate in rosso per far capire quelle che bisognava trascurare, c’è pure il mistero del video scomparso, poiché quel video nel faldone processuale che ha fatto scaturire la sentenza della giudice Casoria non c’è affatto, e neanche a dirlo, non c’è neanche nell’incartamento girato alla Corte d’Appello dall’ufficio del gup De Gregorio che a suo tempo condannò Giraudo nel rito abbreviato nel 2009 e che risulta sparito, o forse sottratto, poiché fino al 29 di luglio c’era e poi se ne sono perse le tracce.

Quel famigerato video è un grossolano falso con fotogrammi sballati e anche erronea attribuzione d’identità dei protagonisti della sequenza, insomma, un pasticcio all’italiana, che però potrebbe strozzare e soffocare chi l’ha cucinato e raffazzonato in modo maligno e premeditato.

26
Gen
13

Juventus Stadium non è razzista!

320Da tempo stanno rimbalzando sui blog, twitter e vari social, le lamentele, gli attacchi e le illazioni riguardo al razzismo presunto dei tifosi juventini.

Il razzismo però non è una bazzecola, ma qualcosa di molto serio e complesso che non appartiene a una delle tifoserie più importanti a livello mondiale.

Se i tifosi del Sud e napoletani nel caso specifico hanno udito dei cori irriverenti nei loro confronti, è altrettanto vero che li hanno restituiti al mittente e hanno risposto con la stessa moneta. Noi tifosi però siamo anche smaliziati, e non c’è sfuggito che fare tutto questo rumore a destra e a manca su presuntiRosetta-Combi-Caligaris cori razzisti di matrice juventina, non ha altro che il fine se non quello di far squalificare lo Juventus Stadium.

Non bisogna dimenticare che la Juventus è la squadra degli emigranti, dei siciliani, pugliesi, calabresi, di coloro i quali negli anni cinquanta e sessanta volevano andare a Torino per vedere la Juventus, la signora del calcio.

Gli juventini sono lombardi, romani, campani, vengono da ogni regione, per non parlare di quelli giapponesi, canadesi, africani, insomma la Juve ha tanti colori, tante religioni, e chissà quante idee politiche, quindi di cosa stiamo parlando?

ALE-JUVEEEE_normalRicordiamo Baggio buddista, LeGrottaglie cristiano di regola strettissima, calciatori di colore che hanno amato e che sono stati riamati da noi, come ora Paul Pogba e quando lui esce in campo, si canta l’inno in cui il facchettibianco abbraccia il nero.

Dobbiamo anche notare che in passato alcune squadre sono state graziate riguardo cori irriverenti, invece la Juve è nel mirino, si preme, si calca la mano e si cerca di portare la Federcalcio a prendere di mira proprio lo Juventus Stadium e la cosa non ci piace affatto.

Non pensiamo di poter essere male giudicati se diciamo che con tutto quello che è accaduto in questi anni, la FIGC è in debito con la Juve e deve risarcire, non solo in senso pecuniario.

Noi siamo per il rispetto di tutti, siamo tanti, tantissimi, e tra noi ci sono innumerevoli645_b bambini, per il tifo vero e non abbiamo ancora usato mezzi e mezzucci per tentare di far squalificare un campo rivale, ma non nemico.

Ci dispiace notare che nessuno però si è preso la briga di spendere due parole sui ripetuti insulti, e sulle ingiustizie palesi e lampanti contro la Juventus e i suoi tifosi e questo ci addolora, poiché amiamo il calcio e lo difenderemo sempre.

Simona Aiuti

19
Nov
12

Calciopoli e sim svizzere e la verità che emerge

Lentamente ma in modo inesorabile, ogni elemento fasullo della grottesca impalcatura di Calciopoli sta scrollando, svelando la realtà nuda e cruda.

Una delle prove principali, usate come grimaldello per incastrare Luciano Moggi, erano le famigerate schede svizzere, quelle sim che, secondo l’accusa, l’ex dg della Juventus usava per tirare le fila dell’altrettanto fantomatica “cupola”, chiacchierando con arbitri e designatori, scampando dalle intercettazioni. In questi giorni però, Paolo Gallinelli, già avvocato dell’ex arbitro De Santis, apre uno squarcio e butta un’ombra su questi tabulati.

Gallinelli ha messo sul banco degli imputati una domanda concreta come un mattone, chiedendo e chiedendosi come avrebbero mai fatto i Carabinieri ad avere nei tabulati i tentativi di chiamata fatti con queste schede svizzere, quando l’altro telefono era spento o non raggiungibile. La domanda non è banale, ma fondamentale, poiché soltanto dal 2009 le compagnie telefoniche italiane raccolgono quel tipo di dato. Prima di questa data, i tabulati in possesso della magistratura contenevano solo le chiamate con risposta.

Dunque, se solo dal 2009 le compagnie telefoniche raccolgono quel tipo di informazione, com’è possibile che nei tabulati in mano agli inquirenti di Calciopoli, per intenderci le informative che fornì il colonnello dei carabinieri Auricchio, i tentativi di chiamata senza risposta risultano?

Quei tabulati, secondo quanto ricostruito dai Carabinieri, sono stati ottenuti dalle compagnie telefoniche italiane, alle quali le schede svizzere si agganciavano in roaming. Secondo la ricostruzione, si chiese alle aziende (Tim, Wind, Vodafone, eccetera) di conoscere il traffico telefonico di quelle schede, e sapere quando agganciavano le cellule italiane. Le compagnie consegnarono questi tabulati, sui quali i Carabinieri effettuarono manualmente, quindi senza computer lo schema degli incroci per stabilire da dove chiamavano e chi. In questo modo si deduceva che se una scheda aveva molti contatti da Arezzo veniva associata all’arbitro Bertini, e così via per gli altri. Un metodo un po’ azzardato e non proprio scientifico, che però ha avuto inspiegabilmente successo nel processo di primo grado.

Quei dati quindi non potevano essere forniti, invece c’erano, e allora come e da chi arrivarono quelle informazioni? Come spesso abbiamo detto in questa lunga storia, “a pensar male si fa peccato però ci s’indovina”.

Un campanello d’allarme suona quando poi si pensa al pc di Giuliano Tavaroli presente nella caserma di via in Selci quando iniziò l’inchiesta Calciopoli. Questo portatile dell’uomo “Telecom” che aveva organizzato le indagini su Moggi e De Santis, venne spedito a Roma dalla Procura di Milano con un decreto d’ispezione: cosa conteneva? Era forse un vaso di Pandora? Dopotutto Tavaroli poteva accedere al sistema Radar per intercettare “illegalmente” il traffico telefonico e allora sì che poteva registrare i tentativi di chiamate! Ci piacerebbe davvero che in secondo grado questo pc in qualche modo parlasse!

05
Ott
12

Clamoroso Zeman VS Juventus, il doping è altrove!!!!!!!

L’Ex Cecoslovacchia sua patria, forse non ne è ancora fuori! “A pensar male si fa peccato, però ci s’indovina”. I tifosi italiani più attenti si saranno chiesti spesso come mai Zdeneck Zeman abbia sempre creduto di sapere cosa accadeva a Torino riguardo il doping, non avendoci però né vissuto né lavorato e invece da filantropo quale si mostra non abbia mai denunciato il doping, quello vero largamente diffuso nell’Europa dell’est da cui arriva e in modo più specifico in Cecoslovacchia dove è nato e cresciuto, la sua patria.

Zeman avrebbe detto che i tribunali si sono occupati di doping legato alla Juventus per dieci anni, ma ha scordato di dire che nulla fu mai trovato, nella sua madre patria invece sì eccome dagli anni 60 fino ad oggi!

L’uso degli steroidi e anabolizzantiraggiunge il blocco comunista proprio negli anni sessanta, prima nell’Unione Sovietica, poi nella Germania Est (con la famosa scuola di Dresda), Romania, Bulgaria e anche Cecoslovacchia appunto.

Ricordiamo il mezzofondista Josef Odlozil, argento nei 1500 m a Tokyo, che denunciò proprio negli anni Sessanta che i cecoslovacchi erano trattati con steroidi anabolizzanti e di averne egli stesso assunto dosi massicce.

In tempi recenti Pascua e Fuentes in Spagna hanno stabilito contatti sempre con paesi dell’est come Bulgaria e anche Cecoslovacchia sempre in prima linea, luoghi, secondo le testimonianze, dove il “trattamento” degli atleti ha una lunghissima sperimentazione alle spalle e tante medaglie sono ancora valide.

Sembra duro a morire il doping nell’ex Cecoslovacchia, infatti, Milan Haborák Prešov, ex atleta slovacco specializzato nel lancio del peso ha ricevuto ben due squalifiche per doping, la prima di due anni nel 2004, poco prima delle olimpiadi di Atene, e la seconda a vita il 22 luglio 2010 dopo essere stato trovato positivo allo stanozolol ad un test antidoping.

Secondo l’idea dei paesi dell’est, l’uso degli anabolizzanti nello sport doveva promuovere la politica comunista. Le medaglie aumentavano il prestigio non solo nella Ddr, ma anche in tutti gli altri paesi nell’orbita di Mosca. 311 atlete hanno ottenuto pesanti rimborsi dallo stato tedesco per i danni subiti per quelle sostanze. Adesso ci sono le prove che anche nella vecchia Cecoslovacchia la musica non era diversa. A denunciare l’ uso e la somministrazione sistematica di sostanze dopanti per migliorare la prestazione sportiva attraverso gli anabolizzanti anche negli anni ’80, è stata la pubblicazione di vecchi ma preziosi documenti, scoperti dal giornale ceco Mlada Fronta Dnes.

Nandrolone, norandosterone, stanozololo, queste e altre sono le sostanze proibite e somministrate in dosaggi massicci ad atleti con una salute infine del tutto compromessa. Il doping di stato riguarda le discipline più importanti come l’atletica il sollevamento pesi, l’hockey, fino alle categorie juniores.

Il sistema cecoslovacco prevedeva somministrazione e controlli accurati sugli atleti, imbottendoli di Dinabol un potentissimo anabolizzante.

Su molte medaglie cecoslovacche e su molti record (ancora imbattuto quello sugli 800 della Kratochvilova: 1: 53.28 nel luglio del 1983, inavvicinabile a tutt’oggi) ora grava pesante l’ombra del sospetto. Gli atleti erano tenuti all’oscuro dei “trattamenti”. Chi rifiutava il “programma” era semplicemente messo fuori dallo sport.

Molti atleti non sapevano cosa prendevano, ma poi molti i casi citati nei documenti cechi di gravi danni al fegato, e solo dopo si è capito perché.

Nei documenti, il nome di Bugar, vincitore del disco ai mondiali dell’83 a Helsinki e dell’argento alle Olimpiadi di Mosca ‘80, oggi 51enne, è citato fra i dopati e non sapeva, poiché tutto era segreto, spiega oggi amaramente Milan Jiranek, attuale presidente del comitato olimpico ceco.

Dunque è lecito chiedersi perché chi ha accesso ai mass media non denunci queste malefatte, perché Zeman non ha mai chiesto alla sua patria di restituire le medaglie illecite vinte e se davvero non ha mai saputo niente di tutto questo, oppure avendolo scoperto dopo, perché non si sia adoperato per combattere la piaga nel suo paese, e perché invece ha creduto di sapere tutto su “Torino”!

A pensar male si fa peccato però ci s’indovina”.

27
Ago
12

Calcio Scommesse, la FIGC parla e gli juventini rispondono!!

“Basta con questi attacchi ai giudici e alla giustizia sportiva, In queste settimane assisto a esibizioni muscolari che mostrano il lato peggiore di uno sport c

he non merita mortificazioni. Sembra che l’unico colpevole di questo calcioscommesse sia Palazzi (…)”. Così continua l’esternazione di fine agosto di Petrucci: “Così non si può andare avanti. Il calcio non può pensare di vivere senza regole o in spregio di quelle esistenti approfittando di casse di risonanza mediatiche superiori a quelle degli altri sport che invece rispettano le regole e i verdetti anche nei settori professionistici. Nelle ultime settimane ho assistito a esibizioni muscolari che ancora una volta hanno mostrato il lato peggiore di uno sport che non merita tali mortificazioni (…)”. E queste cose il buon Petrucci le vuole dire proprio al popolo juventino? Bisogna smettere di attaccare i giudici? Bah! E la democrazia allora in cosa consiste? In una sentenza talebana o da Santa inquisizione da rigurgito seicentesco che chiunque ha una casacca bianconera deve accettare senza battere ciglio? Uno juventino deve offrire il collo al boia e tacere?

 

Cosa dovrebbero fare i “gobbi”? Accettare ripetute condanne prive di fondamento, senza prove e tacere obbedendo? Vedere anche chi è colpevole essere premiato e tacere ancora? Suvvia, il caro Petrucci pretende troppo, un tantinello troppo. Stiamo sfruttando i mass media? Davvero? A noi non pare per niente, infatti, dal 2006, anno in cui è iniziato l’ennesimo attacco persecutorio alla Juventus, la stampa nazionale scritta e parlata, ha taciuto in modo omertoso su tutto. Non ricorda Petrucci che nessuno ha parlato in modo appropriato dei processi che hanno scagionato Moggi, delle schiaccianti prove contro l’Inter, del caso intercettazioni o delle 500 pagine incredibili delle motivazioni del processo di Napoli.

Al contrario siamo noi a trovare inappropriato il tono di Petrucci che ci regalò guido Rossi, di Abete, dell’intera FIGC che evidentemente fallisce negli anni il proprio compito, e siamo noi a chiedere le dimissioni collettive.

E come potremmo non criticare Palazzi, il quale continua a deluderci, poiché prima ci dice che l’Inter è la colpevole di calciopoli, ma poi la grazia con una provvidenziale prescrizione, e nel 2012 ci fa questo regalino di fine estate. Non c’è niente e nessuno di credibile contro Conte, però si dà assoluto credito a Carobbio, Gervasoni, Masiello che combinavano gare, alteravano campionati allegramente, scommettevano e/o facevano scommettere inciuciando con soggetti loschi di etnia rom.

Perché Petrucci è nervoso? Teme di dover trovare 400 milioni di euro sull’unghia? Perché non si esprime mai su certe “intercettazioni”? Perché non ci dice nulla sul caso Vieri? E infine, perché non ci dice che ha intenzione di fare riguardo chi ha commesso tali illeciti sportivi con una meritata radiazione?

09
Ago
12

Scommessopoli, Calciopoli, Palazzi, scandalo!

Lo sport italiano è in crisi e lo sono le nuove generazioni, vista la triste figura del giovane Alex Schwarzer, maratoneta beccato all’esame delle urine con una dose di epo in corpo che ne ha determinato il fine carriera. Ha fatto intendere che non ha retto la pressione, che si è sentito obbligato ad andare avanti e allora ha commesso l’errore imperdonabile di doparsi.

Se la maratona piange, il calcio non ride, infatti, gli accordi, le scommesse clandestine e le zuffe continue stanno riducendo questo sport a brandelli. Cosa fa il Coni? Cosa fa la FEDERCALCIO? E’ evidente che fanno ben poco, o comunque sbagliano sistema e strada per tenere in piedi lo sport italiano.

Calciopoli ne è l’emblema, infatti, è stata un enorme pasticcio mai chiarito e i colpevoli non sono mai stati puniti, semmai qualcuno è stato anche premiato. Questo lascia passare il messaggio che si può imbrogliare e poi tanto o si viene perdonati, o i reati vanno in prescrizione, oppure si risolve tutto a tarallucci e vino e s’insabbia la cosa. Sale il risentimento di chi è stato penalizzato ingiustamente e non si può non costatare che in ogni altro paese civile ci si dimetterebbe.

Se questo è il messaggio che passa, è ovvio che un ragazzo accetta dei soldi per combinare una partita, oppure si inietta in vena delle porcherie per vincere una gara, poiché non vede l’esempio dall’alto come ci insegnava invece il compianto presidente Sandro Pertini.

Se il giovane Alex Schwartz è ora a pezzi, il campionato di calcio italiano sta per iniziare in ombra, sotto tono, e non si vede l’ombra di una blanda giustizia, vedi il caso “Antonio Conte”, allenatore della Juventus, cui si pretende qualcosa di abnorme, si chiedono pene grottesche, quando invece la FIGC sa che non dovrebbe calcare la mano sulla Juve, che non merita di essere ancora penalizzata.

Si ricorda che Luciano Moggi non ha commesso reato, ma ha “pensato di farlo”, questo è uscito dal processo, ed è vero che il reato è previsto, ma è troppo poco davvero.

A Roma, Palazzi, ormai famoso procuratore federale, quando dovette occuparsi di giudicare l’Inter, che alla fine non giudicò, se la prese con molta calma. Arrivarono durissime repliche di Moratti, che ovviamente non fu mai deferito, e quando invece apre bocca Agnelli, viene sempre giù il teatro e piovono guai, indagini e pene severe; che c’entrino i 400 milioni di euro chiesti come risarcimento?

L’affare “Conte” sembra molto palese e non si fanno passi in avanti.

Il 3 agosto 2012 Andrea Agnelli risponde dal sito ufficiale della Juventus in merito all’esito parziale della farsa che vede ancora una volta danneggiato il club bianconero e Calciopoli è lontana dal risolversi. “Costato che la Federazione Italiana Gioco Calcio e la sua giustizia sportiva continuano a operare fuori da ogni logica di diritto e di correttezza sostanziale.(…) Le risultanze dei vari deferimenti dimostrano enormi contraddizioni e volgono alla tutela esclusivamente di chi gli illeciti li ha commessi.(…)La rispettabilità dei singoli è messa a repentaglio ed è quindi a loro che spetta la parola finale sulle decisioni da assumere, con la consapevolezza che la Juventus li sosterrà in tutti i gradi di giudizio”. E’ questo che fa paura alla federazione, questo andare per tribunali della Juventus, questa determinazione a chiedere 400 milioni di risarcimento per Calciopoli, alla luce delle prove contro altre squadre non punite bensì premiate e andando per tribunali, chi cerca trova!

Quando a mezzo stampa Moratti risponde piccato, ci sono toni accomodanti nei suoi confronti, mentre al contrario i toni si fanno duri e stizziti nei riguardi del presidente juventino.

Si parla quasi di arroganza per il modo quasi irridente con cui la FIGC sottolinea le contraddizioni in cui cadrebbe Andrea Agnelli e questo è paradossale, visti i precedenti e l’esempio che la Federazione gioco calcio sta dando alle nuove generazioni. Se questo è lo sport, la giustizia sportiva, la facilità con cui si possono saltare i controlli anti doping, allora lo sport italiano è in declino, pertanto se si vuole un’inversione di tendenza, si devono cambiare i vertici, che arrivino le dimissioni.

Simona Aiuti

01
Ago
12

FIGC: braccio di ferro con la Juventus…e calciopoli continua..

A quanto pare la Commissione Disciplinare ha respinto la richiesta di patteggiamento per l’allenatore della Juventus Conte, ritenendo non congrua la squalifica di tre mesi con 200 mila euro di ammenda proposta dal procuratore federale Stefano Palazzi. Quindi è tutto da rifare, i tempi si allungano e la guerra dei nervi continua per giungere a un nuovo patteggiamento che umilia un po’ la gente juventina, che non dovrebbe essere sottoposta a uno stillicidio del genere, e la società sembra un po’ troppo accondiscendente; che ci sia in ballo il risarcimento chiesto da Andrea Agnelli per l’affare “Calciopoli”?

 

Antonio Conte è deferito per due omesse denunce relative a presunte combine delle partite Novara-Siena e Albinoleffe-Siena, e purtroppo può fare ben poco per dimostrare la sua innocenza. Visti i precedenti, anche se avesse delle registrazioni audio, forse sarebbe riconosciuto colpevole visto il funzionamento della giustizia sportiva che o punisce a vanvera, o non punisce affatto (vedi Inter).

Conte avrebbe dovuto ricevere una squalifica di 6 mesi, ma la sanzione è stata ridotta di un terzo, per l’art. 23, a 4 mesi e 20 giorni, e poi ridotta a 3 mesi e 200 mila euro di ammenda, con la devoluzione dell’importo, come richiesto dallo stesso Conte, a enti benefici e solidaristici a discrezione della federazione, ma sembra che non basti.

Clima teso, guerra di nervi al centro di un’estate rovente e arroventata da feroci tensioni tra tifoserie e una federazione a brandelli come credibilità.

L’intera dirigenza dovrebbe dimettersi e avrebbe dovuto farlo da anni, visto il deleterio lavoro fatto in “Calciopoli”, i danni subiti dalla Juve e ora non è che vada meglio. Frasi al vetriolo corrono nel web e sfociano in insulti non giustificabili, ma comprensibili da parte di chi ama il calcio e lo vede maltrattato da chi dovrebbe difenderlo e non è in grado né di punire i veri colpevoli, né di dare un’inversione di tendenza. 

In mattinata, prima del processo nell’ambito dell’inchiesta sul calcio scommesse, Palazzi entrando nell’ex Ostello della Gioventù al Foro Italico di Roma dove ha sede il processo, è stato contestato da una ventina di ultrà juventini. I tifosi della Juve hanno inveito e urlato al procuratore federale “giù le mani da Conte”, “Buffone” ed hanno srotolato uno striscione con scritto “Palazzi uomo di m…”.

Insomma, forse è arrivato il momento di rimettersi in carreggiata, di fare vera giustizia dando un esempio alle nuove generazioni, e l’unico modo di farlo è fare finalmente luce su Calciopoli, poiché finché non si puniranno i veri colpevoli, chiunque penserà di poter delinquere, infangare il calcio e farla franca.




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