Damian sonnecchiava nel suo letto, il caldo lo avvolgeva e quel sonno un po’ appiccicoso diventò presto di piombo, facendolo sprofondare in un sogno scuro e pieno di paure. Era in un bosco nero come la pece, recava uno zaino con tutti i suoi averi, uno zaino pieno di monete d’oro: il suo tessssssssoro!
La strega Grimilde era corpulenta, scaltra, avida, furba e si nascondeva dietro vesti sformate e un sorriso falso e tagliente. Aveva un naso affilato e sguardo aguzzo che in parte nascondeva con un’onda dei capelli che le scendeva sulla sinistra in modo maligno. Si presentava come una contadina buona nel bosco, e vedendo Damian affaticato gli diede ristoro, un pasto e si offrì di lavargli gli abiti sporchi.
Grimilde sapeva del suo oro, lo voleva ad ogni costo e si finse suadente, lasciandogli credere d’amarlo. In poco tempo grazie a quel gioco vessatorio, la mente del malcapitato si obnubilò, gli abiti puliti e il cibo impregnati di una droga rara che ruba la volontà degli uomini, offuscarono la sua mente e Damian fu perduto.
Il poveretto si rigirava nel letto madido di sudore, scalciava, si lamentava e impotente vedeva Grimilde ridere sguaiata con il suo oro, e lui non era in grado di reagire per riprendersi i suoi averi. Ad un tratto la luce del sole trafisse il bosco, apparve la fata Mab aiutata dai cluricans delle rocce, inondò la capanna di luce, e ricacciò negli inferi Grimilde con le frecce dei fedeli elfi. Damian sudava ancora nel letto, si agitava in quell’incubo, quasi piangeva senza il suo oro, in preda all’angoscia, ma ad un tratto la luce investì anche lui. La fata Mab lo condusse al ruscello, allontanò da lui ogni traccia di droghe immergendolo nelle
acque, poi gli porse il suo zaino a cui non mancava nulla, gli consegnò anche un secondo zaino pieno di focaccine, torte salate, melanzane al forno con mozzarella e prosciutto. Infine gli diede un altro zaino, ma vuoto. Damian non capì. Mab con estrema dolcezza gli disse: “Damian, ascolta, posso renderti il tuo oro, nutrire il tuo corpo, ma non il tuo spirito. Questo zaino è vuoto e solo tu puoi trovare il modo di riempirlo, ma bada, non lasciarlo vuoto o vuoto sarà il tuo cuore”.
Damian si svegliò, anzi Sasha riuscì finalmente a svegliarlo da quel sonno malato e agitato, gli asciugò il sudore con un asciugamano, gli dette dell’acqua fresca, lo baciò, poi lo baciò ancora, e ancora e ancora. Volò via il lenzuolo, faceva caldo, lei continuò baciarlo e a scendere, e
di nuovo lo baciò scendendo sempre più giù guardandolo negli occhi, e lo succhiò con dolcezza facendo schioccare le labbra, stringendolo, scaldandolo e scendendo sempre più giù e ancora più giù, massaggiandolo con l’olio di mandorle e accarezzandolo con le sue mutandine di seta, e facendolo rabbrividire. Lei sentiva d’essere eccitatissima e un ruscello caldissimo le scendeva dal ventre tra le cosce.
Damian lo sentiva, allungò una mano, le accarezzò la fika e riconobbe un fluido dolce prima ancora di sentirlo con la sua lingua. Schiuse le cosce di lei, la baciò, la succhiò avidamente, assetato e avido di quel frutto gonfio e dolce, sprofondato in un calore che si rigenerava.
Sasha sembrava volerlo coccolare ancora un po’, sentendo il cazzo di lui durissimo tra le sue mani, quanto basta, e gli salì sopra dolcemente, iniziò a cavalcarlo e l’incubo era già completamente dimenticato.
Stringeva le cosce, univa il suo ritmo a quello di lui, sempre più veloce e concitato, fino ad essere uno solo, come una fata leggera.
Damian era in stato di grazia, prese Sasha, la sollevò prendendola in braccio l’adagiò sullo scrittoio spingendola in avanti e le fu subito dentro, dandole un brivido fortissimo. Le accarezzava la pelle morbida, le stringeva i polsi, la sosteneva aggrappato ai suoi fianchi e lei aveva la sensazione di non potersi muovere ed era strano, forte, piacevole, e intenso.
Damian le mordeva il collo, la schiena e le imprimeva colpi fortissimi. Infine venne così abbracciandola.
Al mattino erano stretti nel letto. Damian sonnecchiava, aveva fame, e il terzo zaino di Mab non era più vuoto, l’aveva riempito in quella stanza!
Mi sono masturbata prima dolcemente e poi furiosamnete a leggere il suo racconto! Ne scriva altri, la prego!!
be…lieta d’aver contribuito al piacere altrui..x leggere 1 altro racconto erotico mio su questa antologia..molto bello vinsi! https://aiutisimona.wordpress.com/2009/05/28/racconti-racconti-erotici-e-letteratura-erotica/
Ho trovato altri suoi racconti di questo genere su questo blog e le dita sono corse subito a darmi un’umida sofddisfazione e più di una volta! Grazie
gentile Giovanna, non so se potrà soddisfarla, ma è uscito il mio romanzo “Provincia segreta e tacchi a spillo” http://www.lulu.com chissà!
gentile Simona, mi dica però se, nella sua fatica, troverò le scene piccanti che lei sà scrivere cosi’ bene e che mi provocano momenti piacevoli… Non so, ma ho l’impressione che lei sia molto abile a dare piacere sia a seé stessa, sia ad un uomo, senza falsi pregiudizi o limiti… forse anche a una donna…
il mio provato tale resta, ma da autrice all’occorrenza ho usato scene erotiche piuttosto intense nel romanzo “Amori, passioni e Briganti” http://www.lulu.com i briganti e le brigantesse erano “eroticamente esuberanti” confermo