Archive for the 'simonaaiuti' Category

15
Gen
17

#Femminicidio #donneacidificate delitto di identità

 

download-1Una dopo l’altra, da nord a sud, le aggressioni con l’acido non conoscono una delimitazione geografica o una classe sociale, poiché purtroppo sono trasversali.

Forse però sono più difficili da estirpare tra donne che appartengono a strati sociali con bassi livelli culturali, che tendono ad accettare quel tipo di rapporto, ovvero un legame fatto di anche di botte e violenza, quindi donne nemiche di loro stesse.

I tg snocciolano ogni giorno oltre allo stillicidio del femminicidio, anche l’acidificazione di moltissime donne e ciò accade per molteplicidownload motivi.

Questi atti cancellano e ahimè sciolgono letteralmente i tratti di una persona, cambiandola per sempre attraverso un processo dolorosissimo e irreversibile. Ci sono tanti motivi per cui l’acido è uno dei peggiori crimini contro l’umanità esistenti al mondo, ma in alcuni paesi si sta correndo ai ripari, almeno in parte.

images-6L’acido è un’arma invisibile, silenziosa, che costa pochissimo e che si può trasportare in una semplice bottiglia d’acqua, per poi lanciarla addosso a una potenziale vittima prendendola di sorpresa e ciò che è peggio, cercando di colpirla in viso e quindi anche negli occhi, con conseguenze devastanti.

La donna impiega sempre qualche secondo a realizzare che quella che ha addosso non è acqua comune, bensì il più delle volte, acido solforico. In pochi secondi la sostanza genera una sensazione di bruciore che diventa violentissima e intollerabile. La corrosione fa images-5sciogliere pelle, le terminazioni nervose e perfino le ossa.

Se la parte colpita smette di fare male è perché i nervi sono stati già bruciati e accade velocemente.

Si può anche morire di soffocamento per l’inalazione dei gas, si può morire per le infezioni successive e l’acido può perfino raggiungere gli organi divorandoli.

Questo tipo di attacco verso le donne non avviene solo in Italia, bensì anche in molti paesi africani, sudamericani ma anche negli Stati Uniti. I paesi con la maggiore incidenza di attacchi con acido sono però Bangladesh, India e Cambogia, dove è come se le donne usate come merce di scambio, venissero sistematicamente punite se si permettonoimages-8 di dire “no”.

Il maschilismo ancora granitico che si nutre delle stesse donne nemiche di altre donne, impera ed è duro a morire. La falsa convinzione d’essere superiori e di poter quindi punire la “donna”, del suo ribellarsi ad una società patriarcale, unito alla relativa semplicità di procurarsi acidi corrosivi grazie alla massiccia presenza dell’industria tessile che ne fa largo uso, crea il terreno perfetto per la tragedia.

Spesso ad essere attaccate sono donne che rifiutano un matrimonio. Gli aggressori agiscono per offendere quello che secondo la società è il tratto più importante per una donna, ovvero la bellezza, e di images-9conseguenza la sua capacità di contrarre un buon matrimonio grazie ad essa.

In Bangladesh però, introducendo una legge che limita l’accesso a sostanze nocive a compratori industriali e commerciali con licenza, gli attacchi si sono sensibilmente ridotti dal 15% al 20% all’anno ed è un inizio. In Italia non si è preso alcun provvedimento al riguardo e chiunque può entrare in qualunque supermercato e comprare dell’acido per aggredire un’ex compagna e questo nonostante gli attacchi siano sempre più numerosi.

Limitare la possibilità d’accedere a sostanze simili sarebbe un inizio, anche se c’è molto da fare a livello educativo, cominciando dalle agenzie educative preposte come la scuola, per non parlare poi dell’inasprimento delle pene, cui il legislatore non ha messo ancora mano.

Infine è importante sviluppare un’alleanza tra donne e uomini, sì perché ogni volta che una donna è riuscita a raggiungere una vetta, l’ha fatto anche grazie all’appoggio dell’uomo onesto, lungimirante ed equilibrato, poiché se una battaglia è giusta, non va combattuta solo dalle donne, ma da tutti!

Simona Aiuti

09
Set
16

Pussy depilata sì o no?

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simona aiuti

Esistono diversi tipi di depilazione intima e la scelta è del tutto personale. Bikini line, brasiliana, integrale, fino all’ultima tendenza: la Full-Bush Brazilian. Ogni donna ha la sua tipologia preferita. C’è chi opta per una semplice “aggiustatina”, eliminando soltanto il superfluo, chi sceglie una depilazione più decisa e chi decide di eliminare ogni traccia di pelo, neanche usasse il diserbante

 Negli ultimi anni si è diffusa ampiamente la “Brazilian Wax”, depilazione alla brasiliana, che consiste nell’eliminazione dei peli, ad eccezione di una piccola porzione sul davanti, la cui forma e quantità può variare ed è stata la panacea delle estetiste, con quotazioni arrivate alle stelle. Maureen O’Connor, giornalista del blog del New York Magazine The Cut ha definito la Full-Bush Brazilian l’ultima tendenza in fatto di depilazione intimaimages-1 femminile. Per intenderci, questa tipologia elimina tutti i peli nella parte bassa delle labbra e dietro, ma lascia un “cespuglio pieno” davanti, nella parte alta, un lavoro da decespugliatore insomma.

La depilazione intima totale nota anche come stile Hollywood, consiste nella rimozione totale dei peli presenti nelle zone intime, scelta sempre più dalle donne per motivi estetici e per comodità, in quanto, sopratutto d’estate, è possibile utilizzare qualsiasi tipo di bikini senza il rischio che qualche ciuffetto di peli faccia capolino dal costume. Eppure, sembra che in tal modo ci siano dei pericoli e una correlazione tra la 19696-jacopo_palma_il_vecchio_venere_olio_su_tela_1528_collezione_privatamoda della depilazione intima totale e il rischio di contrarre malattie come funghi, herpes, Papilloma virus (Hpv), verruche genitali e sifilide, poiché in natura i peli pubici trattengono germi e batteri, quindi se ci sono un motivo c’è eccome.

Dunque, tanto per farci del male, esiste la ceretta classica, poi c’è quella al biossido di titanio, ma ora le più richieste sono quelle ottenute secondo una tecnica orientale che miscela acqua, limone e zucchero o anche le cerette naturali a base di ingredienti lenitivi e ammorbidenti come miele, avocado e oli vegetali, insomma per la pussy non ci sono confini di falciatura!

La depilazione trasforma la maggior parte delle donne in vere e proprie “schiave” da ceretta, lametta, crema, e quant’altro. Tuttavia, la cuoricinodepilazione femminile intima non pare essere apprezzata da tutti gli uomini, anzi, al contrario.

Secondo un sondaggio, il 43% preferisce una donna naturale, se non con tutta la peluria, almeno con parte di essa.

Il 17% degli intervistati ha detto di preferire la forma a striscia verticale, tipo pista d’atterraggio, il 15% una forma a cuore e, infine, soltanto il 12% ha detto di apprezzare l’epilazione totale alla brasiliana,images (1) osteggiata da molti, poiché ricorda una donna troppo giovane, infantile.

Insomma, il 43% dei maschi ha dichiarato di apprezzare il triangolo folto, ben definito e rasato giusto per dargli una forma regolare, ma che faccia “donna”. I disegni e le forme più popolari di depilazione per le venusiane, e tra gli uomini, pare siano la striscia, il cuore, il triangolo, le quali indicano che conservare alcuni peli sia più sexy sia non la depilazione totale, che mette a rischio anche di bruciature e irritazioni da sfregamento! E poi l’assenza di peli è collegata all’infanzia.

Ma le estetiste si sa, sono professionali e precise. Per ogni pelo estirpato il prezzo aumenta. Loro vogliono sapere in anticipo come vogliamo farci “conciare”, perché gli appuntamenti sono incalzanti e noi vagine impegnate nella lotta contro la natura pilifera, veniamo stipate una dietro l’altra come galline a covare  in attesa della guerra per abbattere la tirannia del pelo superfluo.

images-6Premetto che io mi sono a lungo concettualmente opposta alla moda della patata glabra, per una serie di ragioni tra cui la principale è che scosciarsi ignude di fronte a una sconosciuta per farsi spalmare cera bollente e farsi strappare via i peli dalla parte più delicata e celata del corpo, mentre magari quella cerca di distrarci raccontandoci dell’ultimo disco dei Modà, è un’esperienza davvero imbarazzante, dolorosa, e quasi preferiremmo andare a fare la spaccata dal ginecologo. Che poi ci sono quelle che ti dicono “Non t’irrigidire” e tu vorresti rispondere “Sì, hai ragione, in effetti sentire che armeggi a cavallo tra piccole e grandi labbra armata di colla e strisce di carta con muscoli da pugile è rilassante quasi quanto estrarre una zanna a una tigre senza
images (7).jpg anestesia”.

Non che le altre tecniche depilatorie siano molto più comode, anche se praticate nell’intimità della nostra casa. Le creme puzzano e lasciano delle aiuole, e poi il mascolino rasoio fa venire voglia d’andare dal barbiere, saltare su uno di qui cavallini e fasi sbarbare, tanto chi meglio di lui?

Poi, per carità, depilarsi l’inguine è importante quanto meno per decenza e per non convivere con la foresta amazzonica, ma la prima volta che ti metti sul lettino dell’estetista per farti depilare tutto, ma tutto, e davvero tutto, hai come la sensazione che ti stiano per fare la colon scopìa e l’istinto di fuggire si fa largo come se non ci fosse un domani o come se avessi alle calcagna i ROS.

E l’estetista ti dice anche: “mettiti a cagnolino”, tu senti chiaramente images-8di stare sacrificando tutta la tua dignità, il femminismo che ti ha lasciato tua madre e anche il caro vecchio buon senso del pudore da mutande di lana che ti ha lasciato tua nonna,  sacrificando ogni cosa sull’altare dell’estetica pornografica, e non sai nemmeno tu bene il motivo per cui lo stai facendo, ed è allora che invochi lo spirito di Patti Smith che non si fa nemmeno i baffi e le chiedi di perdonare la tua momentanea images-9dedizione all’epilazione massificata modaiola, poi per dimostrare che sei moderna, pensi pure di tingerti un ciuffetto verde o rosa, ma desisti poiché dopo i diciotto, la tintura e il piercing lì non sono affatto consigliati, fanno crisi di mezza età!

Poi diciamocelo fino in fondo, dopo una depilazione totale, depilata, fa capolino in noi lo spirito sfrontato di una escort d’alto bordo, ma è solo l’ebbrezza, perché si tratta di semplice zoccolaggine.

In quei momenti fa capolino l’esigenza di legittimare e dare un senso images-10alla rasatura con almeno trenta minuti di cunnilingus, facciamo quaranta, altrimenti perché fare tanta fatica per mettere in ordine una cosa che nemmeno si vede? Poi, per carità, quella fatica la facciamo, perché hai visto mai che inciampi in Javier Bardem  o Benicio del Toro e c’hai l’ortica che cresce selvaggia sull’inguine? Soffriamo, siamo imbarazzate, che si sappia!

Poi si sa, l’uomo è mentalmente è più semplice e quindi noi ci consoliamo pensando che depilandoci totalmente, riuscirà a trovare più facilmente il clitoride, pare che alcuni lo stiano ancora cercando o lo usino come un citofono.

images (14).jpgPerò detto tra noi, all’uomo vero il pelo piace. Perché il sesso più sano è scomposto, spregiudicato, brutale e primitivo, totale, sanguigno e “incolto”. Il sesso migliore ci riduce a pelle e respiro, istinto e sudore, ci avvicina tantissimo agli animali, annienta la consapevolezza e la razionalità. E’ empatico più che estetico. E un vero maschio, di fronte al più succulento dei nostri solchi, non può che pensare al nostro piacere, attraverso il quale sublimare la sua eccitazione. E dovrebbe badare poco, assai poco, a quanto irsuto è il nostro pube, curandosiimages-12 assai più della partecipazione che il nostro corpo manifesta di fronte alle sollecitazioni che ci propina.

E se un abitante del pianeta Marte fa troppo lo schizzinoso, si vede che è confuso, dopo tutto Moana Pozzi e Brigitte Bardot ce l’avevano pelo!

Simona Aiuti

09
Feb
15

San Valentino VS San Faustino

images (1)Ci siamo, Febbraio è dietro l’angolo, il mese dei cuoricini, gattini, pupazzetti, gadget vari tutti tassativamente rosso fiammante che strabordano già da un po’ da ogni vetrina. Arriva San Valentino, che da vescovo, mai avrebbe immaginato di poter scatenare un pandemonio di questo genere, solo facendo sposare una ragazza cristiana con un soldato romano pagano.

)Urge un manuale di sopravvivenza per le amazzoni postWeek-end-di-San-Valentino-come-evitare-le-fregature-e-non-rovinare-una-vacanza-romantica moderne, e diciamocelo pure, per tutte le persone normali, che non considerandosi dei “mostri a due teste” tenteranno di guadare febbraio cercando di non restare turbati da questa ricorrenza commerciale che tracima da ogni negozio e pasticceria, passando per i fiorai.

Chi è ancora savio, nutre a ragion veduta un senso di superiorità riguardo questa per lo più infantile ricorrenza consumistica, alla stregua del “mesiversario”, o del “siamo una cosa sola”.

Tuttavia in questo periodo, forse è meglio non prenotare voli aerei o treni, a meno che non si voglia incappare in offerte altamente discriminanti come “weekend d’amore viaggi in due e paga uno solo”, oppure “volerete nelle città dell’amore” a prezzi stracciati. Tutti questi spot sono accompagnati da foto di piccioncini che si guardano sdilinquiti come Lilly e il vagabondo a bordo di una gondola, a mollo nella putrida ma romanticissima laguna di Venezia.

Parigi la fa da padrona e non importa che sia inquinata e freddissima, ma vuoi mettere, una foto sotto la torre di ferro più famosa del mondo?

694808c9055a283ec593d6f20e3a273eNon è neanche bene isolarsi dal mondo, trattenendo il respiro, aspettando che l’ondata “Valentiniana” passi, ma è meglio frequentare con parsimonia le amiche accoppiate che favoleggiano di sorprese, regali inaspettati e cenette che neanche un filmone in bianco e nero, idea di quel fidanzato/marito che si distrae volentieri con una sciampista, ma è un dettaglio!

Forse è bene non ciondolare per casa ascoltando quei CD strappa lacrime che ricordano i tempi andati, quando eravate l’altra metà della mela di qualcuno. Meglio anche non cercare di rassettare cassetti e scaffali, per evitare ahimè d’incappare nei bigliettini dell’ex, foto dell’ex, regalini dimenticati dell’ex, che potrebbero scatenare una crisi nervosa che nemmeno con il prozac si può placare, facendovi maledire il momento in cui non avete dato fuoco a tutto.


Dunque se durante i giorni di fuoco, uscendo, vi capita di incontrare la fiumana di piccioncini persi nell’idillio e non sia mai che si ritrovino, lo choc sarebbe tremendo, chiedetevi se davvero vorreste essere così, seduti in un locale addobbato in modo chic a mangiare un menù fisso, fingendo spesso una sceneggiata ad uso e consumo degli altri.

Chiedetevi se davvero alla vostra vita di “persone normali” e normo dotati dal punto di vista psichico, manchi davvero qualcosa, come un orribile ciondolo di mezzo cuore infranto.

Insomma, uscite con gli amici, state pure con le persone che amate, ma senza sentirvi costretti in orripilanti cliché. Uscite e parlate di uomini, politica, sesso, musica, libertà, e sogni.

download (2)Discutete davanti ad un bicchiere di vino di chi siete e di ciò che volete essere, o di chi siete al momento, single o accoppiate, ma consapevoli, forti o fragili, divertenti e sexy.

E poi tranquilli, il giorno dopo è San Faustino!!!

Simona Aiuti

25
Mag
14

settantenni frollati, ma mica tanto!

download (2)Dopo la scoperta del “radio”, quella della “penicillina” e forse quella un po’ trascurata delle mutande usa e getta, ci si domanda ancora senza aver trovato ancora risposta alcuna, su cosa accada all’uomo italiano intorno alla settantina. Possiamo solo restare testimoni basiti, davanti a cotanti cambiamenti e bizzarri mutamenti che attraversano sia la mente, che il corpo di soggetti nati prima dello sbarco in Normandia.

Le strade della penisola italica brulicano di uomini avviati sul viale del tramonto, che tentano d’illuminare, puntandogli contro i fari abbaglianti di ridicole automobili sportive, che si regalano, cercando di comprarsi un pezzetto di giovinezza, comprandosi pure qualche ragazzotta in minigonna leopardata. In realtà, vederli scorrazzare con espressione semi assente da cataratta mal curata, dietro montature eccentriche che sembrano comprate in un negozio di caramelle, fa quasi tenerezza.

Alcuni cercano aiuto nella chirurgia estetica, tentando una blefaroplasticaimages (14) che dona uno sguardo perennemente attonito, fanno lampade come polletti nel girarrosto e per carità, berciano, cercando di tacchinare pollastrelle rigorosamente sotto la quarantina, meglio se sotto la trentina, ecco forse è troppo. L’uomo dovrebbe capire che vuoi, o non vuoi, ad una certa età, arriva la merlite, ovvero, le gambette diventano come quelle di un canarino, e il corpo somiglia a quello di un pollo, con l’addome prominente, che allarga le gambette stesse. Suvvia, serve a poco usare un abbigliamento sgargiante, dai colori fluorescenti, mette solo in evidenza la “merlite” e allarga la differenza tra il nonno e la nipote! Guai a parlargli di “viagra”, loro non ne hanno bisogno, no, infatti, il medico, non quello di fab70f0335cf6e868c61b4eca71869a2damiglia, ma un amico connivente, gli prescrive il “Cialis”, evitando terribili effetti collaterali, che durante un incontro sessuale, sarebbero anche loro grotteschi. Ad un certoproduct_thumbnailcopertina punto la malcapitata non farebbe in tempo a comporre il 118, dovrebbe chiamare direttamente le pompe funebri o il prete. La moglie che incontrarono quando era Papa Pio XII la considerano una mummia, mentre loro hanno voglia di vivere, fare mille esperienze, spendere, e con il denaro credono di poter comprare tutto, anche l’artificiale affetto della pollastrella di turno, meglio se minigonnata. Non accettare l’età che avanza e non affrontarla con dignità e leggerezza, può essere molto pericoloso, sia per le coronarie, che per l’immagine di noi stessi che rimbalza qua e là, regalando al pubblico ludibrio, non pochi argomenti di conversazione. A volte questi soggetti si vergognano di questo stile di vita con i vicini e nel proprio ambiente, quindi cercano di allontanarsi, dove nessuno li conosce, per inseguire quel “respiro 78cbc67886140febcd12f0c6f60f0f5fdi giovinezza” che sentono d’aver perduto, e allora vagano per “night club”, perché loro credono che si chiamano ancora così, per rimorchiare. A volte ricchi, o comunque benestanti, in avanzato stato di decomposizione e semplicemente orrendi come satiri all’assalto, ma convinti d’avere un fascino irresistibile, avanzano. La natura è stata ingenerosa con loro; sarebbero schifati anche dalla propria madre se non fossero carne della loro carne, almeno per lo stile di vita che stanno conducendo. E’ quello che mi viene da pensare ogni qual volta si verificano casi di uomini anziani,o comunque sopra i 50anni,che senza essere né Brad Pitt né tipi col conto in banca di Flavio Briatore, ci provano con ragazze 20enni approfittando di normali situazioni che diventano patetiche.

Ma io mi domando se si guardino allo specchio, se pensano davvero che una si faccia rimorchiare dal primo vecchio panzone che ci prova su due tumblr_li13u6QJT21qfgmyho1_500piedi per amore! Davvero pensano di poter fare colpo in questo modo? D’avere una speranza con ragazze giovani che si possono trovare di molto meglio? Ma si rendono conto della figura ridicola e patetica che fanno oppure sono proprio convinti? Sono domande che mi faccio. Secondo me hanno paura d’invecchiare, morire e vogliono ad ogni costo fare ciò che non hanno potuto fare da ragazzi. E le fanciulle in questione trovano un sostituto della figura paterna. Inoltre spesso il denaro ha un significato al di là della materialità e dei benefici che da esso derivano come forte segno simbolico dell’affetto mancato. Signori miei, riscoprite il senso del ridicolo.

20
Gen
14

Cognome materno o doppio cognome, ecco le novità

1e9b37dc919152c2259La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia, e non è la prima volta che arriva una batosta per il nostro paese e sempre per lo stesso argomento. Anche i genitori italiani hanno il diritto a poter dare ai figli il cognome della madre e solo quello, se lo desiderano. Sono circa trent’anni che arrivano tirate d’orecchie e staffilate durissime riguardo quest’argomento per noi italiani. La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per aver negato a una coppia la possibilità di dare alla figlia il solo cognome materno, eppure la pachidermica macchina politica italiana ancora si muove a rilento e male! Il parlamento italiano dovrà legiferare in questo senso, quindi le coppie potranno fare ricorso per ottenere il cognome materno per via giudiziaria. Purtroppo però ora iniziano le note dolenti, infatti il disegno di legge su cui si sta lavorando prevede che il cognome della madre si potrà dare solo se lo concede il padre, e questo concetto molti italiani proprio non riescono a digerirlo.

Il testo prevede l’obbligo per l’ufficiale di stato civile dell’iscrizione all’atto di destranascita del cognome materno in caso di accordo tra entrambi genitori. In questo modo sarà possibile la trasmissione del cognome materno, ma come sopra detto, solo se il pa

pà è consenziente. Nessuna parità dunque tra uomo e donna 

e per dare il cognome al figlio una donna dovrà addirittura chiedere il consenso al padre del bambino: ma allora perché non chiedergli il permesso anche per mettere una gonna con l’orlo sopra il ginocchio?

A dire il vero, il disegno di legge è scarno, 4 articoli in 

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tutto. Sembra una rivoluzione, e anche avviata in tempi record dall’esecutivo per dare una risposta veloce alla Corte europea per i diritti umani, che il 7 gennaio ha condannato il nostro Paese proprio perché discrimina la donna. E ironia della sorte, per rispondere a una sentenza che ci bacchetta per aver discriminato le donne, rispondiamo con un disegno di legge che discrimina a sua volta.

L’esecutiv

o ha anche deciso di far approfondire tutti gli aspetti da un gruppo di lavoro interministeriale, il che significa che il disegno di legge potrebbe finire in una bolla di sapone come è accaduto ad altri suoi predecessori. Il ddl modifica l’articolo 143-bis del codice civile e prevede che il figlio “assume il cognome del padre ovvero, in caso di accordo tra i genitori risultante dalla dichiarazione di nascita, quello della madre o quello di entrambi i genitori”. Stessa regola per i figli nati fuori dal matrimonio o adottati. In pratica, secondo il testo governativo il neonato prende “in automatico” il cognome paterno, salvo che i genitori non si mettano d’accordo per dargli quello della mamma o entrambi. La possibilità che deriverebbe dalla nuova legge, che fratelli e sorelle abbiano cognomi diversi sembra un problema insormontabile, 

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ma per i più è solo una scusa bella e buona. Principalmente non convince il fatto che se il papà non è d’accordo la mamma non può dare il proprio cognome al figlio e questo è intollerabile, poiché riporta la donna ad una condizione subalterna. E’ una beffa che sia stato messo per iscritto che la concezione della donna nei confronti dell’uomo cui spetta ancora l’ultima parola è e resta subalterna.

Non è prevista alcuna reciprocità: perché il parere del marito è vincolante e quello della moglie no? Perché il cognome materno è ammesso soltanto se il padre è d’accordo e non viceversa? Perché la donna non può decidere se il proprio figlio debba o non debba avere il cognome del padre e deve deciderlo un tribunale o il padre stesso? Ci attendiamo tempi veloci per il varo di una legge, ma che sia una vera legge, non un insulto ai diritti civili delle donne italiane, e non tollereremo mai un decreto o un obbrobrio che metta la donna in una luce subalterna.

Simona Aiuti

14
Gen
14

Juventus, storia di un capo ultras!

320Il presidente è stato ferito, come un leone preso di sorpresa, giovane e ancora nel pieno delle forze, con un cuore che batte per un ideale abbracciato da bambino. Umberto Toia, 48 anni, storica bandiera del tifo bianconero, è stato vittima di una spedizione punitiva, o chiamiamolo agguato, perché la sostanza non cambia, ed è accaduto poco prima di Natale, ma è bene capire cosa si agita nel tifo nazionale e se ci sono dei veleni che aleggiano attorno a questa storia e riflettere ora a bocce ferme.

L’agguato si è consumato nel cortile del bar Black&White di Grugliasco che Toia gestisce da anni, dove è stato avvicinato da un gruppo di uomini a volto coperto e armati di spranghe. L’atto è stato vile e degno di chi non affronta l’avversario alla pari. Lo hanno colpito alla testa con violenza, spezzandogli le gambe, poi massacrato di botte e così a terra, al freddo, in fin di vita avrebbe potuto non uscirne vivo.

Toia capo storico e di temperamento degli ultras Fighters, ha dato molto alla pixiz_4f804dd247db0Juventus, cuore, sentimenti e passione. Difficile addentrarsi nel labirinto di questo mondo, eppure Umberto ha profuso nel mondo delle curve, risorse umane, sentimento e anche risorse economiche, riuscendo anche ad avere un’attività economica di ritorno. Si è parlato molto di merchandising, d’interessi economici legati allo sfruttamento di alcuni marchi e anche della posizione che le tifoserie hanno all’interno dello stadio.

Quella sera Toia indossava la maglietta del suo gruppo, Tradizione. È il cuore di una galassia d’altre sigle (Fighters, Antichi valori), che allo stadio occupano la parte bassa della curva, vicino al campo, e che in passato si sono contrapposte a chi oggi sta in alto, al secondo anello, i Drughi. Quei posti in curva, nell’estate 2011, durante il ritiro della Juve a Bardonecchia, se li contesero in una rissa a coltellate: brutta faccenda. La posizione vuol dire potere, che significa grande seguito, e quindi guadagno per i professionisti del tifo. Stare in basso è cosa ben diversa che stare in “piccionaia”, ma abbiamo ragione di credere che ci sia ben altro dietro all’aggressione di Toia.

136056hp2Molte chiacchiere sono state scribacchiate riguardo questa vicenda, parlando di criminalità di basso livello, di balordi, ma resta il vile agguato di chi si nasconde nell’ombra e vile resta!

E’ chiaro che qualcuno cercava vendetta per qualcosa di grosso, tuttavia mai si può giustificare un atto simile, nemmeno se Toia fosse un pericoloso criminale, cosa che naturalmente non è. Anche gli inglesi del Heysel, i terribili hooligans affrontavano e affrontano il nemico a viso aperto, quelli che Umberto incontrò quel pomeriggio in Belgio, già, c’era anche lui. Tutto questo non deve avere spazio nello sport, negli stadi, eppure l’esperienza insegna che altre pagine dovranno essere scritte in questa vicenda. Auguriamo al Presidente una pronta guarigione e di tornare presto a ruggire in curva, sollevando magari un’altra coppa.

Simona Aiuti

27
Nov
13

Simona Aiuti , raccolta di poesie

 coralliliberaC’è ancora posto per la poesia? Forse c’é nella vita di chi riesce a vivere con un po’ di leggerezza, e allora lasciamole libere queste poesie, libere di viaggiare nel mondo, in cerca di un’anima sensibile e pura che le voglia adottare.

I versi raccolti in questo volume sono nati senza un’idea precisa, e per molto tempo non hanno ricevuto particolare cura e attenzione da chi li ha scritti, e forse ne hanno avuta di più da chi li ha assaporati con gli occhi, dandogli valore e lasciati anche sedimentare, così come deve essere per la poesia.

Ora eccole qui, insieme, raccolte, a fare da contorno a una parte di un Universo femminile intessuto di sentimenti, che resta sempre magico e misterioso e forse è giusto che sia così.

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“Libera” è la prima raccolta di poesie di Simona Aiuti, che come scrittrice/giornalista ha accarez

zato di più altri rami del grande albero della scrittura, dando alle stampe quattro romanzi: Dammi un’altra possibilità, Juventus biglietti per la leggenda, Amori, passioni e briganti, e Provincia segreta e tacchi a spillo, molti racconti, favole, e ora anche “Libera”.

Forse non sono stati i premi a dare il giusto e reale valore ad alcune di queste poesie, bensì le situazioni e le persone che le hanno ispirate, e che vivono, e che sempre aleggeranno tra queste pagine.

Se alcuni incontri non ci fossero mai stati, e se determinati eventi non si fossero mai verificati, allora nemmeno molte di queste poesie sarebbero mai nate, e non sarebbero finite nero su bianco, quindi è bene non rimpiangere o rinnegare neanche la parte più dura e in salita della vita, perché l’esistenza fragonard-donna-che-leggeva comunque sempre vissuta.

Perché “Libera”? Perché la libertà non ha prezzo, è impagabile e pura, e perché anche in situazioni di costrizione momentanee o perenni, anche chi vive ob torto collo in una vita che non è la propria, dove la libertà è anelata e agognata, anche in quei casi, quello che si ha dentro, la libertà emotiva, intellettuale e la voglia e il desiderio di coltivare una mente affrancata, non deve mai venire meno.

La mente è e deve essere sempre indipendente e formarsi in una coscienza di consapevolezza, e solo così, può spezzare certi legacci.

Infine, solo chi è libero può amare veramente, perché l’amore “condizionato” è veleno.

Solo chi è libero ama a prescindere, e sa che è rischioso, che ci vuole coraggio a fare un salto nel buio, e talvolta è doloroso, ma è l’unico modo, ed è maledettamente vero!

 

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20
Ott
13

CAPIT 2013 ROMA Simona Aiuti

simona aiuti

simona aiuti

 

Il 19 ottobre 2013 a Roma, nei pressi del complesso del Quirinale, presso il teatro dei Dioscuri, adiacente il Palazzo delle esposizioni della Capitale, si è svolta la cerimonia di premiazione del premio CAPIT 2013 , premio che ha il patrocinio della presidenza del consiglio dei Ministri. La cerimonia si è svolta in modo un po’ scarno e affrettato, per via della Maxy manifestazione che ha messo a ferro e fuoco la città, tuttavia, si è riusciti a portare in porto la nave senza contraccolpi e senza danni, in una città blindata e protetta da centinaia di poliziotti e carabinieri a garantire la sicurezza de

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i cittadini, dei pellegrini e dei turisti. Grazie al CAPIT che più volte mi ha premiata e che quest’anni mi ha assegnato una splendida targa. Arrivederci

Simona Aiuti

05
Ott
13

Degrado scandaloso nel centro storico di Pitigliano

Foto1784Incredibile da credere, eppure lo stato di degrado del centro storico del bellissimo paese di Pitigliano, in prov di Grosseto ha preso una china che pare inarrestabile. Una delle ricchezze di questo pittoresco paese da cartolina come pochi altri, è la “passeggiata” , ovvero la pedonalizzazione che consente ai turisti, così come ai cittadini di camminare senza l’assillo del traffico automobilistico e al contempo di gustare le bellezze dei luoghi, fatte di panorami mozzafiato.

Sembra però che l’amministrazione locale sia un po’ poco attenta ai bisogni dei cittadini e anche dei turisti stranieri che hanno deciso di vivere in quersti luoghi ricchi di storia, che e non faccia tutto ciò che è possibile per offrire il meglio. Innanzi tutto le vie sono piuttosto sporche e se non fosse per la buona volontà di molti cittadini che si puliscono i vicoli da soli, si sguazzerebbe nell’immondizia.

C’è un altro problema che sta levando il sonno ad un sacco di gente, ovvero “l’acqua”..tanta acqua, anzi direi troppa. In Vicolo Venezia ci sonoFoto1399 alcuni residenti che da molto tempo, sembra da anni, abbiano gravi e gravissime infiltrazioni d’acqua, veri e propri allagamenti nelle cantine e vani circostanti e nessuno sembra sentire le loro lamentele di cittadini che pagano le tasse.

Il signor Luigi Aiuti vive una delle condizioni più gravi, avendo le cantine ridotte ad una piscina, e una parete che sembra voglia cadere da un momento all’altro.

Si è rivolto al comune, all’acquedotto, è stato soccorso dai vigili del fuoco, all’ASL e ad ogni altra autorità o presunta tale, perfino ai carabinieri del luogo che stupiti hanno sollecitato l’intervento degli addetti ai lavori, eppure nulla si muove. Cosa dovrebbe fare il signor Luigi, diventare anfibio? Vivere con una muta da sub? Attendere un crollo inesorabile?  A causa del quale potrebbe precipitare una parte della casa di un vicino? Ciò è intollerabile e ci domandiamo cosa faccia il comune che è responsabile della salute pubblica, mentre attraverso queste infiltrazioni potrebbero propagarsi delle infezioni, poiché si sospetta che ci siano delle falle nella rete fognaria.

Gli utenti del luogo ora non chiedono, ma pretendono un intervento e anche che si apra un’inchiesta sulle responsabilità e sui ritardi degli interventi!

Simona Aiuti

07
Lug
13

Frosinone e la Ciociaria d’oggi!

product_thumbnailcopertinaA volte sembra di ripiombare in un Italietta anni cinquanta, dentro la quale, come in un calderone purulento, ci agitiamo tutti, annaspando simili a patate bollite, cercando la più comoda posizione e un posto al sole.

Sgambettiamo alla ricerca più o meno lecita di qualche privilegio, e le donne non fanno la migliore figura.

Poco tempo fa, andando alla messa per la festa del Santo Patrono, ho visto un congruo numero di banchi riservati e mi sono chiesta “chi mai saranno tutte queste personalità? E così tante?”

Ero piuttosto curiosa di vedere tutte queste numerose illustri persone che ci avrebbero onorato della loro presenza e in prima fila per l’appunto, proprio ai piedi dell’altare, davanti ai santi patroni, il vescovo e uno stuolo di chierichetti, corte e via cantando. Siamo giustamente arretrati, comprese le donne anziane, e intenti a recitare il rosario abbiamo attesto l’entrata, direi però poco trionfale, anzi piuttosto dimessa, degli illustri ospiti.

frosinone_city_coa_n9301libricollageLo scrittore famoso non c’era, lo storico dell’arte nemmeno, l’ex Garibaldino ha dato forfè per motivi di forza maggiore, anzi “maggiorissima” che di più non si può. Pittori e giornalisti di grido nemmeno presenti in spirito e nemmeno l’attrice famosa c’era, che te lo dico a fare.

A parte il sindaco, e una manciata di politici, delle personalità non c’era traccia e al loro posto c’erano loro, le “mogli di” che senza alzare un sopracciglio, o forse solo il sedere dalla poltrona del parrucchiere il sabato pomeriggio, si son ritrovate un posto in prima fila, un po’ annoiate, rigirandosi tra le grassottelle manine appena abbellite dalla un po’ tamarra manicure alla moda, un foglietto della messa, con cui avrebbero preferito fare una barchetta di carta.

Dunque, i posti riservati alle personalità sono stati occupati dalle “mogli di” e direi che erano pure un po’ troppo dimesse vista l’occasione del tipo parrucchiera che viene in casa e abituccio stile cresima ad Afragola, scarsa conoscenza dei canti religiosi e pure del bon ton, infatti, hanno umiliato il vescovo, in tipico stile “Tamarronia, che te lo dico a fare!

1e9b37dc919152c2259Evidentemente, visto il profilo del gineceo, queste tipe che hanno occupato almeno sei banchi della chiesa, l’unico merito che hanno avuto nella vita, non è stato quello di trovare la molecola anticancro, o scrivere un best seller sulla cucina macrobiotica, o magari vincere una medaglia alle Olimpiadi nel lancio della gomma da masticare. Piuttosto sembravano più attratte dal primato provinciale di trovare la giusta tonalità di smalto, o trovare il migliore completo per il matrimonio dell’amata cugina.

Quel giorno però avevano tutte solo l’unico merito di essersi fatte impalmare, erano la “moglie di”, con l’espressione della gallina padovana appena intontita dal sole, quel tanto che basta per sembrare mediamente rimbambite, e stavano sedute, lasciando in piedi donne anziane epagepagina fedeli che pregano in silenzio anche in una chiesa vuota, anche quando non c’è nessuno, perché la fede è ben altra cosa, perché la religione non è apparenza, perché la misura di una donna non è calcolabile attraverso i carati che porta al dito, perché una donna, una vera donna italiana, non si presenta con il cognome del marito, anche perché quell’articolo di legge è stato abolito da un pezzo, una vera giovane donna cede il posto a una più anziana, e una vera donna lavora, s’impegna e va avanti con le proprie forze, senza usufruire di lussi e privilegi gratuiti piovuti dal cielo, anche se si tratta di un posto in prima fila durante la festa del santo patrono.

Simona Aiuti

 




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