Archive for the 'cronaca/costume' Category

03
Mag
18

Facchetti Jr. Vs Luciano Moggi 0-2

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Simona Aiuti

Quale è stata pietra angolare su cui sono state erette torri d’accuse in solido cemento armato che per tanti anni hanno gravato su Luciano Moggi affibbiandogli il ruolo del cattivo?

Com’è stato possibile dire così tanto su Moggi fino all’inverosimile senza tirare in ballo altri suoi colleghi e avversari? E’ presto detto; o si è omesso, o non sono stati presi in considerazione.

Il personaggio Moggi si prestava così tanto? Certamente sì, ma è palese che egli mai avrebbe potuto contrastare uno degli antagonisti di maggior spicco che però non c’era, un rivale consegnato alla storia puro e intonso come se fosse uscito dalle acque del Giordano, una figura d’atleta senza macchia, protetto da quel pudore comprensibile, provato da chi non ha mai voluto, tanti di noi, nominare più del dovuto chi è passato a miglior vita. Tutti noi, non solo Moggi, saremmo usciti sconfitti dal confronto con Giacinto Facchetti, un raffronto perso in partenza.

Eppure dal 2006, più volte si è detto che certamente non si voleva infangare chi non è più tra noi e non potrebbe difendersi, ma affrontare i fatti sì, prendere in considerazione testimonianze, intercettazioni si sarebbe potuto e dovuto fare, poiché se è vero che non si deve infangare chi non c’è più, esistono anche i diritti dei vivi, e consegnare alla storia del calcio qualcosa che almeno somigli vagamente alla verità.

Eppure il tempo è galantuomo, giacché si è da poco conclusa la diatriba legale per unahqdefault (1) querela tra Luciano Moggi e GianFelice Facchetti, figlio dell’ex presidente dell’Inter Giacinto, confermando la sentenza di primo grado secondo la quale Facchetti padre faceva lobbing con gli arbitri. A questo proposito va sottolineato che il giovane Facchetti avrebbe detto che la cosa non ha nulla a che vedere con Calciopoli, il che è come dire che lavorare in una pizzeria non significa maneggiare sacchi di farina.

Riguardo al processo appena conclusosi, Facchetti Jr. Vs Moggi, era fondamentale accertare se Facchetti aveva delle corsie preferenziali con gli arbitri, ed è stato provato che la corsia preferenziale c’era, poiché era questo il motivo della querela di Facchetti Jr e nulla si può aggiungere al riguardo.

Fare lobbing con gli arbitri in quegli anni evidentemente significava cercare d’averne dei vantaggi, cosa oggi accertata; è un fatto!

Naturalmente la stampa nazionale non ha dato risalto a questa vittoria “Moggiana”, di grande sostanza nel significato più intrinseco considerando tutto quello che è accaduto fuori e dentro i tribunali dal 2006, ma c’è poco da stupirsi, visto che le informazioni scarne e distorte continuano da allora, quindi nulla di nuovo sotto il sole.

Allora corre l’obbligo ricordare che lo stesso Procuratore Federale Palazzi, riguardo al calderone Calciopoli affermò: “l’Inter è la società che rischia più di tutte per il comportamento illegale del suo presidente Giacinto Facchetti.”

hqdefault (3)Quindi con oltre 160.000 intercettazioni che scottavano, ad Appiano Gentile non si rischiava di andare in serie B, no, probabilmente si sarebbe parlato di una pena più severa.

Per chi difetta di memoria ricordiamo che sempre all’epoca, l’Inter fu volutamente esclusa dal processo, e non furono presi in considerazione elementi schiaccianti relativi alle indagini perché il Maggiore Auricchio disse a un assistente di linea, che aveva notizie accusatorie sulla società Inter, che non interessavano, e quando la giustizia sportiva finalmente si occupò di loro, il tutto era andato in prescrizione, ma prescritto non significa innocente.

Dopo molti anni da quei fatti, durante la festa di compleanno dell’Inter, GianFelice Facchetti, parlando di Calciopoli, avrebbe affermato che la sua società non sarebbe stata mai invischiata in tale “spazzatura”. E’ come dire che nessuno di loro è mai stato beccato in una casa squillo clandestina, o perché erano nascosti sotto il letto, o perché le guardie hanno tralasciato di dare una sbirciatina sotto le doghe del letto.

Invece, riguardo alla Juventus unica indirettamente a processo, corre l’obbligo ricordare che quando l’avv. Gallinelli mise sul banco degli imputati una domanda concreta come un macigno, relativa alle famose sim svizzere, ovvero chiedendo come avrebbero fatto i Carabinieri ad avere nei tabulati i tentativi di chiamata fatti quando l’altro telefono era spento o non raggiungibile. Considerando che soltanto dal 2009 le compagnie telefoniche italiane raccolgono quel tipo di dato, non sembra una domanda banale. Prima di questa data, i tabulati in possesso della magistratura contenevano solo le chiamate con risposta.

Dunque com’è possibile che nei tabulati in mano agli inquirenti di Calciopoli, per intenderci le informative che fornì il colonnello dei carabinieri Auricchio, i tentativi di chiamata senza risposta risultano?

Invece, qualcuno, forse l’Inter è stato graziato dal PC di Giuliano Tavaroli. Questolucianomoggiterracina portatile dell’uomo “Telecom” che aveva organizzato le indagini su Moggi e De Santis, venne spedito a Roma dalla Procura di Milano con un decreto d’ispezione. Cosa conteneva? Forse non lo sapremo mai, perché nulla fu estrapolato.

Rammento inoltre che c’è un’intercettazione nella quale Paparesta dice, riferendosi al momento in cui ci fu lo screzio con Moggi e Giraudo, che i due dirigenti della Juve erano stati anche troppo accomodanti, visto come era andata la gara. Dunque, Moggi non solo non riuscì a condizionare le gare, ma in un’altra intercettazione “sfuggita”, Adriano Galliani dice a Meani: “mica dormo” e “quel figlio di puttana di Moggi che con Capello fa una coppia micidiale voleva giocare, invece noi slittiamo”. E, che te lo dico a fare, la giornata di campionato slittò davvero, cosa mai successa nella storia della serie A. Ricordiamo pure che Galliani diceva di conoscere appena il signor Meani!

Quindi Moggi non otteneva favori, altri evidentemente sì.

Sembra anche che sia scomparso magicamente un fi­le audio che riprodurrebbe una telefonata tra l’allora pre­sidente dell’Inter Facchetti e l’ex designato­re arbitrale Pierluigi Pairetto che riferisce: “mi chiamava per sapere chi avevamo intenzione di inserire nelle griglie arbitrali per i sorteggi, erano colloqui sereni, tranquilli, senza malizia”. Quindi la malizia per qualche perverso e oscuro motivo doveva essere esclusiva prerogativa di Luciano Moggi?

Ricordiamo anche che dalle informative stesse, risulta che Adriano Galliani s’incontrava nel ristorante di Meani nel giorno di chiusura (per non essere visti) assieme all’arbitro ancora in attività Collina, per decidere assieme le strategie future e per un eventuale appoggio dell’allora presidente della Lega al futuro designatore predestinato; e questo era agli atti già dal gennaio 2006.

Quindi secondo una logica che nemmeno nella Commedia dell’Arte, se i dirigenti 320bianconeri cenano a casa di Bergamo con i due designatori già fuori dai giochi a campionato finito, il loro è un incontro strategicamente importante, mentre se un dirigente del Milan cena nascondendosi da occhi indiscreti con Collina non è importante.

Tornando a casa nerazzurra, le cene le faceva anche Facchetti (Bergamo è andato a Forte dei Marmi convocato da Moratti). Dagli interrogatori dei testimoni del processo che si tenne a Napoli, infine si seppe che a fare cene private sia stato persino il Parma di Tanzi e Sacchi e che, in generale, le potesse fare chiunque lo richiedesse. Dov’è l’esclusività juventina o la disparità con le avversarie?

Nessuno ha mai visto Moggi a cena con Collina.

Ai nerazzurri di oggi, che Juve o non Juve da sette, otto anni hanno un rendimento estremamente scadente, di fronte ad una Juventus che ha inanellato sei scudetti e due finali di Coppa Campioni, ricordiamo anche che oltre a queste “bazzecole”, c’è stato anche un calciatore nerazzurro con un passaporto falso con i documenti trafugati alla motorizzazione di Latina, fatto per cui l’Inter avrebbe dovuto essere ancora una volta retrocessa.

Adesso Calciopoli non c’è più, invece c’è addirittura il Var, però i nerazzurri stanno a ventuno punti dalla Juve, come mai?

Troppe domande, allora rivolgiamone qualcuna a Luciano Moggi, l’ex D.G. della Juventus, parte in causa.

Si aspetta delle scuse da qualcuno Moggi?

“No, non me le aspetto e non arriveranno. Ancora sento parlare del presunto rigore su Ronaldo, roba che eravamo in vantaggio di 1-0 e al limite potevano pareggiare, e allora? Volevano vincere il campionato con quel rigore?”

“Crede sia possibile una restituzione degli scudetti alla Juventus alla luce dei fatti attuali?”

“Non lo so, Andrea Agnelli si è battuto molto, ma è una questione di federazione. Di fatto sbagliò all’inizio l’avvocato della Juve ad accettare subito di andare in B, fu un errore iniziale.”

 

Dicono che lei si sceglieva i giornalisti con cui parlare, è vero?

“Tutti i dirigenti, i calciatori, insomma tutti parlavano e parlano ancora con chi vogliono,

 

ecco, colgo l’occasione per ricordare il povero Scardina, appena mancato. Vede, se io gli dicevo di non mandarmi Sanipoli perché ero convinto mi portasse sfortuna, ma di mandarmi qualcun altro, in realtà facevo un favore alla RAI, perché rilasciavo molte interviste, coinvolgendo anche i ragazzi e tutti lavoravano; che c’è di male a decidere con chi parlare? Dopotutto non mi sono mai negato. Rammento che è emerso che i sorteggi non erano pilotati, gli arbitri sono stati assolti e quindi non c’era un sistema, e di sicuro non un mio sitema.”

Quanto le è costato difendersi in tribunale?

“Mi è costato quanto ho guadagnato con la Juve, ma non mi lamento, non è mio costume.”

Cosa serve al calcio italiano per tornare a essere grande?

“Servono buoni dirigenti, competenti, un rimodellamento della federazione e ci sono troppi stranieri che fanno scena e basta e mi dispiace dirlo, ma bisogna prendere esempio da altri paesi europei.”

Riguardo all’inchiesta aperta da Giletti relativa a procuratori e faccendieri loschi che chiedono soldi ai genitori di giovani atleti per piazzarli come la vede”?

“Penso che è diventata tutta una giungla e chiunque si permette di mettere bocca e non deve essere possibile, non si manda avanti così un settore giovanile. Vede, la federazione è debole; siamo stati eliminati due volte dai mondiali, siamo fuori prima di cominciare stavolta, e c’è gente che ancora parla del rigore su Ronaldo? L’Inter ora non ha Guido Rossi, è sempre a 21 punti dalla Juve, e mi pare che non sia cambiato niente.”

Riguardo alla sua vittoria in appello contro Facchetti?

“Semplice, a Milano hanno preso in considerazione le intercettazioni che a Napoli hanno ignorato ed io ho vinto, stop.”

 

La miseria umana peggiore però è quella giornalistica, qualcosa che riguarda principalmente la stampa sportiva, un po’ misera, edulcorata, parziale, piena di falle, approssimativa e raffazzonata, assolutamente sotto la media europea e dispiace molto. I giornalisti sportivi italiani si stracciano le vesti nel dire che il calcio italiano è mediocre, ma è evidente che chi lo racconta e ne fa la cronaca, è assolutamente allineato a quella mediocrità.

Simona Aiuti

 

04
Apr
17

Omicidio #EmanueleMorganti e i lati oscuri di #Alatri

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simona Aiuti, giornalista, blogger, scrittrice

Emanuele Morganti è stato picchiato prima all’interno. Perché credevano stesse importunando la barista, e l’hanno trascinato in un angolo. Poi scortato da quattro persone fuori con la maglietta strappata, il sangue vicino la bocca e lui agitato che diceva: Ma non sono io ad aver dato fastidio. Non sono io. Perché mi cacciate? Poi il linciaggio e la sua tragica fine.

 In queste ore si aggiunge un ottavo indagato nell’inchiesta di Alatri per l’omicidio di Emanuele Morganti, avvenuto dopo un brutale pestaggio fuori da una discoteca la scorsa settimana. Nel registro degli inquirenti è finito un uomo che sarebbe stato presente al momento dell’aggressione del ventenne.

Dalla scorsa settimana si trovano in carcere i due principali
accusati della morte di Morganti, i fratellastri Mario Castagnacci e Paolo Palmisani,
accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, già perché incredibilmente un movente non c’è e forse non salterà mai fuori. Tra gli altri indagati ci sono i quattro buttafuori del locale in cui sarebbe cominciata la discussione tra Morganti e i images (6)suoi aggressori, oltre che il padre di Castagnacci; tutti indagati per rissa.

Oggi la verità sembra piuttosto lontana, e le ragnatele viscide che avvolgono e che soffocano l’intera vicenda, offuscano il lavoro degli images (8)inquirenti e sono tessute da una vedova nera che si chiama omertà.

Sono moltissimi i lati oscuri dell’omicidio Morganti. Quella notte nella defilata piazza Regina Margherita, fuori dal Mirò, piccolo locale disco Bar ricavato probabilmente da anguste cantine, non c’erano quattro gatti intenti a gironzolare nel buio. I presenti non erano così pochi le dichiarazioni rilasciate sembrerebbero un po’ troppo divergenti agli inquirenti; che qualcuno menta? A pensar male si fa peccato, images (7)però talvolta s’indovina. Ancora non è chiara la scintilla della rissa e il successivo linciaggio spietato che ne è seguito. Qualcuno ha paventato un’ipotetica “lezione”, ma trucidare un ragazzo incensurato e per bene, dovrebbe essere causato da chissà che enorme “sgarro” tipico della malavita.

Ambiguo è anche il ruolo del buttafuori albanese, il quale, invece di allontanare il Domenico Paniccia, come ha potuto compiere un tale images (9)errore di persona così grossolano cacciando il Morganti? Era forse qualcosa di preordinato e già ordito?

Faccio presente che non siamo al Coccoricò di Riccione, ma in un localino piccolo come il salotto di mia nonna! Intanto da quella fin troppo oscura notte, Pjetri Xhemal, il butta fuori appunto, sembrerebbe volatilizzatosi nel nulla, ha forse qualcosa da nascondere?

Non è affatto credibile che una scaramuccia banale abbia scatenato un pestaggio attuato con una crudeltà così efferata e non basterebbe nemmeno la partecipazione di alcol e droga a un evento che somiglia quasi a una esecuzione per giustificarla. Inoltre, fatto non trascurabile, dopo l’esecuzione barbara, qualcuno, pare una ragazza, avrebbe addirittura sputato sul ragazzo morente. Chi compie un atto simile certamente ha il pelo sullo stomaco e molto sangue freddo. Si tratta di un atto di spregio estremo, eseguito sempre da chi nutre un rancore elevatissimo e probabilmente sarebbe stato compiuto da una donna. I bene informati dicono che nella vicenda, in un modo ancora da chiarire, sarebbe coinvolta pure una ragazza di origini albanesi, per la quale ci sarebbe stata una lite pregressa, fatto non trascurabile.

Sembra che i filmati siano al vaglio degli inquirenti, ma saranno stati utili? Era notte e nella piazzetta ci sono alberi dalle folte chiome e questo non è rassicurante.

http-i.huffpost.comgen5202996imagesn-EMANUELE-MORGANTI-628x314Di fatto molti sono fuggiti, molti altri hanno cercato di evitare di collaborare con la giustizia, per paura, per non avere grane e forse anche per una mancanza di senso civico.

Intanto un altro fatto grave e inconfutabile è che la frattura già esistente e le vecchie ruggini e i rancori esistenti da tempo immemorabile tra il paese di Alatri e la località di Tecchiena, di fatto si sono allargate ancora di più. Emanuele è stato ucciso ad Alatri, ma la sua salma non è stata tumulata nel cimitero locale del paese in cui di fatto aveva la residenza. Sembra che sia stato posto nella tomba di famiglia della madre che si trova invece a Frosinone. Probabilmente sarebbe stato troppo crudele per familiari, portare un fiore nel paese dove il figlio ha trovato la morte.

images (5)La stampa locale e gli autoctoni hanno un po’ troppo velocemente assolto la comunità alatrense, riguardo al clima paesano pesante che si respira, che naturalmente non ha nulla a che fare con l’omicidio. Tuttavia, per esperienza personale posso dire che i locali non amano affatto amalgamarsi con chi viene da fuori, anche se si parla di una manciata di chilometri, tendono a fare quadrato e a essere anche ostili verso l’estraneo. Un giorno una persona locale mi disse: “ a noi delle leggi italiane non interessa, a noi interessa Alatri”.

Ecco, io credo che il campanilismo quando è eccessivo, e claustrofobico, dovrebbe lasciare un po’ spazio alla collaborazione, all’inclusione, all’apertura e strappare ogni più piccola traccia di omertà e oscurantismo culturale, l’unico modo per uscire fuori dalle sabbie mobili che ora mi pare di vedere.

Simona Aiuti

15
Gen
17

#Femminicidio #donneacidificate delitto di identità

 

download-1Una dopo l’altra, da nord a sud, le aggressioni con l’acido non conoscono una delimitazione geografica o una classe sociale, poiché purtroppo sono trasversali.

Forse però sono più difficili da estirpare tra donne che appartengono a strati sociali con bassi livelli culturali, che tendono ad accettare quel tipo di rapporto, ovvero un legame fatto di anche di botte e violenza, quindi donne nemiche di loro stesse.

I tg snocciolano ogni giorno oltre allo stillicidio del femminicidio, anche l’acidificazione di moltissime donne e ciò accade per molteplicidownload motivi.

Questi atti cancellano e ahimè sciolgono letteralmente i tratti di una persona, cambiandola per sempre attraverso un processo dolorosissimo e irreversibile. Ci sono tanti motivi per cui l’acido è uno dei peggiori crimini contro l’umanità esistenti al mondo, ma in alcuni paesi si sta correndo ai ripari, almeno in parte.

images-6L’acido è un’arma invisibile, silenziosa, che costa pochissimo e che si può trasportare in una semplice bottiglia d’acqua, per poi lanciarla addosso a una potenziale vittima prendendola di sorpresa e ciò che è peggio, cercando di colpirla in viso e quindi anche negli occhi, con conseguenze devastanti.

La donna impiega sempre qualche secondo a realizzare che quella che ha addosso non è acqua comune, bensì il più delle volte, acido solforico. In pochi secondi la sostanza genera una sensazione di bruciore che diventa violentissima e intollerabile. La corrosione fa images-5sciogliere pelle, le terminazioni nervose e perfino le ossa.

Se la parte colpita smette di fare male è perché i nervi sono stati già bruciati e accade velocemente.

Si può anche morire di soffocamento per l’inalazione dei gas, si può morire per le infezioni successive e l’acido può perfino raggiungere gli organi divorandoli.

Questo tipo di attacco verso le donne non avviene solo in Italia, bensì anche in molti paesi africani, sudamericani ma anche negli Stati Uniti. I paesi con la maggiore incidenza di attacchi con acido sono però Bangladesh, India e Cambogia, dove è come se le donne usate come merce di scambio, venissero sistematicamente punite se si permettonoimages-8 di dire “no”.

Il maschilismo ancora granitico che si nutre delle stesse donne nemiche di altre donne, impera ed è duro a morire. La falsa convinzione d’essere superiori e di poter quindi punire la “donna”, del suo ribellarsi ad una società patriarcale, unito alla relativa semplicità di procurarsi acidi corrosivi grazie alla massiccia presenza dell’industria tessile che ne fa largo uso, crea il terreno perfetto per la tragedia.

Spesso ad essere attaccate sono donne che rifiutano un matrimonio. Gli aggressori agiscono per offendere quello che secondo la società è il tratto più importante per una donna, ovvero la bellezza, e di images-9conseguenza la sua capacità di contrarre un buon matrimonio grazie ad essa.

In Bangladesh però, introducendo una legge che limita l’accesso a sostanze nocive a compratori industriali e commerciali con licenza, gli attacchi si sono sensibilmente ridotti dal 15% al 20% all’anno ed è un inizio. In Italia non si è preso alcun provvedimento al riguardo e chiunque può entrare in qualunque supermercato e comprare dell’acido per aggredire un’ex compagna e questo nonostante gli attacchi siano sempre più numerosi.

Limitare la possibilità d’accedere a sostanze simili sarebbe un inizio, anche se c’è molto da fare a livello educativo, cominciando dalle agenzie educative preposte come la scuola, per non parlare poi dell’inasprimento delle pene, cui il legislatore non ha messo ancora mano.

Infine è importante sviluppare un’alleanza tra donne e uomini, sì perché ogni volta che una donna è riuscita a raggiungere una vetta, l’ha fatto anche grazie all’appoggio dell’uomo onesto, lungimirante ed equilibrato, poiché se una battaglia è giusta, non va combattuta solo dalle donne, ma da tutti!

Simona Aiuti

12
Ott
16

Fabrizio Corona ci ricasca!

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simona aiuti

La notizia del momento è l’arresto di #FabrizioCorona su richiesta del Pm Paolo Storari. Quindi tanto tuonò che alla fine piovve, eccome! Facendo un piccolo passo indietro, non possiamo non ricordare la pletora di dame di San Vincenzo, samaritani e penitenti vari che negli anni hanno perorato la causa del buon Fabrizio, cercando di farlo uscire dal carcere, dove, secondo molti, era recluso in modo “scandaloso” e chissà se la pensano ancora così.

Alla fine le porte del carcere si aprirono come le acque del mar Rosso e il galeotto uscì provato e sconvolto e secondo gli intimi, anche del tutto pentito e cambiato.

Sarò generosa ed eviterò la lunga lista di reati, alcuni dei quali ignobili,download-3 che sommandosi gli avevano appioppato una pena abbastanza alta, forse equa, ma è certo che il solo perorare la causa del Corona, fu urticante.

Tuttavia, una volta uscito e affidato alle amorevoli cure della comunità di Don Mazzi, il caro imprenditore spregiudicato, ex galeotto non ha fatto altro che riprendere lo stile di vita precedente, con frequentazioni del tutto simili al passato, e direi riuscendo a compiere reati assimilabili a un paio di quelli che l’avevano portato dietro le sbarre.

Corona ha ripeso a farsi pagare le sue ospitate pagate in nero presso le più importanti discoteche d’Italia e non si è mai fatto problemi di orari, scorrazzando in lungo e in largo per il paese. Di serate simili il Vip neimages-2 ha tenute tantissime, tornando di fatto sotto la luce abbagliante e ubriacante dei riflettori, inoltre la sua storia con Silvia Provvedi, la mora del duo Donatella, munita di tette nuove, vincitrici della scorsa edizione dell’Isola dei Famosi ha fatto il resto.

Di solito il costo dell’ospitata del buon Fabrizio, che ha fatto in tempo a rifarsi blefaroplastica e dentiera, era intorno ai
7000 euro, di cui la prima tranche veniva pagata subito. Il giorno stesso dell’ospitata alla collaboratrice tatuata del divo, arrestata pure lei, veniva data la parte restante (3500 euro) però veniva strappato il contratto dapprima firmato, per poterne fare un altro con scritta la cifra di 3500 euro. Il resto quindi era a nero, non registrato alla faccia di images-9Equitalia.

Le forze dell’ordine messe in allarme da troppi indizi, compresa una vacanza a Capri con foto su un’imbarcazione faraonica, alla fine hanno messo alcuni telefoni sotto controllo, scoprendo che taluni ladri, evidentemente bene informati, si erano introdotti in casa della segretaria tuttofare del vippone, e avevano preso a picconate le pareti dell’appartamento, neanche fossero stati i sette nani alla ricerca delle pepite.

Orbene, ciò che la banda del buco non è riuscita a scovare o a scavare, è stato invece trovato dalla polizia, che in un controsoffitto ha fatto saltare fuori circa un milione e settecento mila euro mai dichiarati, ma sufficienti per far tornare il divo tra le braccia delle patrie galere.


L’accusa è quella di intestazione fittizia di beni in relazione a un imagesmilione e 760 mila euro scoperti appunto presso l’abitazione della solerte segretaria Francesca Persi, finita in manette per concorso nel reato. Quelle banconote fruscianti nascoste nel sottotetto provenivano dalle serate che il Vip aveva effettuato durante l’estate, i cui proventi dati in nero non erano e non sarebbero mai stati legalmente registrati.

L’unica buona notizia in tutta questa vicenda è che si è liberato un posto da Don Mazzi, che speriamo venga presto occupato da un volenteroso che ha abbia davvero intenzione di uscire da una dipendenza, qualunque essa sia. La storia continua e anche le indagini, poiché gli inquirenti sembra siano sulle tracce di un conto austriaco del Corona.

Simona Aiuti

11
Ott
16

Bettarini/Russo Vs Ventura querela e il #trash continua!

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simona aiuti

Il caso “Bettarini/Russo” è diventato un tormentone alquanto squallido che ha svelato e messo alla berlina il peggio del paradigma cafonal di questo paese. Il livello culturale medio dei concorrenti è palesemente basso, l’eloquio povero e i risultati pur essendo scontati, suscitano solo mestizia.

Dopo la richiesta del ministro della Giustizia Orlando al Dipartimentodownload (2).jpg dell’Amministrazione Penitenziaria di valutare i recenti comportamenti del dipendente Clemente Russo, atleta in forza al gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre, sono tremati i muri, eppure un’ispezione è davvero lecita.

Ilary Blasy, sempre più magra, e sempre più bionda, e qui Donatella Versace docet; tenta di condurre, senza piglio e senza personalità, ma sfoderando la sua proverbiale freddezza, un “GF” che si rivela comedownload (1).jpg una delle pagine più trash della storia della TV.

L’ex marito di Simona Ventura, forse annoiato e forse triste, ma non si capisce il perché, si è messo a elencare il suo album di figurine di conquiste femminili, forse per impressionare il recente amico pugile.

Bettarini si presenta del tutto depilato, abbronzato come una bruschetta con il piglio del tronista in gita di piacere a Torvajanica, e conferma il detto che a lavare la testa al somaro, ci si rimette l’acqua e il sapone.

Evocata un po’ troppe volte e senza motivo alcuno, Simona Ventura, images-6donna bella, intelligente, capace, preparata, ricca e determinata, a suo tempo lasciò il marito, mediocre calciatore in disarmo per i ripetuti tradimenti, ma evitò qualunque guerra legale, qualunque polemica e cercò di costruire con l’”uomo”, ma sì dai definiamolo così, un rapporto civile per il bene dei figli. All’epoca la donna di spettacolo stette molto male, con febbre altissima in estate, e dimagrì in modo incredibile, eppure non disse mai nulla contro Bettarini. Negli anni poi i vari tentativi di conciliazione per tutelare i figli sembra che non abbiano avuto molto successo e ora lei si trova costretta a sporgere querela.

Bettarini racconta di essersi accoppiato con una serie infinita di stelline della televisione, tutte mezze calzette a dire il vero, e lo fa conimages (5).jpg uno stile che farebbe rabbrividire anche “Uguccione”.

Russo replica dando della poco di buono alla Ventura, che secondo Bettarini, lo avrebbe tradito povero cocco, e dice che una così andrebbe lasciata morta nel letto. Siamo nel 2016 e anche se Russo non farebbe mai una cosa simile, si tratta comunque di un linguaggio sessista, pericoloso, violento che se incastonato in una dimensione culturale a rischio, potrebbe provocare emulazione. Considerando poi l’autentica strage quotidiana di donne, anche madri di famiglia che vengono uccise come in una mattanza inarrestabile, direi che la lingua dovrebbe essere frenata.

Bettarini dovrebbe ricordare che la Ventura è la madre dei suoi figli,images-7 una donna che l’ha amato, sostenuto e che Dio la perdoni, anche aiutato. Hanno tentato di far passare il concetto che si era creato un clima da palestra, quindi negli spogliatoi si considerano le donne, le madri e le mogli delle poco di buono e se uno dice che si potrebbe farne fuori una non è grave?

Alla fine Mediaset ha cacciato Russo, e ha dato un buffetto all’ex calciatore, ha un senso? Direi di no. Spero davvero che la Ventura riesca ad ottenere in tribunale talmente tanti soldi di risarcimento da tutti e due da ridurli in tanga leopardato e tacchi per alzare qualche soldo.

Al culmine dell’autorevolezza, tipo Disney Channel, La Blasi dice di dissociasi da quelle becere chiacchiere, a ecco, mancava pure che si associasse e davvero non era necessario tentare di avere un piglio laconico non è credibile.

E intanto la Ventura che viene accusata d’aver concupito Giorgio Gori, images (8).jpgcosa a cui non crederei nemmeno se mi ritrovassi la scena davanti agli occhi, e i suoi figli stanno finendo nel frullatore mediatico e ci finiscono da innocenti.

Dunque, tornando al livello culturale bassino, è evidente che Bettarini una qualche difficoltà a mettere assieme un discorso di senso compiuto ce l’ha e per questo avrebbero dovuto fermarlo, ma solo per carità cristiana. E’ anche evidente che La Ventura, libera e indipendente, e senza appoggi di alcun genere, non è stata minimamente tutelata o difesa come donna e come madre.

A pensar male si fa peccato però ci s’indovina ed è certo come la luce del sole che se Bettarini avesse detto cose simili su Marina Berlusconi o CuEnL8gW8AASvyv.jpgMaria De Filippi, sarebbe venuto giù il teatro e ora il caro Stefano starebbe nella cacca. Ciliegina sulla torta, durante il finto processo è stata inquadrata spesso la Mosetti con espressione vitrea e non perche non ne abbia un’altra, mi spiego?

Insomma, direi che in questa edizione sono stati messi insieme dei soggetti che spero non rappresentino l’Italia, ma sono di certamente alfieri di una parte di questo paese di cui io non vado per niente fiera.

Simona Aiuti

22
Set
16

Scansatevi francesi, noi usiamo il bidet!

0417Partiamo dall’inizio. I primi esemplari di bidet sono comparsi in Francia fra il 1600 e il 1700. Bidet, in francese antico, significa “pony”, perché ci si mette a cavalcioni. L’inventore è Christophe de Rosiers, e installò il primo esemplare nella reggia di Versailles, abitazione della famiglia reale francese. A dire il vero le sale da bagno in questa famigerata reggia furono messi in disuso alla svelta, poiché nessuno si lavava!

Tuttavia l’invenzione del bidet si diffuse rapidamente e altrettanto images-1rapidamente decadde. L’igiene personale, infatti, non era la prima preoccupazione dei reali francesi. Si dice che il Re Sole, consigliato dai medici, rifuggisse l’acqua e il sapone per paura di contrarre malattie e da qui si comprende anche il grande uso di profumi, ancora oggi “indispensabili in Francia. Leggenda vuole che il monarca si sia immerso in una vasca da bagno per sole tre volte in tutta la sua vita. Non solo: pare che le uniche interessate a lavarsi le parti intime fossero le prostitute, per ovvi motivi, così, il già vituperato bidet divenne anche sinonimo di depravazione.

images-2In Francia il bidet è rimasto un oggetto sgradito e la sale da bagno in generale lasciano molto a desiderare; alla faccia del paese civile e progredito. Così, a partire dagli anni ’70 del ‘900 si è scelto di eliminarlo dalle abitazioni. Quindi, se vedete un bidet in una casa francese vuol dire che quella casa è antecedente agli anni ’70 e non è mai stata ristrutturata, e gli altri diciamo pure che sono degli zozzoni.

Di qua dalle Alpi però è tutta un’altra musica che profuma di sandalo, rose e violette, a seconda del gusto. Il bidet ha
avuto decisamente fortune migliori e lo dobbiamo in buona parteimages-6 Maria Carolina d’Asburgo-Lorena, regina di Napoli, che volle un bidet nella sua camera da letto, infischiandosene del fatto che in Francia fosse considerato un oggetto ambiguo. Fu grazie a lei, insomma, che si diffuse in modo più che capillare nel resto del Paese. Anche da noi, però, il processo non
download-1fu rapido. Pare, infatti, che nella seconda metà dell’’800 i funzionari sabaudi che trovarono un bidet mentre facevano un inventario nella reggia di Caserta lo classificarono comeun”oggetto per uso sconosciuto a forma di chitarra”, di cui però velocemente capirono e gradirono l’uso.

In ogni caso, varcati i confini italiani, del bidet si perdono subito le tracce e bisogna proprio dirlo, molte case e molte sale da bagno delledownload-2 stesse sono davvero sporche e trascurate.

Parliamo di paesi in cui sembra funzioni tutto, ma le case sono un delirio. Non è raro trovare accumuli di polvere e c’è
spesso una generale noncuranza.

Chissà perché c’è una generale noncuranza. Non dico che ci sia la possibilità che si sviluppi il colera, ma diciamo che il visitatore dall’impronta latina o sud-europea non resta impressionato dall’igiene e dall’ordine.

Si faranno anche tante docce, ma il bidet latita, e praticamente lo usiamo solo noi italiani e dove si trova, è vissuto come un oscuro oggetto la cui presenza era dubbia e piuttosto considerata come un reperto archeologico inspiegabilmente piazzato nella toilette e a volte se ne liberano alla prima occasione. Ebbene, bando alle ciance, il bidetbidet1 serve eccome e non credo che chi non lo possiede in casa profumi sempre di rose e violette.

Ovviamente a questo punto, per pura statistica, bisognerebbe dedurre che se la quasi totalità della popolazione mondiale vive la propria esistenza senza aver bisogno del bidet, così fondamentale non è. Tuttavia, se avete avuto la (s)fortuna di crescere con un bidet in casa, ne soffrirete terribilmente la mancanza dopo poche settimane (o anche giorni) e vi chiederete perché il mondo si rifiuti di riconoscerne l’utilità e la (quasi) indispensabilità. Ora, non images-5vorrei entrare in dettagli intimi che tutti potete immaginare, ma perché doversi fare una doccia quando si può semplicemente “andare al dunque” con un bidet? Credo che queste domande di profondissimo spessore esistenziale possano essere comprese solo dagli italiani. Meglio mettersi l’anima in pace. Ma vi assicuro che se mai mi trasferissi in un Paese straniero non avvezzo all’uso del bidet, farò in modo che la mia abitazione ne disponga, a costo di farmelo spedire via nave!

Simona Aiuti

18
Set
16

Tiziana, vittima dei leoni da tastiera

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Simona Aiuti

Si sentono forti dietro un profilo falso, dietro una tastiera, e forse non hanno nemmeno piena consapevolezza della loro ferocia e di quanto possano ferire

Strascichi, polemiche, dibattiti e tutto si consuma nel web, croce e delizia dei nostri tempi; già, tempi difficili quelli che stiamo cavalcando e che si svolgono sui social. La trentunenne Tiziana Cantone si è uccisa strangolandosi con un foulard, vittima del frullatore, del terribile tritacarne che può essere il download-2mondo d’internet, nel quale tutti noi siamo finiti in un modo o nell’altro, ignari spesso di alcuni pericoli, e poi a volte si arriva a un punto nel quale tutto sfugge di mano, un punto di non ritorno. E’ come se il web avesse sete di sangue, come se si trasformasse in un Colosseo che reclama la vittima da vituperare, da torturare, perseguitare, consumare, irridere, e infine rovinare.

download-1Tiziana ha perso il controllo dell’auto che stava guidando virtualmente, nessuno ha voluto avere pietà di lei e infine si è consumato il tributo di carne umana e lei non ha retto, non è stata abbastanza forte; ma chi al suo posto avrebbe retto così a lungo?

Voleva fare un dispetto al suo fidanzato girando un video piccante, non sapendo che poi il video girato avrebbe potuto essere una mina vagante per lei e per chi la conosceva. Foto e video imbarazzanti, se finiscono nelle mani di persone senza scrupoli, ci risucchiano in un vortice terribile, corrono sul web con la velocità della luce creando un bel po’ di scalpore, e di conseguenza come in questo caso, hanno umiliato la ragazza che non reggendo ha optato per un gesto estremo e senza ritorno. Inutile direimages-2 che i video con Tiziana da protagonista hanno ricevuto milioni di like, ma ora restano come l’arma di un delitto e come qualcosa che poteva essere evitato solamente usando la coscienza.

C’era stato già un altro tentativo di suicidio, forse per disperazione assoluta del momento, poiché c’era stato anche il desiderio di cambiare identità messo in moto da tempo, quindi per uscire con le unghie e con i denti da questo vortice avviluppante la giovane donna aveva cercato di emergere e salvarsi dalla gogna mediatica, ma infine la vergogna l’ha fatta soccombere.

imagesOra resta un avvocato che sta cercando di lottare contro chi ha forse indotto una donna al suicidio e restano anche i sadici, i crudeli utenti del web 2.0 che non solo mettono alla gogna una ragazza, ma addirittura gioiscono della sua fine e la deridono. Ora più che mai è necessario che il web abbia imposte delle regole, ed è ancor più necessario che la privacy sia più tutelata, che soprattutto i minori vengano salvaguardati e che più di tutto vengano severamente puniti tanti signori “nessuno”, che prima di offendere, denigrare, calpestare i morti e pure i vivi, dovranno in futuro pensarci due volte. Sono in tanti, troppi che non pensano alle conseguenze di quello che scrivono pubblicamente, e che uccidono, talvolta senza saperlo.

I signori nessuno devono accettare le conseguenze di quello cheimages-1 scrivono, tanto quanto me che sono giornalista e che rischio la querela ogni 3×2. Ho indirettamente avuto a che fare anch’io con certi “leoni da tastiera” che mi hanno riempita d’insulti, e ho anche ricevuto delle minacce specifiche, e solo perché avevo scritto ciò che pensavo senza denigrare chicchessia. Si sentono forti dietro un profilo falso, dietro una tastiera, e forse non hanno nemmeno piena consapevolezza della loro ferocia e di quanto possano ferire, quindi è bene che il legislatore intervenga a difesa di chi è aggredito e che infine punisca chi augura la morte, e fa di peggio.

Simona Aiuti

 

12
Set
16

Ma la Lorenzin ci fa o c’è?

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simona aiuti

Quest’uscita infelice non è solo idiota, ma dovrebbe anche essere subito ritirata, perché ferisce la sensibilità delle donne e credo anche di molti uomini

La Lorenzin ha avuto una bella alzata d’ingegno e le donne italiane in età fertile e non, hanno poco gradito. Uno degli slogan più fastidiosi è senzaltro “La fertilità è un bene comune”, come se lo stato o la cittadinanza avessero dei diritti e delle opzioni sull’apparato riproduttivo delle donne italiane. Poi la Lorenzin haimages-7 continuato con “Genitori giovani, il miglior modo per essere creativi”, una trovata a dir poco patetica. A parte che un genitore con la grisaglia davanti a simili parole sente l’angoscia salirgli fino all’età pensionabile, ma vogliamo mettere dei neonati nelle mani di ragazzini? La cara ministra della Repubblica Lorenzin non tiene conto delle incertezze economiche dei giovani, problema che lei non ha, visto il suo lauto stipendio, quindi non avrà problemi a comprare scarpe dopo il suo parto gemellare, per il quale download-1forse avrebbe voluto un encomio. Lo sappiamo bene che oggi si fanno meno figli, forse però quelli che nascono sono voluti, amati e desiderati. Qualcuno dovrebbe ribadire il concetto, credo leggermente “terremotato”, visti i tempi che viviamo, che la maternità non è più né un traguardo né uno status, eppure ancora oggi, le single sono considerate dei soldati semplici e le madri, anche sedownload-2 sgangherate, delle generalesse. Avere o non avere figli non è solo questione di temere di non arrivare a fine mese. Diciamo pure che c’è chi non vuole riprodursi e non per questo deve sentirsi un mostro o un nemico dello stato.

Avere un bambino deve essere una scelta legittima agevolata da politiche sociali e non incoraggiata in modo così grottesco.

images-1Un altro slogan della campagna recita, “La costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile”. Quindi i figli di genitori poco brillanti, o nati senza una programmazione, o addirittura da violenze, o dopo due bicchierini che fanno cedere i freni inibitori che si fa, li mettiamo in un campo di concentramento? Li eliminiamo perché difettosi? Ma la cara Lorenzin, sempre quella che ha avuto un parto gemellare e forse anche due medaglie, ha dato il meglio di sé con “La bellezza non ha età. La fertilità sì”.

Quest’uscita infelice non è solo idiota, ma dovrebbe anche essere subito
ritirata, perché ferisce la sensibilità delle donne e credo anche di molti images-2uomini. Si tratta di un concetto che è uno schiaffo alle donne che certamente non sentivano la necessità che qualcuno ricordasse loro che la fertilità non è per sempre, specie se sono state male. Non tutte le donne riescono a snocciolare due gemelli come ha fatto mia nonna o mia cugina Stella. Ci sono anche quelle che ci provano ma non ce la fanno per una malattia, per un cancro maledetto, o perché essendo responsabili, non images-6avendo accanto un uomo che amano, non se la sentono di procreare a vanvera e si mordono il labbro pensando che forse resta poco tempo. Guardano le pance, le carrozzine e sentono talvolta quel profumo di certi neonati e dentro piangono, quindi questo slogan non serviva.

Credo inoltre che non sia compito del ministro della salute fare certe alzate d’ingegno, e che invece proprio della salute dovrebbe occuparsi se vuole che le donne tornino a procreare. Dovrebbe occuparsi di ogni pronto soccorso italiano che esplode con anziani in barella i quali talvolta ci lasciano le penne, dei reparti che chiudono e del personale che è poco, mal pagato e che non ce la fa più.

Dovrebbe occuparsi del vitto che come ho potuto costatare è pessimo e aimages-5 volte arriva da cento chilometri di distanza e di casi come quello di mia nonna novantenne che non trovando posto in un reparto, fu alloggiata in un magazzino!

La Lorenzin, se vuole che le donne abbiano una maternità sana e responsabile, dovrebbe fare in modo che le studentesse siano accolte gratuitamente da ginecologi, che facciano esami, ecografie e mammografie, estese anche alle donne anziane, che spesso come nonne sono mamme due volte.

In Italia partorire costa tantissimo, partendo dalle visite ginecologiche e poi imagesla cara ministra dovrebbe sapere che non ci sono molti asili e quelli che ci sono costano troppo. Vorrei anche dire che le donne straniere rifugiate o migranti non pagano niente, forse è giusto, ma è altrettanto giusto che dobbiamo pagare sempre e tutto noi? Questa è un’altra storia, ma ci rifletta cara ministra.

Simona Aiuti

09
Set
16

Pussy depilata sì o no?

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simona aiuti

Esistono diversi tipi di depilazione intima e la scelta è del tutto personale. Bikini line, brasiliana, integrale, fino all’ultima tendenza: la Full-Bush Brazilian. Ogni donna ha la sua tipologia preferita. C’è chi opta per una semplice “aggiustatina”, eliminando soltanto il superfluo, chi sceglie una depilazione più decisa e chi decide di eliminare ogni traccia di pelo, neanche usasse il diserbante

 Negli ultimi anni si è diffusa ampiamente la “Brazilian Wax”, depilazione alla brasiliana, che consiste nell’eliminazione dei peli, ad eccezione di una piccola porzione sul davanti, la cui forma e quantità può variare ed è stata la panacea delle estetiste, con quotazioni arrivate alle stelle. Maureen O’Connor, giornalista del blog del New York Magazine The Cut ha definito la Full-Bush Brazilian l’ultima tendenza in fatto di depilazione intimaimages-1 femminile. Per intenderci, questa tipologia elimina tutti i peli nella parte bassa delle labbra e dietro, ma lascia un “cespuglio pieno” davanti, nella parte alta, un lavoro da decespugliatore insomma.

La depilazione intima totale nota anche come stile Hollywood, consiste nella rimozione totale dei peli presenti nelle zone intime, scelta sempre più dalle donne per motivi estetici e per comodità, in quanto, sopratutto d’estate, è possibile utilizzare qualsiasi tipo di bikini senza il rischio che qualche ciuffetto di peli faccia capolino dal costume. Eppure, sembra che in tal modo ci siano dei pericoli e una correlazione tra la 19696-jacopo_palma_il_vecchio_venere_olio_su_tela_1528_collezione_privatamoda della depilazione intima totale e il rischio di contrarre malattie come funghi, herpes, Papilloma virus (Hpv), verruche genitali e sifilide, poiché in natura i peli pubici trattengono germi e batteri, quindi se ci sono un motivo c’è eccome.

Dunque, tanto per farci del male, esiste la ceretta classica, poi c’è quella al biossido di titanio, ma ora le più richieste sono quelle ottenute secondo una tecnica orientale che miscela acqua, limone e zucchero o anche le cerette naturali a base di ingredienti lenitivi e ammorbidenti come miele, avocado e oli vegetali, insomma per la pussy non ci sono confini di falciatura!

La depilazione trasforma la maggior parte delle donne in vere e proprie “schiave” da ceretta, lametta, crema, e quant’altro. Tuttavia, la cuoricinodepilazione femminile intima non pare essere apprezzata da tutti gli uomini, anzi, al contrario.

Secondo un sondaggio, il 43% preferisce una donna naturale, se non con tutta la peluria, almeno con parte di essa.

Il 17% degli intervistati ha detto di preferire la forma a striscia verticale, tipo pista d’atterraggio, il 15% una forma a cuore e, infine, soltanto il 12% ha detto di apprezzare l’epilazione totale alla brasiliana,images (1) osteggiata da molti, poiché ricorda una donna troppo giovane, infantile.

Insomma, il 43% dei maschi ha dichiarato di apprezzare il triangolo folto, ben definito e rasato giusto per dargli una forma regolare, ma che faccia “donna”. I disegni e le forme più popolari di depilazione per le venusiane, e tra gli uomini, pare siano la striscia, il cuore, il triangolo, le quali indicano che conservare alcuni peli sia più sexy sia non la depilazione totale, che mette a rischio anche di bruciature e irritazioni da sfregamento! E poi l’assenza di peli è collegata all’infanzia.

Ma le estetiste si sa, sono professionali e precise. Per ogni pelo estirpato il prezzo aumenta. Loro vogliono sapere in anticipo come vogliamo farci “conciare”, perché gli appuntamenti sono incalzanti e noi vagine impegnate nella lotta contro la natura pilifera, veniamo stipate una dietro l’altra come galline a covare  in attesa della guerra per abbattere la tirannia del pelo superfluo.

images-6Premetto che io mi sono a lungo concettualmente opposta alla moda della patata glabra, per una serie di ragioni tra cui la principale è che scosciarsi ignude di fronte a una sconosciuta per farsi spalmare cera bollente e farsi strappare via i peli dalla parte più delicata e celata del corpo, mentre magari quella cerca di distrarci raccontandoci dell’ultimo disco dei Modà, è un’esperienza davvero imbarazzante, dolorosa, e quasi preferiremmo andare a fare la spaccata dal ginecologo. Che poi ci sono quelle che ti dicono “Non t’irrigidire” e tu vorresti rispondere “Sì, hai ragione, in effetti sentire che armeggi a cavallo tra piccole e grandi labbra armata di colla e strisce di carta con muscoli da pugile è rilassante quasi quanto estrarre una zanna a una tigre senza
images (7).jpg anestesia”.

Non che le altre tecniche depilatorie siano molto più comode, anche se praticate nell’intimità della nostra casa. Le creme puzzano e lasciano delle aiuole, e poi il mascolino rasoio fa venire voglia d’andare dal barbiere, saltare su uno di qui cavallini e fasi sbarbare, tanto chi meglio di lui?

Poi, per carità, depilarsi l’inguine è importante quanto meno per decenza e per non convivere con la foresta amazzonica, ma la prima volta che ti metti sul lettino dell’estetista per farti depilare tutto, ma tutto, e davvero tutto, hai come la sensazione che ti stiano per fare la colon scopìa e l’istinto di fuggire si fa largo come se non ci fosse un domani o come se avessi alle calcagna i ROS.

E l’estetista ti dice anche: “mettiti a cagnolino”, tu senti chiaramente images-8di stare sacrificando tutta la tua dignità, il femminismo che ti ha lasciato tua madre e anche il caro vecchio buon senso del pudore da mutande di lana che ti ha lasciato tua nonna,  sacrificando ogni cosa sull’altare dell’estetica pornografica, e non sai nemmeno tu bene il motivo per cui lo stai facendo, ed è allora che invochi lo spirito di Patti Smith che non si fa nemmeno i baffi e le chiedi di perdonare la tua momentanea images-9dedizione all’epilazione massificata modaiola, poi per dimostrare che sei moderna, pensi pure di tingerti un ciuffetto verde o rosa, ma desisti poiché dopo i diciotto, la tintura e il piercing lì non sono affatto consigliati, fanno crisi di mezza età!

Poi diciamocelo fino in fondo, dopo una depilazione totale, depilata, fa capolino in noi lo spirito sfrontato di una escort d’alto bordo, ma è solo l’ebbrezza, perché si tratta di semplice zoccolaggine.

In quei momenti fa capolino l’esigenza di legittimare e dare un senso images-10alla rasatura con almeno trenta minuti di cunnilingus, facciamo quaranta, altrimenti perché fare tanta fatica per mettere in ordine una cosa che nemmeno si vede? Poi, per carità, quella fatica la facciamo, perché hai visto mai che inciampi in Javier Bardem  o Benicio del Toro e c’hai l’ortica che cresce selvaggia sull’inguine? Soffriamo, siamo imbarazzate, che si sappia!

Poi si sa, l’uomo è mentalmente è più semplice e quindi noi ci consoliamo pensando che depilandoci totalmente, riuscirà a trovare più facilmente il clitoride, pare che alcuni lo stiano ancora cercando o lo usino come un citofono.

images (14).jpgPerò detto tra noi, all’uomo vero il pelo piace. Perché il sesso più sano è scomposto, spregiudicato, brutale e primitivo, totale, sanguigno e “incolto”. Il sesso migliore ci riduce a pelle e respiro, istinto e sudore, ci avvicina tantissimo agli animali, annienta la consapevolezza e la razionalità. E’ empatico più che estetico. E un vero maschio, di fronte al più succulento dei nostri solchi, non può che pensare al nostro piacere, attraverso il quale sublimare la sua eccitazione. E dovrebbe badare poco, assai poco, a quanto irsuto è il nostro pube, curandosiimages-12 assai più della partecipazione che il nostro corpo manifesta di fronte alle sollecitazioni che ci propina.

E se un abitante del pianeta Marte fa troppo lo schizzinoso, si vede che è confuso, dopo tutto Moana Pozzi e Brigitte Bardot ce l’avevano pelo!

Simona Aiuti

30
Ago
16

Terremoto e scuole costruite come quelle dei 3 porcellini!

 

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simona aiuti

La terra trema ancora; sotto le tende montate dalla protezione civile fa un po’ meno paura, però quando e chi ricostruirà? E soprattutto, sta volta quelli che hanno edificato le case di “marzapane” finiranno in prigione o no?

Tutto quello di cui gli italiani non hanno bisogno, sono vent’anni di processi seguiti da un “tutti assolti”, non davvero questo no!

In questo momento è davvero molto generoso il gesto di Fedez, J-Ax e l’Amoroso che devolveranno i ricavi di una parte dei proventi di alcuni brani per la ricostruzione e sarà una ricostruzione mirata, riguardante un asilo e l’ospedale di Amatrice. Non possiamo che ringraziarli, ma è tempo che i privati cittadini, quelli abituati da sempre ad arrangiarsi, non debbano ancora sostituirsi allo “Stato” o aspettare la beneficenza.

Quegli edifici li avevamo già pagati con le tasse e poi tra le macerie ridotte a farina di riso, e anche il più scalcagnato dei geometri, esperto di castelli di sabbia, noterebbe a occhio nudo materiale friabile. Quindi molti edifici erano stati costruiti male o comunque ristrutturati peggio. 290 persone sono morte, forse anche perché si è tollerato l’abusivismo edilizio, e si è usato molto materiale scadente e attendo solo di essere smentita. Tremano i polsi al pensiero che se il terremoto avesse scosso Amatrice una mattina appena dopo l’apertura delle scuole, da quell’ammasso di macerie in cui ora è ridotta la scuola del paese, avrebbero estratto non so quanti bambini innocenti, ed è già accaduto.

Le tasse le paghiamo anche per ricostruire gli edifici tirati su come quelle dei tre porcellini, con la sabbia e il fil di ferro, per cui io voglio chiarezza e giustizia veloce e non voglio dovermi sempre arrangiare con il volontariato perché lo Stato è friabile come certi muri di argilla.

Non voglio che sia sempre necessario fare delle collette, raccolte di fondi, concerti di beneficenza e che debba essere il generoso nonché giovane Fedez a doverci pensare, perché per coloro i quali pagano regolarmente le tasse, tutto ciò è umiliante.

Perché dovrei aspettare che un qualunque theleton mi regali dei soldi, se io ho già pagato per un ospedale solido?

L’ospedale dell’Aquila deve ancora essere completato, e ad Amatrice tra poco farà freddo, quindi deve essere ricostruita nonostante chi ha usato acqua e farina per il calcestruzzo e presto. Si cercano le carte tra le macerie per indagare e già questo è deprimente.

Insomma, il destino del tetto della scuola in cui vanno i nostri figli, le palestre o il controsoffitto che cadendo ha lasciato un ragazzo su una carrozzina, deve dipendere da come lo Stato utilizza i nostri soldi e le tasse che paghiamo, che sono tante, tra le più alte d’Europa, e non può dipendere da quanti dischi venderà Fedez o da una “partita del cuore” o da una maratona televisiva.

Lo Stato dovrebbe avere dignità e usare i fondi extra, quelli che la gente elargisce generosa per qualcosa di bello come un teatro, un parco giochi, una ludoteca, o una piscina, ma scuole e ospedali dobbiamo tirarle su noi ed essere sicuri che siano solidi.

Simona Aiuti




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