Archive for the 'costume/attualità' Category

23
Nov
20

Celeste Cammina sulla luna

Continuano le avventure, gli amori e le vicende di Celeste Lanzetti e delle sue amiche.

Un tuffo indietro nel tempo, un giallo da dipanare, il Palio in cui gareggiare e un paio di uomini affascinanti che gravitano in questo micro cosmo. Celeste, Manola, la Leonessa che finalmente si posa, e Olivia, trans che vuole emergere e riprendersi la vita. Correndo anche sui tacchi e tenendosi per mano, le ragazze restano in pista. Sullo sfondo la magia guidata dalla luna, riti, miti e quel sogno che ci fa restare attaccati alla realtà.

23
Nov
20

Celeste Cammina sulla Luna

Continuano le avventure, gli amori e le vicende di Celeste Lanzetti e delle sue amiche.

Un tuffo indietro nel tempo, un giallo da dipanare, il Palio in cui gareggiare e un paio di uomini affascinanti che gravitano in questo micro cosmo. Celeste, Manola, la Leonessa che finalmente si posa, e Olivia, trans che vuole emergere e riprendersi la vita. Correndo anche sui tacchi e tenendosi per mano, le ragazze restano in pista. Sullo sfondo la magia guidata dalla luna, riti, miti e quel sogno che ci fa restare attaccati alla realtà.

08
Feb
20

premio di Poesia AARS

 

L’Associazione Culturale A.A.R.S indice e organizza un concorso letterario di poesia per opere inedite in lingua italiana. A.A.R.S., bandisce un premio di poesia per promuovere, l’arte della scrittura, così come la storia e la cultura popolare in tutte le sue declinazioni, nell’intento di salvaguardare il patrimonio Demo Etno Antropologico italiano. Il premio gode del Patrocinio del Comune di Frosinone, dell’Amministrazione Provinciale del Capoluogo di Frosinone, dell’Università degli studi di Cassino e del Lazio Meridionale e della famiglia Aiuti. Della Banca popolare del Frusinate. Il concorso è denominato “Premio Letterario “A.A.R.S.”, dall’associazione Arte, Restauro e Storia, di Frosinone, che si articola nelle seguenti sezioni:

Sezione A: Poesia a tema libero

Sezione B: Poesia dialettale con traduzione

sezione C: Poesia ispirata alla storia e tradizioni della cultura locale e popolare, monumenti, riti, feste popolari, canti e usi riguardanti il complesso del patrimonio culturale “Demo Etno Atropologico”.

Il Premio sarà assegnato a opere di poesia che si distinguono per qualità letteraria. Nell’intenzione degli organizzatori, in accordo con gli scopi per cui è stato indetto il premio, è in primo luogo il riconoscimento e lo spazio di visibilità offerto agli autori premiati in tutte e tre le sezioni. Il valore di quanto riconosciuto alle opere che si qualificheranno, è attestato e certificato da una giuria di comprovata e trasparente serietà, competenza e determinazione, che valuterà unicamente i testi in concorso, non conoscendo i nomi degli autori delle opere.

Lettura e valutazione saranno anonime, in garanzia che l’autore dell’Opera, non sarà stimato nel suo lavoro complessivo di CV, ma solo in relazione all’Opera presentata in concorso: né il suo nome né le pubblicazioni al suo attivo potranno in alcun modo influenzare la valutazione. Ogni giurato assegnerà un punteggio.

 

Regolamento

Si può concorrere in una o più sezioni con opere inedite, anche se vincitrici in altri concorsi.  Ogni opera non dovrà superare i 40 versi. Possono partecipare autori compiuti i 18. Non sono ammessi alias e/o nickname.

Modalità di Partecipazione

Il concorrente invierà il materiale in unica copia, solo ed esclusivamente all’indirizzo di posta elettronica associazione-aars@libero.it con termine di scadenza il 30 giugno 2020

 

1) Un file in formato WORD – DOC – ODT contenente – (Uno per testo) – i propri elaborati

(Titolo e testo) specificando soltanto la sezione per la quale sono in concorso;

2) La scheda di partecipazione compilata in ogni campo e firma in calce.

Si può partecipare a tutte le sezioni. Non sono ammessi testi inneggianti alla violenza, razzisti, sessisti, né blasfemi.

PREMI

 Sarà stilata una classifica che prevede 1°, 2° e 3° posto, per ogni sezione. Ai primi 3 classificati delle sezioni adulti verrà consegnato un trofeo o una targa o equivalente e una pergamena con la motivazione della Giuria.

La giuria, composta dai soci dell’associazione A.A.R.S. si riserva di assegnare altri premi speciali, menzioni o segnalazioni di merito, conferiti con diploma personalizzato e/o targa.

Il premio sarà consegnato personalmente ai vincitori durante la cerimonia di premiazione. E’ prevista delega al ritiro da far pervenire via e-mail agli organizzatori almeno 5 giorni prima della premiazione.

Solamente gli Autori vincitori, segnalati o menzionati, riceveranno comunicazione personale tramite e-mail e telefonicamente. I risultati inoltre saranno resi noti pubblicamente sul social network Facebook sulla pagina ufficiale “AARS”, in cui sarà resa nota anche la data e il luogo della premiazione.

Tutti gli autori Partecipanti sono invitati alla Cerimonia Di premiazione.

Come parziale contributo di spese di segreteria, si richiede la cifra di euro 15,00 da versare sul conto corrente “IT69Z0529714800CC1000054861”

 

La partecipazione al concorso implica l’accettazione incondizionata del presente

regolamento, pena l’esclusione.

 Per ogni richiesta di ulteriore informazione o per comunicazioni rivolgersi

a Simona Aiuti: aiuti.simona@teletu.it

 Presidente di giuria: Simona Aiuti, vice presidente di giuria Francesco Antonucci

Giurati: Donatella Sorbellini, Francesco Giralico, Leonardo Antonucci.

SCHEDA DI PARTECIPAZIONE

VIII Edizione 2020 Concorso letterario Nazionale “A.A.R.S.” città di Frosinone

Nome/Cognome_________________________________________________________

Nato/a_______________________________________________il____________________

Residente in

via__________________________________________Città_________________________

Cap__________________Provincia________________________________Stato________

Tel.____________________________________E-mail________________________

Partecipo alla/e sezione/i: (indicare il titolo delle composizioni)

SEZ. A – POESIA __________________________

SEZ. B – POESIA dialettale______________________________

SEZ.C –Poesia a tema imposto_________________________

Dichiaro che il/i testo/i presentato/i al concorso è/sono frutto del mio ingegno e che ne

detengo i diritti a ogni titolo. Sono a piena conoscenza della responsabilità penale prevista

per le dichiarazioni false all’art. 76 del DPR 445/2000.

Acconsento al trattamento dei dati personali qui riportati in conformità a quanto indicato

dalla normativa sulla riservatezza dei dati personali (D.lgs. 196/03 e successive modifiche)

esclusivamente per il concorso in oggetto e per eventuali iniziative organizzate

Luogo e data________________________Firma__________________________________

03
Mag
18

Facchetti Jr. Vs Luciano Moggi 0-2

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Simona Aiuti

Quale è stata pietra angolare su cui sono state erette torri d’accuse in solido cemento armato che per tanti anni hanno gravato su Luciano Moggi affibbiandogli il ruolo del cattivo?

Com’è stato possibile dire così tanto su Moggi fino all’inverosimile senza tirare in ballo altri suoi colleghi e avversari? E’ presto detto; o si è omesso, o non sono stati presi in considerazione.

Il personaggio Moggi si prestava così tanto? Certamente sì, ma è palese che egli mai avrebbe potuto contrastare uno degli antagonisti di maggior spicco che però non c’era, un rivale consegnato alla storia puro e intonso come se fosse uscito dalle acque del Giordano, una figura d’atleta senza macchia, protetto da quel pudore comprensibile, provato da chi non ha mai voluto, tanti di noi, nominare più del dovuto chi è passato a miglior vita. Tutti noi, non solo Moggi, saremmo usciti sconfitti dal confronto con Giacinto Facchetti, un raffronto perso in partenza.

Eppure dal 2006, più volte si è detto che certamente non si voleva infangare chi non è più tra noi e non potrebbe difendersi, ma affrontare i fatti sì, prendere in considerazione testimonianze, intercettazioni si sarebbe potuto e dovuto fare, poiché se è vero che non si deve infangare chi non c’è più, esistono anche i diritti dei vivi, e consegnare alla storia del calcio qualcosa che almeno somigli vagamente alla verità.

Eppure il tempo è galantuomo, giacché si è da poco conclusa la diatriba legale per unahqdefault (1) querela tra Luciano Moggi e GianFelice Facchetti, figlio dell’ex presidente dell’Inter Giacinto, confermando la sentenza di primo grado secondo la quale Facchetti padre faceva lobbing con gli arbitri. A questo proposito va sottolineato che il giovane Facchetti avrebbe detto che la cosa non ha nulla a che vedere con Calciopoli, il che è come dire che lavorare in una pizzeria non significa maneggiare sacchi di farina.

Riguardo al processo appena conclusosi, Facchetti Jr. Vs Moggi, era fondamentale accertare se Facchetti aveva delle corsie preferenziali con gli arbitri, ed è stato provato che la corsia preferenziale c’era, poiché era questo il motivo della querela di Facchetti Jr e nulla si può aggiungere al riguardo.

Fare lobbing con gli arbitri in quegli anni evidentemente significava cercare d’averne dei vantaggi, cosa oggi accertata; è un fatto!

Naturalmente la stampa nazionale non ha dato risalto a questa vittoria “Moggiana”, di grande sostanza nel significato più intrinseco considerando tutto quello che è accaduto fuori e dentro i tribunali dal 2006, ma c’è poco da stupirsi, visto che le informazioni scarne e distorte continuano da allora, quindi nulla di nuovo sotto il sole.

Allora corre l’obbligo ricordare che lo stesso Procuratore Federale Palazzi, riguardo al calderone Calciopoli affermò: “l’Inter è la società che rischia più di tutte per il comportamento illegale del suo presidente Giacinto Facchetti.”

hqdefault (3)Quindi con oltre 160.000 intercettazioni che scottavano, ad Appiano Gentile non si rischiava di andare in serie B, no, probabilmente si sarebbe parlato di una pena più severa.

Per chi difetta di memoria ricordiamo che sempre all’epoca, l’Inter fu volutamente esclusa dal processo, e non furono presi in considerazione elementi schiaccianti relativi alle indagini perché il Maggiore Auricchio disse a un assistente di linea, che aveva notizie accusatorie sulla società Inter, che non interessavano, e quando la giustizia sportiva finalmente si occupò di loro, il tutto era andato in prescrizione, ma prescritto non significa innocente.

Dopo molti anni da quei fatti, durante la festa di compleanno dell’Inter, GianFelice Facchetti, parlando di Calciopoli, avrebbe affermato che la sua società non sarebbe stata mai invischiata in tale “spazzatura”. E’ come dire che nessuno di loro è mai stato beccato in una casa squillo clandestina, o perché erano nascosti sotto il letto, o perché le guardie hanno tralasciato di dare una sbirciatina sotto le doghe del letto.

Invece, riguardo alla Juventus unica indirettamente a processo, corre l’obbligo ricordare che quando l’avv. Gallinelli mise sul banco degli imputati una domanda concreta come un macigno, relativa alle famose sim svizzere, ovvero chiedendo come avrebbero fatto i Carabinieri ad avere nei tabulati i tentativi di chiamata fatti quando l’altro telefono era spento o non raggiungibile. Considerando che soltanto dal 2009 le compagnie telefoniche italiane raccolgono quel tipo di dato, non sembra una domanda banale. Prima di questa data, i tabulati in possesso della magistratura contenevano solo le chiamate con risposta.

Dunque com’è possibile che nei tabulati in mano agli inquirenti di Calciopoli, per intenderci le informative che fornì il colonnello dei carabinieri Auricchio, i tentativi di chiamata senza risposta risultano?

Invece, qualcuno, forse l’Inter è stato graziato dal PC di Giuliano Tavaroli. Questolucianomoggiterracina portatile dell’uomo “Telecom” che aveva organizzato le indagini su Moggi e De Santis, venne spedito a Roma dalla Procura di Milano con un decreto d’ispezione. Cosa conteneva? Forse non lo sapremo mai, perché nulla fu estrapolato.

Rammento inoltre che c’è un’intercettazione nella quale Paparesta dice, riferendosi al momento in cui ci fu lo screzio con Moggi e Giraudo, che i due dirigenti della Juve erano stati anche troppo accomodanti, visto come era andata la gara. Dunque, Moggi non solo non riuscì a condizionare le gare, ma in un’altra intercettazione “sfuggita”, Adriano Galliani dice a Meani: “mica dormo” e “quel figlio di puttana di Moggi che con Capello fa una coppia micidiale voleva giocare, invece noi slittiamo”. E, che te lo dico a fare, la giornata di campionato slittò davvero, cosa mai successa nella storia della serie A. Ricordiamo pure che Galliani diceva di conoscere appena il signor Meani!

Quindi Moggi non otteneva favori, altri evidentemente sì.

Sembra anche che sia scomparso magicamente un fi­le audio che riprodurrebbe una telefonata tra l’allora pre­sidente dell’Inter Facchetti e l’ex designato­re arbitrale Pierluigi Pairetto che riferisce: “mi chiamava per sapere chi avevamo intenzione di inserire nelle griglie arbitrali per i sorteggi, erano colloqui sereni, tranquilli, senza malizia”. Quindi la malizia per qualche perverso e oscuro motivo doveva essere esclusiva prerogativa di Luciano Moggi?

Ricordiamo anche che dalle informative stesse, risulta che Adriano Galliani s’incontrava nel ristorante di Meani nel giorno di chiusura (per non essere visti) assieme all’arbitro ancora in attività Collina, per decidere assieme le strategie future e per un eventuale appoggio dell’allora presidente della Lega al futuro designatore predestinato; e questo era agli atti già dal gennaio 2006.

Quindi secondo una logica che nemmeno nella Commedia dell’Arte, se i dirigenti 320bianconeri cenano a casa di Bergamo con i due designatori già fuori dai giochi a campionato finito, il loro è un incontro strategicamente importante, mentre se un dirigente del Milan cena nascondendosi da occhi indiscreti con Collina non è importante.

Tornando a casa nerazzurra, le cene le faceva anche Facchetti (Bergamo è andato a Forte dei Marmi convocato da Moratti). Dagli interrogatori dei testimoni del processo che si tenne a Napoli, infine si seppe che a fare cene private sia stato persino il Parma di Tanzi e Sacchi e che, in generale, le potesse fare chiunque lo richiedesse. Dov’è l’esclusività juventina o la disparità con le avversarie?

Nessuno ha mai visto Moggi a cena con Collina.

Ai nerazzurri di oggi, che Juve o non Juve da sette, otto anni hanno un rendimento estremamente scadente, di fronte ad una Juventus che ha inanellato sei scudetti e due finali di Coppa Campioni, ricordiamo anche che oltre a queste “bazzecole”, c’è stato anche un calciatore nerazzurro con un passaporto falso con i documenti trafugati alla motorizzazione di Latina, fatto per cui l’Inter avrebbe dovuto essere ancora una volta retrocessa.

Adesso Calciopoli non c’è più, invece c’è addirittura il Var, però i nerazzurri stanno a ventuno punti dalla Juve, come mai?

Troppe domande, allora rivolgiamone qualcuna a Luciano Moggi, l’ex D.G. della Juventus, parte in causa.

Si aspetta delle scuse da qualcuno Moggi?

“No, non me le aspetto e non arriveranno. Ancora sento parlare del presunto rigore su Ronaldo, roba che eravamo in vantaggio di 1-0 e al limite potevano pareggiare, e allora? Volevano vincere il campionato con quel rigore?”

“Crede sia possibile una restituzione degli scudetti alla Juventus alla luce dei fatti attuali?”

“Non lo so, Andrea Agnelli si è battuto molto, ma è una questione di federazione. Di fatto sbagliò all’inizio l’avvocato della Juve ad accettare subito di andare in B, fu un errore iniziale.”

 

Dicono che lei si sceglieva i giornalisti con cui parlare, è vero?

“Tutti i dirigenti, i calciatori, insomma tutti parlavano e parlano ancora con chi vogliono,

 

ecco, colgo l’occasione per ricordare il povero Scardina, appena mancato. Vede, se io gli dicevo di non mandarmi Sanipoli perché ero convinto mi portasse sfortuna, ma di mandarmi qualcun altro, in realtà facevo un favore alla RAI, perché rilasciavo molte interviste, coinvolgendo anche i ragazzi e tutti lavoravano; che c’è di male a decidere con chi parlare? Dopotutto non mi sono mai negato. Rammento che è emerso che i sorteggi non erano pilotati, gli arbitri sono stati assolti e quindi non c’era un sistema, e di sicuro non un mio sitema.”

Quanto le è costato difendersi in tribunale?

“Mi è costato quanto ho guadagnato con la Juve, ma non mi lamento, non è mio costume.”

Cosa serve al calcio italiano per tornare a essere grande?

“Servono buoni dirigenti, competenti, un rimodellamento della federazione e ci sono troppi stranieri che fanno scena e basta e mi dispiace dirlo, ma bisogna prendere esempio da altri paesi europei.”

Riguardo all’inchiesta aperta da Giletti relativa a procuratori e faccendieri loschi che chiedono soldi ai genitori di giovani atleti per piazzarli come la vede”?

“Penso che è diventata tutta una giungla e chiunque si permette di mettere bocca e non deve essere possibile, non si manda avanti così un settore giovanile. Vede, la federazione è debole; siamo stati eliminati due volte dai mondiali, siamo fuori prima di cominciare stavolta, e c’è gente che ancora parla del rigore su Ronaldo? L’Inter ora non ha Guido Rossi, è sempre a 21 punti dalla Juve, e mi pare che non sia cambiato niente.”

Riguardo alla sua vittoria in appello contro Facchetti?

“Semplice, a Milano hanno preso in considerazione le intercettazioni che a Napoli hanno ignorato ed io ho vinto, stop.”

 

La miseria umana peggiore però è quella giornalistica, qualcosa che riguarda principalmente la stampa sportiva, un po’ misera, edulcorata, parziale, piena di falle, approssimativa e raffazzonata, assolutamente sotto la media europea e dispiace molto. I giornalisti sportivi italiani si stracciano le vesti nel dire che il calcio italiano è mediocre, ma è evidente che chi lo racconta e ne fa la cronaca, è assolutamente allineato a quella mediocrità.

Simona Aiuti

 

03
Mag
17

NAWAL SOUFI, filantropa o cosa?

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Simona Aiuti

ZUCCARO NON MOLLA: “TRA LE ONG NON SONO TUTTI FILANTROPI. GLI SCAFISTI BUTTANO I TELEFONI IN MARE SE ARRIVANO LE NAVI DELLA MARINA, SE ARRIVANO QUELLE DELLE ONG LI CONSERVANO” – IL PM DI CATANIA CHIEDE DI POTER FARE INTERCETTAZIONI

Nawal Soufi, l’angelo dei profughi, haa 27 anni, vive vicino a Catania e la chiamano Lady Sos perché il suo numero di telefono passa tra i migranti che tentano di arrivare in Italia, di fatto il 90% senza averne diritto e la patata bollente passa a noi che messi davanti al fatto compiuto, dobbiamo farci carico di una emorragia umana.

Il suo nome è Nawal Soufi, ha 27 anni e origini marocchine, ma da18198305_10208882882125839_3887755215518544086_n sempre vive vicino a Catania con la famiglia. Da tempo la chiamano”Lady Sos”perché il suo numero di telefono è un gancio essenziale per tutti quelli che si mettono in viaggio dall’Africa, infatti, appena sono in mare chiamano lei e da lei, il passo che porta alla guardia costiera o a qualche nave che si precipita nelle acque libiche il passo è beve, anzi brevissimo.

Come attivista, passa moltissimo tempo alla stazione di Catania, downloadaccogliendo i presunti aventi diritto d’asilo che vogliono allontanasi velocemente da quelle zone, il più delle volte vogliono dirigersi in Nord Europa, ma ovviamente legalmente non possono farlo, cosa che non scoraggia nessuno evidentemente, anche chi aiuta questa gente in fuga e probabilmente non ha nessun senso d’appartenenza all’Italia, ma ne sfrutta i vantaggi.

images (6).jpgNawal fa ricariche telefoniche, compra talvolta anche biglietti per treni, e si definisce una “attivista per i diritti umani”, cosa che dice farà sempre.

Una volta, un ufficiale della Guardia Costiera le ha ventilato una denuncia per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, cosa che non l’ha affatto scoraggiata.

E’ evidente che s sente parte di quel popolo in movimento e vede solo quella direzione.

La signorina Soufi non è solo presente su Facebook dove chiunque da tutto il mondo può contattarla e potrebbe accordarsi con lei, maimages (5) anche su twitter e cosa interessantissima, segue molti arabi, molte ONG che operano nelle acque del Mediterraneo per caricare i migranti, segue Laura Boldrini e questo non ci stupisce, Khalid Chaouki, Cécile Kyenge, SOS MEDITERRANEE FR, molte altre simili organizzazioni non governative, ovviamente la Guardia Costiera, che evidentemente deve monitorare e incredibile ma vero, la Marina Militare italiana!

Mentre Soufi è seguita sul noto social quasi esclusivamente da arabi, pochissimi italiani e direi pochissimi residenti in Italia e questo fa riflettere moltissimo.

Ecco, io credo che la magistratura italiana dovrebbe indagare a fondo su come vengono usati questi social, se si configura uno o più reati, perché di fatto la signora non salva i migranti, ma prende il contatto e lo passa alla guardia costiera. Arriva quindi molta gente che non ha alcun diritto, e tra loro potrebbe anche esserci gente molto pericolosa, come di fatto è già accaduto.

Simona Aiuti

04
Apr
17

Omicidio #EmanueleMorganti e i lati oscuri di #Alatri

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simona Aiuti, giornalista, blogger, scrittrice

Emanuele Morganti è stato picchiato prima all’interno. Perché credevano stesse importunando la barista, e l’hanno trascinato in un angolo. Poi scortato da quattro persone fuori con la maglietta strappata, il sangue vicino la bocca e lui agitato che diceva: Ma non sono io ad aver dato fastidio. Non sono io. Perché mi cacciate? Poi il linciaggio e la sua tragica fine.

 In queste ore si aggiunge un ottavo indagato nell’inchiesta di Alatri per l’omicidio di Emanuele Morganti, avvenuto dopo un brutale pestaggio fuori da una discoteca la scorsa settimana. Nel registro degli inquirenti è finito un uomo che sarebbe stato presente al momento dell’aggressione del ventenne.

Dalla scorsa settimana si trovano in carcere i due principali
accusati della morte di Morganti, i fratellastri Mario Castagnacci e Paolo Palmisani,
accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, già perché incredibilmente un movente non c’è e forse non salterà mai fuori. Tra gli altri indagati ci sono i quattro buttafuori del locale in cui sarebbe cominciata la discussione tra Morganti e i images (6)suoi aggressori, oltre che il padre di Castagnacci; tutti indagati per rissa.

Oggi la verità sembra piuttosto lontana, e le ragnatele viscide che avvolgono e che soffocano l’intera vicenda, offuscano il lavoro degli images (8)inquirenti e sono tessute da una vedova nera che si chiama omertà.

Sono moltissimi i lati oscuri dell’omicidio Morganti. Quella notte nella defilata piazza Regina Margherita, fuori dal Mirò, piccolo locale disco Bar ricavato probabilmente da anguste cantine, non c’erano quattro gatti intenti a gironzolare nel buio. I presenti non erano così pochi le dichiarazioni rilasciate sembrerebbero un po’ troppo divergenti agli inquirenti; che qualcuno menta? A pensar male si fa peccato, images (7)però talvolta s’indovina. Ancora non è chiara la scintilla della rissa e il successivo linciaggio spietato che ne è seguito. Qualcuno ha paventato un’ipotetica “lezione”, ma trucidare un ragazzo incensurato e per bene, dovrebbe essere causato da chissà che enorme “sgarro” tipico della malavita.

Ambiguo è anche il ruolo del buttafuori albanese, il quale, invece di allontanare il Domenico Paniccia, come ha potuto compiere un tale images (9)errore di persona così grossolano cacciando il Morganti? Era forse qualcosa di preordinato e già ordito?

Faccio presente che non siamo al Coccoricò di Riccione, ma in un localino piccolo come il salotto di mia nonna! Intanto da quella fin troppo oscura notte, Pjetri Xhemal, il butta fuori appunto, sembrerebbe volatilizzatosi nel nulla, ha forse qualcosa da nascondere?

Non è affatto credibile che una scaramuccia banale abbia scatenato un pestaggio attuato con una crudeltà così efferata e non basterebbe nemmeno la partecipazione di alcol e droga a un evento che somiglia quasi a una esecuzione per giustificarla. Inoltre, fatto non trascurabile, dopo l’esecuzione barbara, qualcuno, pare una ragazza, avrebbe addirittura sputato sul ragazzo morente. Chi compie un atto simile certamente ha il pelo sullo stomaco e molto sangue freddo. Si tratta di un atto di spregio estremo, eseguito sempre da chi nutre un rancore elevatissimo e probabilmente sarebbe stato compiuto da una donna. I bene informati dicono che nella vicenda, in un modo ancora da chiarire, sarebbe coinvolta pure una ragazza di origini albanesi, per la quale ci sarebbe stata una lite pregressa, fatto non trascurabile.

Sembra che i filmati siano al vaglio degli inquirenti, ma saranno stati utili? Era notte e nella piazzetta ci sono alberi dalle folte chiome e questo non è rassicurante.

http-i.huffpost.comgen5202996imagesn-EMANUELE-MORGANTI-628x314Di fatto molti sono fuggiti, molti altri hanno cercato di evitare di collaborare con la giustizia, per paura, per non avere grane e forse anche per una mancanza di senso civico.

Intanto un altro fatto grave e inconfutabile è che la frattura già esistente e le vecchie ruggini e i rancori esistenti da tempo immemorabile tra il paese di Alatri e la località di Tecchiena, di fatto si sono allargate ancora di più. Emanuele è stato ucciso ad Alatri, ma la sua salma non è stata tumulata nel cimitero locale del paese in cui di fatto aveva la residenza. Sembra che sia stato posto nella tomba di famiglia della madre che si trova invece a Frosinone. Probabilmente sarebbe stato troppo crudele per familiari, portare un fiore nel paese dove il figlio ha trovato la morte.

images (5)La stampa locale e gli autoctoni hanno un po’ troppo velocemente assolto la comunità alatrense, riguardo al clima paesano pesante che si respira, che naturalmente non ha nulla a che fare con l’omicidio. Tuttavia, per esperienza personale posso dire che i locali non amano affatto amalgamarsi con chi viene da fuori, anche se si parla di una manciata di chilometri, tendono a fare quadrato e a essere anche ostili verso l’estraneo. Un giorno una persona locale mi disse: “ a noi delle leggi italiane non interessa, a noi interessa Alatri”.

Ecco, io credo che il campanilismo quando è eccessivo, e claustrofobico, dovrebbe lasciare un po’ spazio alla collaborazione, all’inclusione, all’apertura e strappare ogni più piccola traccia di omertà e oscurantismo culturale, l’unico modo per uscire fuori dalle sabbie mobili che ora mi pare di vedere.

Simona Aiuti

24
Mar
17

Leoni da tastiera #hater

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Simona Aiuti

Il mondo virtuale a volte è eccessivamente fluido e scivoloso. Internet e ora anche darknet possono celare molti pericoli, come i famigerati heters che nascondendosi dietro un monitor e una tastiera, con dei fake o dei nick name fasulli, perseguitano e insultano sistematicamente personaggi noti e non.

In gergo virtuale nel web  si chiamano “haters”, ma nella cara vecchia lingua italiana possiamo chiamarli semplicemente “Leoni da tastiera”, gli stessi che impazzano sui social, spesso in gruppi Facebook chiusi all’interno dei quali vomitano le più incredibili nefandezze, per lo più contro le donne, con un linguaggio a dir poco sessista.

Si tratta di persone insospettabili, che sentendosi erroneamenteimages (5) protette dalla mediazione della rete internet, si scatenano soprattutto sui social appunto, e non solo, e lo fanno verso personaggi più o meno noti, ma anche verso ragazze comuni. Questi folli arrivano ad insultare e a offendere con un turpiloquio tale che bisognerebbe lavargli la bocca con il sapone, eppure questi leoni che si nascondono talvolta dietro un anonimato fasullo, se beccati, se tanati e messi davanti al fatto compiuto, diventano agnellini piagnucolosi. E non si creda che le ragazze siano delle educande, poiché esistono moltissime leonesse da tastiera che sproloquiano insulti a non finire, convinte, anche loro, di essere in un mondo parallelo.

Si tratta di situazioni che, ultimamente si stanno ripetendo sempre più di frequente e che in alcune occasioni come nel caso di Tiziana Cantone hanno avuto risvolti drammatici.

Talvolta, dopo aver indagato e recuperato i numeri di telefono di alcuni molestatori, se vengono chiamati e intercettati per essere messi davanti al fatto compiuto, finiscono in un calderone di ridicolo.

Dopo un attimo di smarrimento i personaggi chiamati trovano le scuse più disparate, balbettano e non sanno cosa dire, trasformandosi da leoni virtuali in pecorelle nella realtà. Chiedono scusa piangendo, oppure dicono che qualcuno ha piratato i loro account. Insomma si sciolgono come neve al sole.

Sia ben chiaro però, che le denunce sono degli orpelli e dei gadget, poiché quando si insulta e si minaccia, ci si deve anche assumere la responsabilità delle proprie azioni. Purtroppo chi gestisce i social collabora poco, e la giustizia, partendo dalla polizia postale, fatica a trovare il bandolo della matassa, tuttavia è sempre bene segnalare e denunciare, poiché sei tratta di minacce, insulti e persecuzioni internet.

Simona Aiuti

15
Gen
17

#Femminicidio #donneacidificate delitto di identità

 

download-1Una dopo l’altra, da nord a sud, le aggressioni con l’acido non conoscono una delimitazione geografica o una classe sociale, poiché purtroppo sono trasversali.

Forse però sono più difficili da estirpare tra donne che appartengono a strati sociali con bassi livelli culturali, che tendono ad accettare quel tipo di rapporto, ovvero un legame fatto di anche di botte e violenza, quindi donne nemiche di loro stesse.

I tg snocciolano ogni giorno oltre allo stillicidio del femminicidio, anche l’acidificazione di moltissime donne e ciò accade per molteplicidownload motivi.

Questi atti cancellano e ahimè sciolgono letteralmente i tratti di una persona, cambiandola per sempre attraverso un processo dolorosissimo e irreversibile. Ci sono tanti motivi per cui l’acido è uno dei peggiori crimini contro l’umanità esistenti al mondo, ma in alcuni paesi si sta correndo ai ripari, almeno in parte.

images-6L’acido è un’arma invisibile, silenziosa, che costa pochissimo e che si può trasportare in una semplice bottiglia d’acqua, per poi lanciarla addosso a una potenziale vittima prendendola di sorpresa e ciò che è peggio, cercando di colpirla in viso e quindi anche negli occhi, con conseguenze devastanti.

La donna impiega sempre qualche secondo a realizzare che quella che ha addosso non è acqua comune, bensì il più delle volte, acido solforico. In pochi secondi la sostanza genera una sensazione di bruciore che diventa violentissima e intollerabile. La corrosione fa images-5sciogliere pelle, le terminazioni nervose e perfino le ossa.

Se la parte colpita smette di fare male è perché i nervi sono stati già bruciati e accade velocemente.

Si può anche morire di soffocamento per l’inalazione dei gas, si può morire per le infezioni successive e l’acido può perfino raggiungere gli organi divorandoli.

Questo tipo di attacco verso le donne non avviene solo in Italia, bensì anche in molti paesi africani, sudamericani ma anche negli Stati Uniti. I paesi con la maggiore incidenza di attacchi con acido sono però Bangladesh, India e Cambogia, dove è come se le donne usate come merce di scambio, venissero sistematicamente punite se si permettonoimages-8 di dire “no”.

Il maschilismo ancora granitico che si nutre delle stesse donne nemiche di altre donne, impera ed è duro a morire. La falsa convinzione d’essere superiori e di poter quindi punire la “donna”, del suo ribellarsi ad una società patriarcale, unito alla relativa semplicità di procurarsi acidi corrosivi grazie alla massiccia presenza dell’industria tessile che ne fa largo uso, crea il terreno perfetto per la tragedia.

Spesso ad essere attaccate sono donne che rifiutano un matrimonio. Gli aggressori agiscono per offendere quello che secondo la società è il tratto più importante per una donna, ovvero la bellezza, e di images-9conseguenza la sua capacità di contrarre un buon matrimonio grazie ad essa.

In Bangladesh però, introducendo una legge che limita l’accesso a sostanze nocive a compratori industriali e commerciali con licenza, gli attacchi si sono sensibilmente ridotti dal 15% al 20% all’anno ed è un inizio. In Italia non si è preso alcun provvedimento al riguardo e chiunque può entrare in qualunque supermercato e comprare dell’acido per aggredire un’ex compagna e questo nonostante gli attacchi siano sempre più numerosi.

Limitare la possibilità d’accedere a sostanze simili sarebbe un inizio, anche se c’è molto da fare a livello educativo, cominciando dalle agenzie educative preposte come la scuola, per non parlare poi dell’inasprimento delle pene, cui il legislatore non ha messo ancora mano.

Infine è importante sviluppare un’alleanza tra donne e uomini, sì perché ogni volta che una donna è riuscita a raggiungere una vetta, l’ha fatto anche grazie all’appoggio dell’uomo onesto, lungimirante ed equilibrato, poiché se una battaglia è giusta, non va combattuta solo dalle donne, ma da tutti!

Simona Aiuti

12
Ott
16

Fabrizio Corona ci ricasca!

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simona aiuti

La notizia del momento è l’arresto di #FabrizioCorona su richiesta del Pm Paolo Storari. Quindi tanto tuonò che alla fine piovve, eccome! Facendo un piccolo passo indietro, non possiamo non ricordare la pletora di dame di San Vincenzo, samaritani e penitenti vari che negli anni hanno perorato la causa del buon Fabrizio, cercando di farlo uscire dal carcere, dove, secondo molti, era recluso in modo “scandaloso” e chissà se la pensano ancora così.

Alla fine le porte del carcere si aprirono come le acque del mar Rosso e il galeotto uscì provato e sconvolto e secondo gli intimi, anche del tutto pentito e cambiato.

Sarò generosa ed eviterò la lunga lista di reati, alcuni dei quali ignobili,download-3 che sommandosi gli avevano appioppato una pena abbastanza alta, forse equa, ma è certo che il solo perorare la causa del Corona, fu urticante.

Tuttavia, una volta uscito e affidato alle amorevoli cure della comunità di Don Mazzi, il caro imprenditore spregiudicato, ex galeotto non ha fatto altro che riprendere lo stile di vita precedente, con frequentazioni del tutto simili al passato, e direi riuscendo a compiere reati assimilabili a un paio di quelli che l’avevano portato dietro le sbarre.

Corona ha ripeso a farsi pagare le sue ospitate pagate in nero presso le più importanti discoteche d’Italia e non si è mai fatto problemi di orari, scorrazzando in lungo e in largo per il paese. Di serate simili il Vip neimages-2 ha tenute tantissime, tornando di fatto sotto la luce abbagliante e ubriacante dei riflettori, inoltre la sua storia con Silvia Provvedi, la mora del duo Donatella, munita di tette nuove, vincitrici della scorsa edizione dell’Isola dei Famosi ha fatto il resto.

Di solito il costo dell’ospitata del buon Fabrizio, che ha fatto in tempo a rifarsi blefaroplastica e dentiera, era intorno ai
7000 euro, di cui la prima tranche veniva pagata subito. Il giorno stesso dell’ospitata alla collaboratrice tatuata del divo, arrestata pure lei, veniva data la parte restante (3500 euro) però veniva strappato il contratto dapprima firmato, per poterne fare un altro con scritta la cifra di 3500 euro. Il resto quindi era a nero, non registrato alla faccia di images-9Equitalia.

Le forze dell’ordine messe in allarme da troppi indizi, compresa una vacanza a Capri con foto su un’imbarcazione faraonica, alla fine hanno messo alcuni telefoni sotto controllo, scoprendo che taluni ladri, evidentemente bene informati, si erano introdotti in casa della segretaria tuttofare del vippone, e avevano preso a picconate le pareti dell’appartamento, neanche fossero stati i sette nani alla ricerca delle pepite.

Orbene, ciò che la banda del buco non è riuscita a scovare o a scavare, è stato invece trovato dalla polizia, che in un controsoffitto ha fatto saltare fuori circa un milione e settecento mila euro mai dichiarati, ma sufficienti per far tornare il divo tra le braccia delle patrie galere.


L’accusa è quella di intestazione fittizia di beni in relazione a un imagesmilione e 760 mila euro scoperti appunto presso l’abitazione della solerte segretaria Francesca Persi, finita in manette per concorso nel reato. Quelle banconote fruscianti nascoste nel sottotetto provenivano dalle serate che il Vip aveva effettuato durante l’estate, i cui proventi dati in nero non erano e non sarebbero mai stati legalmente registrati.

L’unica buona notizia in tutta questa vicenda è che si è liberato un posto da Don Mazzi, che speriamo venga presto occupato da un volenteroso che ha abbia davvero intenzione di uscire da una dipendenza, qualunque essa sia. La storia continua e anche le indagini, poiché gli inquirenti sembra siano sulle tracce di un conto austriaco del Corona.

Simona Aiuti

11
Ott
16

Bettarini/Russo Vs Ventura querela e il #trash continua!

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simona aiuti

Il caso “Bettarini/Russo” è diventato un tormentone alquanto squallido che ha svelato e messo alla berlina il peggio del paradigma cafonal di questo paese. Il livello culturale medio dei concorrenti è palesemente basso, l’eloquio povero e i risultati pur essendo scontati, suscitano solo mestizia.

Dopo la richiesta del ministro della Giustizia Orlando al Dipartimentodownload (2).jpg dell’Amministrazione Penitenziaria di valutare i recenti comportamenti del dipendente Clemente Russo, atleta in forza al gruppo sportivo delle Fiamme Azzurre, sono tremati i muri, eppure un’ispezione è davvero lecita.

Ilary Blasy, sempre più magra, e sempre più bionda, e qui Donatella Versace docet; tenta di condurre, senza piglio e senza personalità, ma sfoderando la sua proverbiale freddezza, un “GF” che si rivela comedownload (1).jpg una delle pagine più trash della storia della TV.

L’ex marito di Simona Ventura, forse annoiato e forse triste, ma non si capisce il perché, si è messo a elencare il suo album di figurine di conquiste femminili, forse per impressionare il recente amico pugile.

Bettarini si presenta del tutto depilato, abbronzato come una bruschetta con il piglio del tronista in gita di piacere a Torvajanica, e conferma il detto che a lavare la testa al somaro, ci si rimette l’acqua e il sapone.

Evocata un po’ troppe volte e senza motivo alcuno, Simona Ventura, images-6donna bella, intelligente, capace, preparata, ricca e determinata, a suo tempo lasciò il marito, mediocre calciatore in disarmo per i ripetuti tradimenti, ma evitò qualunque guerra legale, qualunque polemica e cercò di costruire con l’”uomo”, ma sì dai definiamolo così, un rapporto civile per il bene dei figli. All’epoca la donna di spettacolo stette molto male, con febbre altissima in estate, e dimagrì in modo incredibile, eppure non disse mai nulla contro Bettarini. Negli anni poi i vari tentativi di conciliazione per tutelare i figli sembra che non abbiano avuto molto successo e ora lei si trova costretta a sporgere querela.

Bettarini racconta di essersi accoppiato con una serie infinita di stelline della televisione, tutte mezze calzette a dire il vero, e lo fa conimages (5).jpg uno stile che farebbe rabbrividire anche “Uguccione”.

Russo replica dando della poco di buono alla Ventura, che secondo Bettarini, lo avrebbe tradito povero cocco, e dice che una così andrebbe lasciata morta nel letto. Siamo nel 2016 e anche se Russo non farebbe mai una cosa simile, si tratta comunque di un linguaggio sessista, pericoloso, violento che se incastonato in una dimensione culturale a rischio, potrebbe provocare emulazione. Considerando poi l’autentica strage quotidiana di donne, anche madri di famiglia che vengono uccise come in una mattanza inarrestabile, direi che la lingua dovrebbe essere frenata.

Bettarini dovrebbe ricordare che la Ventura è la madre dei suoi figli,images-7 una donna che l’ha amato, sostenuto e che Dio la perdoni, anche aiutato. Hanno tentato di far passare il concetto che si era creato un clima da palestra, quindi negli spogliatoi si considerano le donne, le madri e le mogli delle poco di buono e se uno dice che si potrebbe farne fuori una non è grave?

Alla fine Mediaset ha cacciato Russo, e ha dato un buffetto all’ex calciatore, ha un senso? Direi di no. Spero davvero che la Ventura riesca ad ottenere in tribunale talmente tanti soldi di risarcimento da tutti e due da ridurli in tanga leopardato e tacchi per alzare qualche soldo.

Al culmine dell’autorevolezza, tipo Disney Channel, La Blasi dice di dissociasi da quelle becere chiacchiere, a ecco, mancava pure che si associasse e davvero non era necessario tentare di avere un piglio laconico non è credibile.

E intanto la Ventura che viene accusata d’aver concupito Giorgio Gori, images (8).jpgcosa a cui non crederei nemmeno se mi ritrovassi la scena davanti agli occhi, e i suoi figli stanno finendo nel frullatore mediatico e ci finiscono da innocenti.

Dunque, tornando al livello culturale bassino, è evidente che Bettarini una qualche difficoltà a mettere assieme un discorso di senso compiuto ce l’ha e per questo avrebbero dovuto fermarlo, ma solo per carità cristiana. E’ anche evidente che La Ventura, libera e indipendente, e senza appoggi di alcun genere, non è stata minimamente tutelata o difesa come donna e come madre.

A pensar male si fa peccato però ci s’indovina ed è certo come la luce del sole che se Bettarini avesse detto cose simili su Marina Berlusconi o CuEnL8gW8AASvyv.jpgMaria De Filippi, sarebbe venuto giù il teatro e ora il caro Stefano starebbe nella cacca. Ciliegina sulla torta, durante il finto processo è stata inquadrata spesso la Mosetti con espressione vitrea e non perche non ne abbia un’altra, mi spiego?

Insomma, direi che in questa edizione sono stati messi insieme dei soggetti che spero non rappresentino l’Italia, ma sono di certamente alfieri di una parte di questo paese di cui io non vado per niente fiera.

Simona Aiuti




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