Quando il degrado e l’incuria si diffondono nel centro storico di una cittadina come una macchia d’olio soffocante e maleodorante, allora è difficile arginarle, poiché l’uomo ha l’amara tendenza ad abituarsi a sopportare di vivere in un panorama di decadenza, così come ci si abitua alla sciatteria, figlia illegittima dell’indolenza e talvolta anche del malaffare.
La Provincia di Frosinone è una sorta di regione nella regione, una terra ricca di storia e di tradizioni, che ahimè tendono a disfarsi come una trama lisa, e a brandelli, destinata a perdersi sfilacciata nel vento, trascinata e disfatta in nubi grigiastre frammiste a rosso, pregne di un inquinamento che ormai è palpabile e che tende ad avviluppare tutto, ma non a cancellare obbrobri che sopravvivono sotto gli occhi della cittadinanza, come monumenti all’inesorabile decadenza.
A piazza Valchera a Frosinone si sta consumando l’agonia di alcuni resti che l’amministrazione comunale sembra avere del tutto dimenticato. Là dove ci sono resti di mura antiche diroccate, molti anni fa, scavando superficialmente si trovarono resti di ossa umane, probabilmente appartenute a suore sepolte nella cripta di un convento, e che frettolosamente impacchettarono e portarono via a Roma, chissà perché? Tuttavia là ora regna lo squallore. La zona avrebbe bisogno d’indagini più approfondite, del consolidamento delle mura, di una pulizia approfondita e perché no, di una valorizzazione.
E’ vero che Frosinone è stata quasi distrutta dalla seconda guerra mondiale, ed è vero che le sue belle vestigia sono state semi sepolte e purtroppo obliate, scordate, ma è inaccettabile che alcuni resti archeologici siano oggi del tutto abbandonati, in attesa d’inevitabili crolli e conseguenti derive e pericoli, riguardanti non solo quei brandelli della nostra storia, ma anche per gli abitanti del centro storico circostante.
Frosinone si è sempre distinta per un masochistico desiderio di demolizione ingiustificata di chiese antiche, di soffocare e seppellire siti archeologici, anfiteatri, e lasciare quindi nell’oblio le vestigia di chi ci ha preceduti, ma che nel centro storico della città, si lasci addirittura che crescano sterpaglie tra rovine antiche, sotto gli occhi dei residenti, come a voler soffocare gli ultimi brandelli di una storia, è qualcosa che fa tremare i polsi.
Ebbene, com’era prevedibile, in un’estate rovente, in un clima arido che ha favorito la mano infame di vili piromani, queste sterpaglie che invadono ancora le mura, sono state avvolte dalle fiamme e hanno messo in pericolo le case adiacenti a questo sito, che si trova appunto a ridosso della centralissima piazza Valchera, dove dal 1600 si svolgeva il mercato settimanale della città di Frosinone. Si tratta di una zona centralissima, di una piazza chiusa cui si accede con strade strette e anguste e quindi si è sfiorata la tragedia. La cosa grottesca è che da allora, come si vede dalle foto, nessuno è intervenuto per pulire, per controllare se sia il caso di mettere tutto in sicurezza e addirittura sopravvivono vecchissime assi di legno che furono messe lì alla bell’è meglio molti anni fa e che sono sopravvissute all’incendio; incredibile!
Appena più in alto Piazza Valchera, c’è un piccolo museo archeologico, così piccolo che una gran mole di reperti trovati in varie zone della città, sono inscatolati e chiusi in un magazzino da molti anni. Ironia della sorte, andò in fumo anche un progetto di ampliamento del museo che avrebbe inglobato, utilizzato e valorizzato proprio l’area andata alle fiamme, ma i finanziamenti sfumarono, e tant’è!
Dall’alto della sede del comune di Frosinone, cola e scivola incompetenza, sciatteria, scarso senso civico, e rotola fino alle pendici dell’importantissimo e fondamentale nuovo fiammante, già, fiammate pure lui, stadio della città, che negli ultimi anni ha avuto la priorità assoluta, neanche fosse un defibrillatore!
L’archeologia di Frosinone è nel degrado, ma chi amministra e si occupa più di uno scatolone in cui giocare a pallone, piuttosto che del decoro della città, direi che rappresenta il paradigma dell’ignoranza e della noncuranza che prima di offendere i cittadini, umilia e copre di ridicolo chi evidentemente non è degno di appartenere a questa città.
Simona Aiuti
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