Archivio per 10 novembre 2016

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legge #doppiocognome ora!

 

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simona aiuti

Dunque l’attribuzione automatica del cognome paterno ai figli “legittimi” viola la Costituzione se i genitori vogliono diversamente ed è l’ennesima volta che questo principio viene ribadito. Secondo la Consulta, intervenuta per la terza volta in meno di 18 anni sull’argomento doppio cognome la misura è colma e il Senato deve sciogliere le riserve e approvare il disegno di legge.

Ebbene i tempi oggi sono maturi per superare quella che oggi non è nemmeno una legge, bensì una consuetudine cioè l’attribuzione automatica del cognome del padre, che già nel 2006 la Corte stessa aveva definito “retaggio di una concezione patriarcale della famiglia”.

A dare l’ennesima spallata è stata la Corte d’appello di Genova

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Antonio Banderas usa il cognome della madre

nell’ambito di una causa promossa da una coppia dopo il rifiuto dell’ufficiale di stato civile di apporre al loro figlio anche il cognome della madre.

L’attribuzione del solo cognome paterno non è previsto da alcuna norma, ma è una consuetudine desumibile indirettamente dal Codice civile da un regio decreto del 1939 e da un decreto del presidente della Repubblica del 2000, che determinano l’attribuzione automatica del cognome paterno. Già nel 1998 la questione era arrivata alla Consulta, che l’aveva respinta in modo radicale, una scelta attenuata 8 anni più tardi, ma non è bastato.

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Katy Perry usa il cognome della madre

Molti organi internazionali hanno stigmatizzato questa “consuetudine” italiana e ciò accade fin dalla fine degli anni settanta, giungendo poi alla sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo che nel gennaio di due anni fa aveva bollato come discriminatoria la “visione patriarcale della famiglia” . A seguito di quella sentenza il legislatore si era attivato giungendo nel 2014 al Testo unico della famiglia, che prevedeva anche il doppio cognome (o meglio, la possibilità di scegliere alternativamente entrambi i cognomi dei genitori). La legge giace

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Natalie Portman usa il cognome della madre

ancora in Senato, ma l’Italia va avanti!

Si è trattato di uno stallo davanti al quale la Consulta si è fermata ben due volte, ma non la terza, forse per sfinimento. Dunque la Corte ha anticipato in via ufficiale la dichiarazione di incostituzionalità legata alla violazione degli articoli 2 (diritto all’identità personale), 3 (diritto di uguaglianza e pari dignità sociale dei genitori nei confronti dei figli), 29 (diritto di uguaglianza morale e giuridica dei coniugi), e anche dell’articolo 117 della Costituzione in relazione a principi contenuti in convenzioni e

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usa il cognome della madre

risoluzioni internazionali, specie quella  quella del 1979 dell’Onu sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne che chi vi scrive ha sempre citato in tutti questi anni.

In uno dei precedenti pronunciamenti, la Corte Costituzionale dice in modo chiaro che non consentire a una donna nell’ambito della famiglia di trasmettere il cognome materno, implica l’impedimento di trasmettere al figlio il patrimonio culturale familiare della donna stessa come invece ha sempre potuto fare l’uomo fino ad oggi.

Sembrerebbe poco importante, ma a dare valore e forza a questa legge

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usa il cognome della madre

è il fatto che la donna italiana sposata non è obbligata a portare il cognome del marito e in ogni luogo sia registrata, deve dare il proprio, da qui si evince che il cognome della donna/madre se non può essere per legge trasmesso, viene definito meno importante quando le è impedito di darlo al figlio, e questo è anticostituzionale.

Strasburgo ha anche in qualche modo consigliato all’Italia di allinearsi o per lo meno di ispirarsi ad altri paesi europei che già da tempo hanno superato lo scoglio del doppio cognome.

Ad esempio, in Spagna, dove vige la regola del doppio cognome, composto dal cognome paterno e da quello materno, i genitori possono

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chaterine deneuve usa il cognome della madre

accordarsi sull’ordine dei cognomi da trasmettere ai figli. In Francia, egualmente, i genitori possono scegliere il cognome da dare ai figli tra quello paterno o quello materno o quello di entrambi nell’ordine da loro stabilito. In Germania, i genitori, a loro volta, possono dare ai figli il cognome di famiglia, se l’hanno definito, o, in caso contrario, attribuire loro il cognome del padre o quello della madre, in base alla loro scelta. In Inghilterra e in Galles, infine, i genitori possono decidere con assoluta libertà il cognome da attribuire al figlio, scegliendolo o tra quelli dei genitori o tra nomi diversi.

Alcuni dicono che questa non è una questione importante e il

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kate winslet usa il cognome della madre

“benaltrismo” impera, cercando di spostare l’attenzione altrove, tuttavia come possiamo crescere come Paese se non sono pienamente riconosciuti i pieni diritti a tutti gli individui, uomini e donne?

Simona Aiuti

 




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