
simona aiuti
Fin da piccole, le donne si educano all’amore da sole, all’amore per un uomo, per un figlio, verso le amiche, e tutto quel collante d’affetti che ci sta attorno è semplicemente il nostro micro cosmo che coltiviamo e difendiamo con una forza che spesso non sappiamo nemmeno d’avere e che talvolta non riusciamo a contenere nell’epoca dei rapporti 2.0. ci educhiamo a tenere assieme il nostro e lo facciamo con le armi che abbiamo. Organizzando la nostra vita, trangugiando caffè o un white lady, senza aver paura di prendere una sbronza, senza pudore, che il pudore non c’è più, ci intralcia come una calza smagliata. Ci
rialziamo dopo ogni caduta, una sistemata al reggiseno, una al tanga e via, di nuovo in pista, per sesso o per amore
Questo Bar per molti può essere e forse è solo un locale anonimo e male arredato, tuttavia io amo definirlo il “nostro Bar”, quello delle mie amiche, delle donne, il cerchio magico, e non perché sia frequentato solo da un nugolo di papere che ordina the in inverno e aperitivi analcolici in estate, e non è nemmeno elegante o di tendenza. Per una serie di motivi, questo è il luogo dove molte di noi si ritrovano o dove finalmente approdano dopo un fallimento, o
dopo essersi soffiate il naso dopo un lungo pianto, dove passa un pezzo della nostra vita, da dove si vedono i figli giocare, i compagni e i mariti, passare e fermarsi per una birra; da qui si vede la vita del paese scorrere, ed è un pezzo della nostra identità. Tutti in paese si scelgono un locale come punto di riferimento, e noi da ragazzine decidemmo che non avrebbe potuto che essere questo il nostro Bar, e da allora gravitiamo ancora qui attorno.
Ogni giorno, un sabato dopo l’altro, una stagione dopo l’altra, s’intrecciano le nostre vite, e le nostre lacrime hanno lavato questi cazzo di tavoli di medio valore vecchi e graffiati, anzi di valore medio basso, perché l’arredamento è sempre lo stesso da almeno vent’anni,
ma le tovagliette, quelle sì, quelle sono carine, le abbiamo scelte sul catalogo con Laura, la proprietaria.
Abbiamo deciso qui buona parte dell’organizzazione del matrimonio di Manola, molti compleanni, le gite fuori, e abbiamo anche cercato di trovare una soluzione per ogni problema. Qualche volta ci siamo riuscite, o comunque c’abbiamo messo una sempre pezza. Abbiamo
aiutato l’amica di turno che non sapeva a chi lasciare i bambini, e come quadri bloccati, cristallizzati nel tempo, vediamo tante vite che ci scorrono davanti. Quella di Luca, che combatte con una moglie alcolizzata e un bambino da tirare su, della farmacista nerd Francesca Mastrodomenico e molte altri. Risate e lacrime in questo palcoscenico che è la vita, con qualche marito che ti tradisce, una mamma anziana d’accudire e un’amica che ti fa da gancio per un amante, e meno male che c’è.
Il locale è centrale, su una via di passaggio obbligato, e alla fine tutto il paese passa di qui, e lascia sempre qualcosa, anche se non lo sa; uno strascico, un motivo per farci parlare, forse è sbagliato, ma è così che succede al paese.
Simona Aiuti
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