Sicuramente la più privilegiata e famosa delle numerose amanti di papa Alessandro VI Borgia, particolare di fondamentale importanza per lei e per la fortuna della sua casata e poi per la sua bellezza, dimenticata volutamente, al punto che non si sa d
ziata quella stretta e niente affatto segreta relazione tra Giulia e il cardinale Rodrigo Borgia, che continuò anche dopo l’ascesa di questi al soglio pontificio nel 1492. A tal punto che Giulia, giustificata dalle frequenti e necessarie assenze del marito, andò spesso ad abitare nel palazzo arcipretale di S. Pietro, assieme a Lucrezia Borgia, invece che nella tradizionale residenza romana degli Orsini di Montegiordano. Inoltre, quando nacque Laura Orsini nel 1492 a Roma sorsero subito i sospetti che il vero padre fosse Borgia.
E probabilmente ciò deve essere stato vero, a giudicare dallo zelo con cui il pontefice tramite i suoi funzionari s’impegnò a contrarre per lei il più vantaggioso dei matrimoni.
Tornando alle vicende di Giulia, questa nel 1494 si allontana da Roma per recarsi, insieme a Lucrezia Borgia a Pesaro e in altri luoghi. Testimonianza di ciò è uno scambio epistolare quanto mai affettuoso tra Giulia e il papa, riportato dal PASTOR.
Allontanarsi da Roma servirà solo a far agitare il Papa. Inutili le insistenti e furiose sollecitazioni di
costui che non si fa scrupolo nemmeno di minacciare addirittura la scomunica. Poi i rapporti s’incrineranno, ma i vantaggi avuti dalla sua famiglia per quella relazione, saranno comunque moltissimi.
Basta pensare che Alessandro Farnese cominciò la sua carriera con la nomina a cardinale, avvenuta assieme a Cesare Borgia ne1 1493. Per la sua nomina l’intercessione di Giulia presso Alessandro VI fu fondamentale, tanto che costò al fratello il diffamante e popolare titolo di “Cardinale della gonnella”.
Tuttavia il fratello carnale di Lucrezia Borgia, detto il Valentino, uomo senza scrupoli, già operava.
Il fratello di Giulia nel 1503 salì al soglio pontificio come Giulio II e i Farnese dopo essere stati a lungo compromessi con gli scandalosi Borgia, iniziarono una lenta riabilitazione agli occhi del mondo che culminò con il matrimonio tra Laura Orsini e Niccolò della Rovere.
Il matrimonio avvenne il 15 novembre del 1505: presenti il cardinale Alessandro Farnese, e l’ormai vedova Giulia Farnese.
Un certo numero di documenti ci fanno capire che la Farnese risedette
a Carbognano. E non solo, ma vi compì le funzioni di vera e propria feudataria, almeno dal 1506 fino alla sua morte, avvenuta il 23 marzo del 1524.
Veniamo ora a un ulteriore interrogativo: come mai nessun personaggio femminile della stirpe Farnese ha mai suscitato tanto interesse e tanta ammirazione da parte di studiosi, scrittori o semplici lettori quanto Giulia, sorella di Paolo III e amante per lungo tempo del papa Alessandro VI Rodrigo Borgia? Perché ancora oggi Giulia suscita tanto interesse? La ragione è semplice: perché Giulia aveva il dono della bellezza, una bellezza oggetto d’invidia, gelosia, maldicenza, ma pur sempre di ammirazione.
Una bellezza che fu un “valore” ben amministrato da cui venne tratto
il massimo profitto e che portò la piccola Giulia, non ancora quindicenne, a essere offerta su di un piatto d’argento al lussurioso Cardinal Rodrigo Borgia, che di anni ne aveva quasi sessanta: un muto patto scellerato dal quale tutti si riproponevano grandi benefici. Il cardinale poteva aggiungere una nuova perla, la più preziosa.
In molti si sono affannati a ricercare il suo volto e hanno ritenuto di individuarlo nelle varie dame o vergini con liocorno, frequente nell’ambito della famiglia Farnese, allegoria molto ricorrente tra le stanze del castello di Carbognano, dimora di Giulia. Da Raffaello a Domenichino a Luca Longhi o nello splendido profilo di donna inginocchiata nella Trasfigurazione di Raffaello, molto è stato ricostruito.
I più vedono Giulia nella statua di donna con fascio littorio, allegoria della Giustizia, sdraiata ai piedi della statua di Paolo III nel monumento funebre di quest’ultimo in Vaticano.
Una autorevolissima fonte storico-letteraria infine (vale a dire il Vasari
nelle sue “Vite”) identifica Giulia nella Madonna con Bambino dipinta dal Pinturicchio nella Sala dei Santi dell’appartamento Borgia in Vaticano.
Vi è anche chi ritiene che la mancanza di immagini sia dovuta ad una sorta di “damnatio memoriae” a cui Giulia sarebbe stata sottoposta per volere di Alessandro IV e del cardinal Alessandro Farnese. Al primo ricordava la causa non certo onorevole della sua investitura a cardinale; al secondo appariva come un possibile ostacolo sulla strada delle proprie ambizioni. Avrebbero così fatto distruggere tutti i ritratti di Giulia, il cui solo ricordo era per entrambi fonte d’imbarazzo.
Da ultimo c’è chi identifica Giulia in alcuni dipinti d’importanti pittori, e cioè in Raffaello nella sua Dama con Liocorno, in Longhi nel dipinto Dama con Liocorno e infine Nel Domenichino nella sua raffigurazione della Vergine con Liocorno. Naturalmente sono tutte ipotesi in cerca di elementi che attribuiscano loro valore di veridicità storica.
Simona Aiuti