Archivio per giugno 2015

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Giu
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Samantha Cristoforetti, ma lassù chi ce l’ha mandata???

Foto1977

simona aiuti

Finalmente “AstroSamantha” è tornata, dopo essere rimasta 200 giorni a bordo della stazione spaziale internazionale (Iss), stabilendo un nuovo record come astronauta italiano con più giorni trascorsi nello spazio. Invecchiata fisiologicamente, non in grado di tenere un oggetto in mano, fortemente debilitata e fragile, ma è tornata.

In questi oltre sei mesi di tempo passati in orbita, l’astronauta italiana non è rimasta isolata, anzi ha mantenuto un contatto diretto con la terra tramite Twitter con il suo account @AstroSamantha, seguito da oltre mezzo milione di seguaci. E’ indiscutibile il grande successo che ha riscosso l’astronauta nostrana, che ora però dovrà affrontare almeno sei mesi di riabilitazione, poiché il suo corpo deve riabituarsi al “peso” della forza di gravità terrestre e questo deve far riflettere sull’esborso esorbitante di denaro indispensabile per le missioni spaziali prima e dopo, e sui risultati utili a breve e a lungo termine che molti tra noi non vedono.

Samantha ha scattato foto di diverse parti del mondo, pubblicandole poi sempre su Twitter, ed è stata una perfetta ambasciatrice dell’Italia nello spazio, portando con sé due dei prodotti più apprezzati nella cultura italiana: il caffè e il cibo, ma questo sembra più assimilabile al viaggio di una turista, piuttosto che a quello di un ingegnere.

Tuttavia, l’astronauta Cristoforetti, laureata in ingegneria all’università tecnica di Monaco, in Germania, ha studiato anche altre discipline, come aeronautica e tecnologie chimiche a Tolosa e Mosca, e tutto per il suo sogno, quello di volare tra le stelle. Ma serve davvero restare così tanto in orbita, se poi al ritorno non si è nemmeno in grado di camminare e prendere un oggetto in mano? Quindi trasferirsi lassù non sembra possibile, sempre che qualcuno voglia farlo, e comunque per arrivarci si devono usare risorse terrestri, tolte a necessità più impellenti.

Certamente Samantha è entrata nel Guinness dei primati. Il suo è il viaggio più lungo che una donna abbia fatto nello spazio, spendendo molto tempo per le decine e decine di esperimenti portati a termine; ma ci serviranno davvero quaggiù?

Vanno ricordati i nove esperimenti italiani, come la stampante 3D, l’aver portato la macchina per il caffè ma anche quelli specifici relativi al comportamento sonno-veglia, a quello del cuore e dei fluidi, dei quali una funzionalità vitale non si rivela facilmente all’uomo della strada.

Il periodo di riabilitazione che la 38enne astronauta italiana affronterà presso il centro spaziale di Houston negli Stati Uniti sarà lungo. Dovranno essere valutati i parametri fisiologici ma anche peso osseo e massa muscolare, che al momento sono molto indeboliti. Occorreranno molti giorni per riabituarsi alla normalità. Se prima per lei il normale era galleggiare e le cose che cadevano fluttuavano per tutta la Stazione Spaziale Internazionale, adesso le cose cadranno a terra e saranno attorno a lei e per procedere dovrà camminare. Il suo cervello dovrà riabituarsi.  E noi dovremo forse cambiare prospettiva?




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