Archivio per gennaio 2013
Juventus Stadium non è razzista!
Se i tifosi del Sud e napoletani nel caso specifico hanno udito dei cori irriverenti nei loro confronti, è altrettanto vero che li hanno restituiti al mittente e hanno risposto con la stessa moneta. Noi tifosi però siamo anche smaliziati, e non c’è sfuggito che fare tutto questo rumore a destra e a manca su presunti
Noi siamo per il rispetto di tutti, siamo tanti, tantissimi, e tra noi ci sono innumerevoli
Unioni gay, diritti dei gay…
Essere delle persone per bene, essere italiani e essere cristiani cattolici, dovrebbe sempre essere anche sinonimo di tolleranza, rispetto dell’altro, e dovremmo anche essere sempre i primi a correre in soccorso di chi è discriminato e in difficoltà, eppure non è affatto così.
Ogni giorno ci vantiamo d’avere amici gay, diciamo di adorarli e ci circondiamo di tutta quell’aura d’eleganza, moda e gusto che costoro ci cuciono addosso come il più bello degli abiti. Gli omosessuali pagano le tasse, non hanno alcuna incidenza nella criminalità del paese, ci regalano gradi film quando fanno i registi, ottima musica se sono musicisti, abiti tra i più strepitosi al mondo, opere teatrali, danza, pittura, architettura, lettera ruta eppure questi amici e fratelli, costoro che hanno il nostro stesso sangue, non possono accedere al salotto buono, ma li lasciamo in cucina, a mangiare in un angolo, perché tanti di noi, non li ritengono davvero persone di serie “A” , lasciandoli in disparte, arrogandoci il diritto di decidere cosa possono o non possono fare e che diritti hanno e cosa gli si possa concedere.
Non possono accedere al taglio della torta, non possono brindare con noi tra cristalli e broccati, ma la cameriera gli porta una fetta di dolce in cucina e gli si fa capire che quello è il loro posto.
Eppure, questi uomini e queste donne ridono come noi, piangono proprio come noi se il loro cuore viene ferito, e soffrono nel loro amor proprio se vengono discriminati e lasciati a mangiare in disparte in cucina.
Costoro,
Costoro che diciamo di adorare come i nostri migliori amici, li lasciamo vivere ai margini della società, e sono Infatti, l’Olanda è stato il primo Paese europeo ad accettare questo tipo di unione.
Dal 1° Aprile del 2001, oggi, a distanza di 5 anni, gli 8.127 matrimoni celebrati tra coppie di gay o lesbiche sono un fenomeno che sta andando progressivamente calando per lo smaltimento degli aspiranti che da tempo aspettavano la legge e che non sembra aver portato alcuna disgregazione della famiglia!
Tanto è vero che è stato nominato proprio in Olanda, il miglior padre dell’anno, Paul de Leeuw, il noto cabarettista e cantante, gay dichiarato.
Simona Aiuti
Le donne e il sesso
Nell’Italia di oggi, il sesso per gli uomini non è sempre vissuto con serenità. Due maschi italiani su tre, tra i 20 e i 40 anni, hanno problemi sessuali, e di questi, almeno la metà va dall’andrologo, mentre gli altri fanno i conti con eiaculazione precoce, deficit erettile, mancanza di libido e infertilità. Sono sempre più numerosi i pazienti che si rivolgono allo specialista perché ossessionati dall’ansia da prestazione, insomma, la paura d’inadeguatezza è molto presente. Stiamo parlando di giovani uomini di cultura media, con alle spalle una gran quantità di storie finite e quindi alla ricerca della soluzione dei loro problemi, anche se poi nell’80% dei casi le dimensioni rientrano nella norma dell’uomo mediterraneo.
La diffusa pornografia, la visione di film hard e siti porno, sviluppano nei giovani una visione del sesso distorta, con prestazioni che sono possibili solo con attori dopati di testosterone e simili.
Ma il sesso, in un normale rapporto di coppia, non è quello dei film e del web.
Da qui comincia la depressione da insoddisfazione sessuale: il maschio si scopre diverso da certi modelli e si sente inadeguato.
Molti giovani però si ritrovano ad avere dei problemi sessuali a causa del diffondersi di errate abitudini di vita, come alimentazione ipercalorica, sedentarietà, fumo, alcool e di conseguenza c’è una conseguente crescita di casi di diabete, ipertensione arteriosa e cardiopatie, che sono nemici di una sana sessualità.
Tutto ciò denota per lo più una grande insicurezza del maschio, poiché le
donne italiane vivono con molta più serenità il rapporto con il partner, e ciò emerge in modo chiaro da una importante ricerca europea.
L’indagine condotta intervistando14 mila donne distribuite in 14 Paesi del mondo, tra cui Turchia e Arabia Saudita, prende in esame un campione rappresentativo della popolazione maggiorenne.
Sembra che le italiane diano al sesso un’importanza significativa nell’82% dei casi, contro un 75% della mediaeuropea. Ciò che rende importante i rapporti sessuali, per le nostre connazionali, è soprattutto il fatto che migliorano e consolidano la relazione nella maggior parte dei casi, mentre la rassicurazione di essere attraente per il proprio partner rende serene.
Dalle interviste emerge anche una netta differenza tra la soddisfazione che le italiane hanno della propria vita sessuale, e lo stesso dato ricavato negli altri
Paesi. Una buona parte delle europee non ha mai desiderato una vita sessuale migliore di quella che già vive.
Le italiane inoltre sono al primo posto per quanto riguarda l’attività sessuale. Il 59% delle nostre connazionali ha rapporti sessuali almeno una volta alla settimana, e sono seguite dalle donne della Repubblica Ceca e dalle tedesche con appena dieci punti in meno.
Sull’aspetto da migliorare nel rapporto sessuale della coppia, invece, i pareri sono per una volta unanimi: la componente più importante è la comunicazione con il partner, l’emotività e la parola magica tanto temuta dal maschio, ovvero “amore”.
Ciò che contraddistingue maggiormente gli italiani dal resto d’Europa è un diverso gusto della vita. Quando mangiamo o parliamo ci mettono cuore e corpo, figuriamoci quando facciamo l’amore.
La maggior parte delle “venusiane italiche” dice di preferire un partner nostrano, infatti, messi ai voti gli amanti stranieri, gli italiani vincono, staccando gli latri con un buon margine.
Sembra però che le donne italiane non riescano proprio a scindere il romanticismo dal sesso, ostinandosi a volere tutto mescolati in una ricetta che dovrebbe portare al grande amore.
Quindi gli innamorati vanno tutti a farsi benedire da San Valentino, poi una capatina a Verona, passando per la residenza di Francesca da Rimini. E se la tradizione non basta, ci si mette un nuovo rigurgito cinematografico con il
risultato che tra poco il ponte Milvio crollerà sotto il peso dei quintali di ferraglia, che sotto forma di lucchetti, un po’ alla volta stanno facendo crollare i lampioni a cui sono stati bloccati in pegno d’amore!
Venezia, Capri, Verona e Firenze sono il quadrilatero rosa degli innamorati, con buona pace di Perugia, che anche se non è nominata, incassa moneta sonante con milioni di baci al cioccolato.
Gli uomini fanno molta fatica a fare i romantici, considerando tutto il “rosa” una enorme sciocchezza, ma per le donne non è proprio così e fanno fatica a far l’amore senza amore.
La qualità della cornice è importante, ok, ma veniamo pure al prosaico “quante volte”: gli italiani dovrebbero dormire sonni tranquilli, poiché le venusiane si ritengono piuttosto soddisfatte.
Gli europei, in media, ritengono che la dose ideale di sesso alla settimana è tra
le due e le quattro volte. Ma tra chi aumenta a cinque e più le performance, svettano i greci con un 24%, seguiti da ungheresi, russi, americani. I più svogliati sono i cechi, svedesi, tedeschi, danesi e finlandesi che denunciano un amplesso o anche meno ogni sette giorni.
Questioni culturali, invece: i giovani europei imparano di sesso dagli amici per lo più nel 32% dei casi, poi dalla tv e dai media, e solo il 26% dai genitori, rimasti modelli educativi per un 37% di tedeschi.
Sparpagliate nei frammenti di questo discorso amoroso, due schegge: il tradimento, sul quale gli europei dicono di poter chiudere un occhio in alcune circostanze, è decisamente mal digerito in Turchia, Svezia e, incredibile, in Francia. I più laici, e anche qui qualche sorpresa, accanto agli evoluti finlandesi e britannici ci sono i greci
Simona Aiuti