Archivio per aprile 2011

26
Apr
11

Calciopoli, l’Inter cosa rischia?

Non è possibile risarcire e ricostruire la cattedrale juventina smantellata nel 2006, tuttavia, è lecito aspettarsi una riparazione, anche se parziale, e veder giustamente sanzionare chi ha compiuto atti illeciti’
di Simona Aiuti

La giudice Casoria ha dunque chiuso l’istruttoria dibattimentale del processo Calciopoli2, o Farsopoli come dicono in molti, e in tanti devo dire che non sappiamo dare una vera e propria denominazione a questo processo, e non sappiamo nemmeno se alla fine ci sarà una conclusione plausibile.

Dal 2009, ovvero dall’inizio del dibattimento, tante cose sono cambiate, molti elementi sono emersi e tantissimi altri si sono sgonfiati in modo sorprendente. Da pochi giorni è arrivata anche la prima sentenza del caso Gea, che esclude l’associazione per delinquere di Moggi sull’eventuale controllo di procure e calciatori, e là si è aperta un’altra falla nella corazzata di carta che era o che è l’accusa.

Dopo decine di udienze e ribaltoni inaspettati, chi ha seguito quasi tutte le udienze e ha avuto la pazienza di soffermarsi e rileggere gli interrogatori, si è fatto un’idea del tutto opposta al quadro iniziale del “dagli all’untore” dell’estate 2006 che puntava il dito verso i dirigenti juventini.

Quasi tutti i testimoni che sono sfilati a Napoli, quasi involontariamente hanno smontato l’impianto d’accusa e per lo più hanno parlato di “sensazioni”, di “percezioni” e quindi d’aria fritta.

Non è stato possibile dimostrare che i sorteggi erano truccati, Paparesta non è mai stato rinchiuso/sequestrato né in Aspromonte, né in uno sgabuzzino delle scope! E i rapporti telefonici e conviviali tra dirigenti delle società di calcio e il mondo arbitrale era molto assiduo e “cordialissimo”. Ed è lecito domandarsi come mai tanti dirigenti in questi anni abbiano omesso di frequentare e frequentarsi ben più di Luciano Moggi con i designatori, forse per modestia e discrezione!?

Al processo abbiamo scoperto anche che non è possibile attribuire delle schede telefoniche, che le sim svizzere si potevano anche intercettare, che qualche scheda A, B, non corrispondeva al soggetto A1, B1.

Sempre riguardo l’impianto accusatorio meno sicuro del Titanic davanti all’iceberg, da circa dodici mesi abbiamo ascoltato dirigenti di tutte le più disparate squadre discutere di griglie con i designatori e cenarci insieme in ristoranti chiusi al pubblico e ancora una volta ci domandiamo come mai gli “attori degli eventi” si siano guardati bene dal dichiarare il tutto, forse invece speravano di non essere scoperti e tirati in causa?

Chi ai tempi non parlò, e chi sapeva come realmente stavano le cose, ha consentito, chissà forse con un sottile compiacimento, che la Figc di Guido Rossi assegnasse lo scudetto all’Inter che, in quel momento era considerata estranea da Calciopoli, salvo poi precipitarci con circa180 mila telefonate che pesano.

A questo è servito il dibattimento del processo Calciopoli, a schiarirci le idee, anche se qualcuno fischietta guardando per aria e facendo finta di niente. Quanto meno abbiamo capito meglio, che Luciano Moggi non era il “principe del male” e che tanti che oggi comandano e giocano il calcio italiano, avendolo ridotto a quello che è, non sono stati (ancora) sanzionati, pur essendo stati beccati con il “sorcio in bocca”, come dicono i raffinati. Non è possibile risarcire e ricostruire la cattedrale juventina smantellata nel 2006, tuttavia, è lecito aspettarsi una riparazione, anche se parziale, e veder giustamente sanzionare chi ha compiuto atti illeciti.

Simona Aiuti – Italia chiama Italia

21
Apr
11

Calciopoli, lo sprint finale!!

Sarà maggio quando si giungerà allo sprint finale del processo denominato come “Calciopoli2”, ma la cosa più interessante del 19 aprile è stata la dichiarazione spontanea di Pairetto che però non ci dice nulla di nuovo: “Io ho avuto rapporti conviviali con dirigenti del Parma, del Verona, con Meani, Facchetti con cui sono stato più volte a pranzo e cena, Governato, Corsi, Zaccarelli, Romero, Dal Cin, Sensi”. Forse può stupire un po’ il candore con cui ciò si afferma, ma è lecito chiedersi perché non lo abbia dichiarato cinque anni fa!

Dunque ora è ufficiale che Pairetto mangiava spesso con Giacinto Facchetti e si vedeva con mezzo mondo del calcio dell’epoca.

Durante l’udienza si è evinto che ci sono telefonate in cui non c’è scritto nulla, altre in cui si legge che le telefonate sono state ascoltate ma non registrate per un errore del server e quindi solo segnalate.

C’era una telefonata di Pairetto con il presidente dell’Empoli Corsi che chiede quali arbitri gli avrebbe mandato e Pairetto risponde che ci saranno i sorteggi. Si chiede dunque l’acquisizione di questa telefonata e degli altri relativi brogliacci. Infine si fa riferimento ad un altro paio di telefonate con Collina (sempre lui) e con Rizzoli.

L’avvocato della Juventus entra in scena deciso, aprendo una prospettiva nuova per la partecipazione del club, che ricordiamo è responsabile civile al processo Calciopoli2, e le sue argomentazioni sono sposate da tutti gli altri legali.

Sono ritenute inammissibili le sentenze Gea con rito abbreviato; quei processi erano fatti noti e andavano chiesti prima. Si considerano anonimi e dunque inutilizzabili tutti i documenti riportati perché nessuno di loro è sottoscritto, e riguardo ai commenti sulle partite di calcio addirittura le citazioni dei siti dei tifosi della Lazio a commento di una partita della loro squadra contro la Juve. E su un Inter-Juventus le dichiarazioni a mezzo stampa di un direttore tecnico dell’Inter. E che prova è la voce pubblica? Diventa mezzo di prova a furor di popolo? E’ grottesco, o meglio potrebbe esserlo.

E su Lecce-Juve riecco dichiarazioni di Zeman, ma Zeman è stato testimone dell’accusa e non gli sono state fatte domande su questo punto. E a proposito degli articoli di stampa, forse i tifosi della Juventus si potrebbero ben lamentare dell’assenza di Tuttosport (unica testata equilibrata) da questa rassegna stampa.

Dunque secondo Vitiello non si evince alcuna prova diretta, e nessuna prova nuova: gli articoli 468 e 507 dicono che questa produzione è inammissibile. Tant’è!

Simona Aiuti – Italia chiama Italia

16
Apr
11

Juventus , biglietti per la leggenda!juventus stadium, juventus stadium posti, prezzi juventus stadium, lottomatica biglietti calcio,

http://www.lulu.com Juventus, biglietti per la leggenda

Juventus, biglietti per la leggenda!

Juventus, biglietti per la leggenda è un romanzo/dichiarazione d’amore perla VecchiaSignora, scritto con il cuore e con il coraggio della verità, da Simona Aiuti, giornalista, scrittrice e tifosa per WWW.Lulu.com

Non a tutti capita d’acquistare un biglietto per fare un salto indietro nel passato, un biglietto di sola andata in grado di catapultarci per un momento indietro nel tempo, avere la possibilità di fare un tuffo in un periodo in cui si è stati felici e terribilmente infelici al tempo stesso, e confrontarsi con un fantasma che sembra talmente reale, così tanto che forse lo è davvero! Sasha è una ragazza speciale, con tanta forza, testardaggine e un grande amore perla Juventus, una squadra che rappresenta un mondo di milioni di persone che vivono come un’immensa famiglia unita, che si amano, si sostengono, all’interno della quale, se uno si attarda, l’altro si ferma ad aspettarlo.

Sasha è testimone oculare della strage dell’Heysel, e in quello stadio scompare nel nulla il suo ragazzo Vanni, un misero e un giallo che l’accompagnerà per molti anni.

Quanti tifosi juventini non hanno comprato biglietti per andare a vederela Juventus, sperando d’entrare nella leggenda? Forum, tifosi, biglietti per le partite e tutto per un sogno chiamato Juventus.

Semprela Juventus, milioni di biglietti per vederela Juventuscon un’altra squadra, biglietti omaggio o costosi, biglietti per la tribuna d’onore, biglietti popolari, biglietti per la curva, biglietti comprati ai bagarini, ma semprela Juventusnel cuore.

Avventure, coppe, grandi campioni e misteri da sciogliere, sempre seguendo il cuore della Juventus. Questo romanzo di Simona Aiuti è romantico, appassionato, pieno d’amore perla Juvee per il grande calcio.

Una vera dichiarazione d’amore perla VecchiaSignoradel calcio italiano e non solo su WWW.lulu.com

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12
Apr
11

Juventus, Juventus, biglietti, tifosi, inni Juventus!!!!

 Non a tutti capita d’acquistare un biglietto per fare un salto indietro nel passato, un biglietto do sola andata in grado di catapultarci per un momento indietro nel passato, avere la possibilità di fare un tuffo in un tempo in cui si è stato felici e terribilmente infelici al tempo stesso, e confrontarsi con un fantasma che sembra talmente reale, così tanto che forse lo è davvero!

Sasha è una ragazza speciale juventina, con tanta forza, testardaggine e un grande amore per la Juventus, una squadra che rappresenta un mondo di milioni di persone che vivono come una immensa famiglia unita, che si amano, si sostengono, all’interno della quale, se uno si attarda, l’altro si ferma ad aspettarlo. LA Juventus è il collante, la Juventus e i biglietti sono il must!

Quello dello sport è un mondo in cui ci si sente uniti, uguali, parte di qualcosa, filamenti di un tessuto che intrecciato avvolge come una coperta caldissima, con la quale non si può sentire freddo.

Questo romanzo è dedicato a chi ama il calcio, ai romantici che credono ancora nelle grandi storie d’amore e che non hanno ancora rinunciato a credere nel sogno che tutti i tifosi vivono nel calcio tra lacrime e risate.

 Simona Aiuti

07
Apr
11

Luciano Moggi; Calciopoli si rivolta contro i suoi detrattori

Luciano Moggi, L’uomo del popolo che volle sedersi con i potenti – di Simona Aiuti

Luciano Moggi
 
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‘Quegli uomini del calcio che conta che pasteggiavano su tovaglie di fiandra con caviale e vino d’annata si sono sentiti piccati quando si è seduto con loro Luciano Moggi, e hanno cercato di ricacciarlo in cucina a mangiare gli avanzi. Per fortuna il tempo è galantuomo!’

 

di Simona Aiuti

Nato da una famiglia modesta di Monticiano, Luciano Moggi appena terminata la scuola dell’obbligo, inizia subito a lavorare e per molti anni presta servizio presso le Ferrovie dello Stato, ma la passione del calcio presente da quando era bambino, la stessa che lo fa sgambettare sui campi verdi o seguire per gli stadi Graziano Galletti, un panettiere di Grosseto che in futuro sarà suo collaboratore, è più forte di tutto.

E’ ambizioso Moggi, vuole crescere e mette a frutto il suo fiuto nel calcio, nello scoprire talenti, amministrare giovani leve, e così lentamente si fa strada senza avere alle spalle una carriera di grande campione, una famiglia ricca e soprattutto senza appartenere al Gota del calcio che conta.

Insomma Luciano Moggi, detto “paletta” quasi in modo dispregiativo da chi cerca di ricordargli che non appartiene alla nobiltà del calcio, ma alla schiera di plebei di provincia, parte da zero, e sarà lunga ma costante la sua scalata verso le alte sfere, proiettato verso il calcio che conta.

Moggi lavora un po’ con tutti, macinando chilometri nelle periferie sulle strade un po’ malmesse dell’Italia degli anni 70’, ed entra finalmente nel calcio maggiore, muove i primi passi come osservatore e scopritore di nuovi talenti per la Juventus alle dipendenze del direttore generale Italo Allodi, chiamato alla società bianconera nel 1970 dopo il ciclo trionfale con l’Inter.

Calciopoli, Smascherati i veri colpevoli - di Simona Aiuti

‘Non è solo calcio come alcuni dicono, poiché parliamo di milioni d’euro, e non è solo calcio anche perchè molte vite sono state rovinate. Ci aspettiamo un buon lavoro dalla FIGC, null’altro!’

In tanti lo guardano con sospetto, con invidia, per quella sua aria serafica, lividi davanti al suo sorriso sardonico, lui che ha sempre l’aria di saperla più lunga degli altri; infatti, “big Luciano” chissà perché dà l’impressione di avere la dritta che tutti vorrebbero avere, i contatti giusti, le soffiate, delle corsie preferenziali, partecipa alle cene che contano e lui, proprio lui, un modesto impiegato di provincia riesce a dare del tu ai miti del calcio! 

Don Luciano è sempre sicuro del fatto suo, mentre i vari intrallazzatori che da sempre girano nel calcio di A e di B sudando sette camicie per stare dietro ai capricci dei calciatori e dei presidenti; non se ne fanno una ragione. Come fa Moggi a tenere a bada tante persone? Come riesce ed addolcire e rabbonire presidenti e fuori classe? Come fa a tenere in scacco tante persone senza perdere mai la calma? Non sarebbe stato più semplice riconoscere i suoi meriti e ammettere che era il più bravo invece di detestarlo?

Moggi mette su una fitta ragnatela di collaboratori alla continua ricerca di giovani talenti in periferia, poi è lui che li segnala e li sistema quando è il momento opportuno. Tra i suoi colpi di mercato ci sono il sedicenne Paolo Rossi, Claudio Gentile e perfino Gaetano Scirea.

Pochi anni dopo Luciano Moggi vuole crescere ancora, rinsalda e allaccia contatti anche con le altre squadre e muove trattative che lo porteranno a ruoli dirigenziali di maggiore responsabilità.

Rompe con Boniperti, ma d’altronde succede, e approda alla Roma dove compra Roberto Pruzzo soffiandolo proprio alla Juve. Ancora una volta il suo modo di fare sicuro e disinvolto fa infuriare le “teste coronate” del calcio di A che lo accusano di avere troppo potere e di dare del “tu” agli arbitri. Sono gli inizi degli anni ’80 e mentre gli piovono addosso accuse, altri tentano di imitarlo.

Lavora per la Lazio, per il Torino e per il Napoli, dove grazie ad un ambiente caldo e talvolta persino rovente diventa un personaggio pubblico di spicco, è spesso intervistato, preso come esempio, sempre oggetto di critiche, ma riesce a fare grandi cose.

Il Napoli vince molto, e Luciano Moggi è sempre più nell’occhio del ciclone, e lo si accusa di usare metodi poco ortodossi.

Torna a Torino e viene tacciato di procurare prostitute ad arbitri o calciatori, ma una sentenza lo proscioglie. Anche dal lato sportivo, la frode non sussiste e morale della favola, il Torino vinse la Coppa Italia nel 1993.

Il top della scalata c’è con la nascita della famosa triade juventina, dove sarà definito da Gianni Agnelli “lo stalliere del re, che deve conoscere tutti i ladri di cavalli”. Sarà un periodo di grandi successi, vittorie, acquisti eccellenti e intanto per alcuni quell’uomo restava un provinciale. Il piccolo ferroviere, il “paletta”, il modesto calciatore senza laurea nè master, senza nobili natali, circondato da detrattori che speravano solo in un suo scivolone per vederlo cadere nella polvere, vinceva ancora.

Spendendo poco e facendo guadagnare la Juventus, vince cinque scudetti, una Coppa dei Campioni, una Coppa Intercontinentale, una Supercoppa Europea, 1 Coppa Italia, 4 Supercoppe italiane, e questo mentre le altre squadre sono indebitate o sbagliano clamorosi acquisti sul mercato.

Nel 2006 possiamo dire in qualche modo che la Juventus diventa campione del mondo in Germania, non foss’altro per il fatto che un numero esorbitante di calciatori della “Vecchia Signora” o era in Nazionale o in ogni modo in finale e quindi al top.

Durante la sua gestione, sono stati acquistati tutti i più grandi campioni del momento, alcuni semisconosciuti divenuti poi di grande livello come Ciro Ferrara, Didier Deschamps, Zinedine Zidane, Edgar Davids, Filippo Inzaghi, Thierry Henry, Edwin van der Sar, Gianluca Zambrotta, Gianluigi Buffon, Lilian Thuram, Pavel Nedvěd, Mauro German Camoranesi, David Trezeguet, Fabio Cannavaro, Emerson, Zlatan Ibrahimović, Patrick Vieira, Adrian Mutu, Giorgio Chiellini. Non male per un ferroviere con la terza media e senza curriculum! Ci sono uomini che nel calcio non riuscirebbero a fare in tre vite tutto quello che ha fatto Luciano Moggi, e questo ha creato grandi mal di fegato.

Quegli uomini del calcio che conta che pasteggiavano su tovaglie di fiandra con caviale e vino d’annata si sono sentiti piccati quando si è seduto con loro Luciano Moggi, e hanno cercato di ricacciarlo in cucina a mangiare gli avanzi. Per fortuna il tempo è galantuomo!

Simona Aiuti

06
Apr
11

Calciopoli, clamoroso!

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05
Apr
11

Calciopoli, smascherati i veri colpevoli!!

 

Calciopoli: i veri colpevoli smascherati!

 cosa rischia l’Inter?

Dopo alcuni anni, soldi dei contribuenti spesi e inutili testimonianze fatte di “sensazioni”, abbiamo appurato che Moggi non era l’unico a chiamare i designatori arbitrali, anzi lo facevano in molti, da Moratti a Facchetti, Cellino e Foschi, Campedelli e quasi tutti i presidenti o dirigenti di A e B che, oltre ad aver ottenuto in buona parte ciò che desideravano, in seguito hanno tenuto la bocca chiusa e qualcuno ancora inspiegabilmente tace.

Il sorteggio di quegli anni non era per niente truccato, infatti, notai, giornalisti, testimoni e altre intercettazioni hanno dimostrato proprio che era pulito e regolare.

L’arbitro Paparesta non è mai stato sequestrato, o chiuso nello spogliatoio e per definire la cosa è dovuta intervenire la magistratura.

Inoltre c’è un’intercettazione nella quale Paparesta dice, riferendosi al momento in cui ci fu il diverbio con Moggi e Giraudo, che i due dirigenti della Juve erano stati anche troppo accomodanti, visto come era andata la gara.

Dunque, Moggi non solo non riuscì a condizionare le gare, ma in un’altra intercettazione “sfuggita” Adriano Galliani dice a Meani: “mica dormo” e “quel figlio di puttana di Moggi che con Capello fa una coppia micidiale voleva giocare, invece noi slittiamo”, però è Luciano Moggi sotto processo; strana la giustizia italiana. E, che te lo dico a fare,  la giornata di campionato slittò davvero, cosa mai successa nella storia della serie A e tanto meno provocata dalla Juventus. Ricordiamo che Galliani diceva di conoscere appena il signor Meani!

Tanto per fare i conti della serva, ricordiamo che la Juve con De Santis aveva il peggiore score rispetto a tutti gli altri arbitri, quindi zero vantaggi, anzi ci rimetteva pure, poiché perse con il Palermo e con l’Inter in Supercoppa, e accadde con la terna di giacchette nere di De Santis.

Sempre ricorrendo al pallottoliere, la Juventus fece 1,80 punti a partita con gli arbitri considerati amici di Moggi e 2,60 con quelli considerati estranei alla sua presunta egida.

Negli anni ci sono state cene e incontri segretissimi in ristoranti chiusi a bella posta tra i designatori, Facchetti e Moratti, che forse un giorno ci dirà cosa intendeva con “passa a prendere il regalino in sede”.

Galliani non solo parlava, ma incontrava Collina nel ristorante di Meani, e che te lo dico a fare, nel giorno di chiusura, senza personale, cucinava Meani, dicendo che era meglio non farsi vedere, e perché se è lecito?

Non c’è uno straccio di prova di simili abboccamenti tra Moggi e designatori o arbitri, eppure per lui si preme per la radiazione e per gli altri si dovrebbe proporre l’esilio?

E che dire di Facchetti che chiedeva al  vice designatore Mazzei due arbitri preclusi by passando il sorteggio per la partita Juventus–Inter, ottenendo Collina, sì, sempre lui, che tace, non si esprime acora. Ala fine arbitrerà Rodomonti e sbaglierà a favore dell’Inter.

Collina in una delle altre intercettazioni “sfuggite” disse a Meani: “Vedo che hai una certa potenza!” riferendosi alle designazioni dei guardalinee.

Manfredi Martino, testimone dell’accusa, inviava sms al Milan anticipando le designazioni: “Trefoloni, non mollate, siamo tutti con voi… e chi erano questi tutti? E in quanti erano? Perché non si è indagato in questa direzione?

Addirittura Giacinto Facchetti chiamava Mazzei e gli chiedeva i guardalinee che preferiva, usando i numeri 1 e 2, e Mazzei rispondeva: “certo, numero 1 e 2”.

La giustizia sportiva è certamente indipendente da quella dei tribunali, tuttavia ci aspettiamo che la FIGC tenga conto di tutto questo, perché alcuni hanno continuato a lavorare nello sport tranquilli e ad arbitrare avanzando di carriera come Collina, mentre la Juventus è andata in B.

Sarebbe opportuno sanzionare non con la stessa severità che ha attenzionato la Juventus anche tutti gli altri, ma con elementi concreti.

Moratti dice di non voler rinunciare agli scudetti e la sola affermazione, sempre dati alla mano ci sembra risibile. I titoli dovranno essere riaassegnati alla Juve che con sentenze frettolose se li è visti sfilare? Chissà!

Non è solo calcio come alcuni dicono, poiché parliamo di milioni d’euro, e non è solo calcio anche perchè  molte vite sono state rovinate.

Ci aspettiamo un buon lavoro dalla FIGC, null’altro!

Simona Aiuti




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