Calciopoli, avrà una fine questa telenovela? Gli sportivi italiani, dopo più di quattro anni di lungaggini, e soldi dei contribuenti inutilmente spesi nei tribunali, si aspetterebbero un’accelerata da parte della Federcalcio e invece il serpentone calcistico procede a rilento. Quasi tre mesi fa, in qualità di parte civile nel processo di Napoli, la Figc aveva presentato alla procura di Napoli formale richiesta per poter acquisire l’intera documentazione, e altri tre mesi sarebbero troppi. La Figc ha acquisito presso gli uffici della procura della Repubblica di Napoli, tutte le registrazioni telefoniche(nessuna esclusa), disposte dalla magistratura riguardo l’inchiesta e il pachidermico procedimento su Calciopoli. Si tratta di 228 cd che contengono 170mila telefonate. La Figc sembra che provvederà a far trascrivere tutte le registrazioni che saranno poi messe a disposizione della procura federale e noi speriamo che non vengano ingaggiati dei monaci amanuensi miopi o distratti, visti i tempi lunghi. Puntualmente la cancelleria del Tribunale di Napoli ha provveduto a consegnare all’avvocato Tito Milella, legale della Federazione, copia dei 228 cd contenenti tutte le intercettazioni telefoniche nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria su Calciopoli. A naso, gli appassionati di calcio al bar dello sport, non credono tuttavia che con il campionato in pieno svolgimento verranno prese delle decisioni drastiche e noi ci associamo a tale considerazione. Solo qualche giorno fa, la Juventus di Andrea Agnelli, principale parte lesa in tutta questa Kafkiana vicenda, ha presentato un esposto chiedendo la revoca del titolo assegnato all’inter e il deferimento per le società coinvolte nelle intercettazioni rese note nell’ultimo periodo. In altre parole, chi ha commesso degli illeciti e in questi anni ha taciuto
lanciando strali contro la Juventus stia in campana! Il messaggio recita: “È dunque evidente, ad avviso della società esponente, che non sussiste il presupposto dell’assenza dei comportamenti poco limpidi che ha (erroneamente) indotto all’assunzione della decisione di assegnazione del titolo di campione d’Italia 2005/2006 alla società prima classificata all’esito delle penalizzazioni delle altre, con salvezza di ogni ulteriore azione e diritto, nonché di ulteriormente produrre e dedurre a supporto del presente esposto”. L’impressione dei tifosi però è sempre che, mentre nel 2006 si agì in modo fulmineo, senza appello, condannando la Juventus presto e alla svelta, ora si allunghi un po’ troppo il brodo e la sensazione sembra fondata. Il presidente Abete, infatti, all’indomani della presentazione dell’esposto della Juventus, teneva a precisare, che le decisioni prese a suo tempo dal commissario (Guido Rossi) si basavano su indagini d’organi di giustizia sportiva deliberanti, così, in questo caso, l’iter della Procura deve essere ancora effettuato, quindi potrebbero volerci anni, sguazzando nella prescrizione, con buona pace di chi ha tutto l’interesse a far passare il tempo. Inoltre da Abete è ritenuto inutile lavorare sui brogliacci o porsi problemi esistenziali sulle voci delle singole intercettazioni, ma bisogna aspettare i risultati della perizia del tribunale di Napoli, e lasciare che si completi l’iter della giustizia ordinaria. Le decisioni del 2006 potevano anche essere prese solo dalla giustizia sportiva che è e resta autonoma, e poi ora i 228 CD ci sono e non ha senso di parlare di brogliacci. Se poi qualcuno ha dei problemi esistenziali, saranno chiariti e sciolti dai dialoghi intercettati. Simona Aiuti
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