TORINO, 26 giugno – Il fallo di mani di Zauri e l’errore dell’arbitro Rosetti, che non lo espelle e non assegna il rigore alla Fiorentina nell’ormai nota sfida dell’Olimpico contro la Lazio del 22 maggio 2005, non hanno scatenato soltanto la rabbia dei dirigenti e dei tifosi viola, ma hanno creato un mezzo terremoto anche in ambito federale. Dopo le intercettazioni tra Bergamo e Rosetti, in cui l’ex designatore massacra l’arbitro («E’ stato il peggiore sbaglio del campionato») e quella tra Valentini e Mazzini, in cui i due dirigenti se la prendono con Lippi per aver esternato le sue impressioni su quei fatti, ecco che dal mare magnum delle telefonate spunta anche quella tra gli allora vice presidenti della Federcalcio, Giancarlo Abete e Innocenzo Mazzini, il primo ora al vertice federale, sotto tiro per il fallimento in Sudafrica e per la lentezza con cui si muove la giustizia sportiva su Calciopoli 2, il secondo squalificato per cinque anni con la proposta di radiazione che proprio Abete dovrà decidere se dare.
NEI GUAI – «Questo imbecille di Rosetti» l’incipit di Mazzini tanto per comprendere il clima della telefonata. «Con quello che ha fatto adesso siamo nei casini…» risponde Abete. «Ma si va a chiedere a Giannichedda? » sottolinea rabbioso il primo. «Vai dal giocatore (Zauri, ndr) e prendilo a brutto muso:“se mi fai fesso ti rovino per i prossimi trent’anni”… » la soluzione prospettata dal secondo. «Datti una regolata tra il primo e il secondo tempo… Bergamo era distrutto, mi hanno telefonato Carraro, Lippi, il sindaco di Firenze » spiega un furioso Mazzini. «E’ un problema per i motivi che possiamo facilmente comprendere… – concorda Abete -Io non sono andato allo stadio per opportunità. Adesso è difficile spiegarlo e convicere le persone».
QUESITI – A questo punto sorge sportanea una domanda, la stessa che si è fatta la difesa di Moggi: perché ai due vicepresidenti sta così a cuore le sorti della Fiorentina, che si salverà dalla retrocessione soltanto la domenica successiva, ultima di campionato, vincendo 3-0 contro il Brescia? La risposta arriva dall’accusa: il tutto rientra in quella che viene definita “operazione salvataggio Fiorentina”. I Della Valle vengono presentati come «neofiti dell’ambiente e animati dal proposito di sovvertire lo status quo» (appoggiando la candidatura a presidente Figc di Abete al posto di Carraro e ostacolando la nomina di Galliani a numero uno della Lega) per poi decidere, visto il rischio di B, di allinearsi al “sistema” e appoggiare il patto della staffetta tra Carraro e Abete. Ma se davvero fosse esistita questa spinta pro viola, sostengono i legali di Moggi, Abete ne era a conoscenza, almeno secondo quanto si evince dalla telefonata con Mazzini. Nello stesso tempo, visto che gli errori arbitrali contro la Fiorentina continuano, sembra che questa spinta non abbia effetti. Le conseguenze, invece, della telefonata tra Abete e Mazzini si avvertiranno in via Allegri.
Riportato
NAPOLI – Ennesima dichiarazione sul processo Calciopoli di Napoli. A parlare è Nicola Penta, uno dei difensori di Luciano Moggi, che afferma: “Mai un solo secondo ho pensato di lasciare, dopo il lavoro fatto in questi anni sarei un pazzo a farlo”. Oltre ad esprimere la forte volontà di proseguire il lavoro cominciato, Penta annuncia anche che a breve usciranno nuove intercettazioni: su Ruggero Palombo, vice-direttore della Gazzetta dello Sport e sul presidente della FIGC Abete , “ intento a fare pressioni a favore della Fiorentina in colloqui con Mazzini….”.
non avevo dubbi al riguardo