Calciopoli 2 ha mosso i primi passi e già rischia di finire nelle sabbie mobili. Se, nell’estate 2006, i giudici si mossero con estrema celerità per emettere sentenze e condannare i club, senza esaminare tutte le prove come emerge dalle intercettazioni che i legali di Luciano Moggi sono riusciti a far acquisire al processo di Napoli, adesso invece il procuratore Stefano Palazzi e il suo staff di 007 attendono la trascrizione degli audio delle telefonate prima di procedere con gli interrogatori. Potrebbero però dover aspettare parecchio perché il perito del tribunale di Napoli, Carlo Porto, che avrebbe dovuto finire il lavoro di sbobinamento a metà luglio, ha chiesto una proroga fino al 1° ottobre, quando riprenderanno le udienze. Questo significa bloccare le indagini della procura federale per altri tre mesi e allungare a dismisura i tempi del processo sportivo perché in Federcalcio fanno sapere che, senza quelle trascrizioni, l’inchiesta resterà ferma.
INDIPENDENZA – In realtà Palazzi può procedere in maniera autonoma perché sono già in suo possesso gli audio delle intercettazioni. In questo modo non si limiterebbe a esaminare le telefonate scelte dai legali di Moggi o dai pm, che arriveranno dal tribunale di Napoli, avendo di fatto tutti gli elementi per fare chiarezza su quello che veramente accadde nella stagione 2004-05, nel nome ovviamente dell’indipendenza della giustizia sportiva.
RIABILITAZIONE – Ritardare le indagini e il processo sportivo su Calciopoli 2 significa anche far slittare le decisioni in merito allo scudetto 2005-06, assegnato all’Inter dall’allora commissario straordinario della Federcalcio Guido Rossi. Alla luce delle intercettazioni che coinvolgono la società nerazzurra e quindi il presidente Massimo Moratti, la Juventus sta portando avanti la battaglia per la revisione di Calciopoli e per la non assegnazione di quello scudetto perché anche i nerazzurri non avrebbe quei requisiti di lealtà richiesti. C’è quindi bisogno di azione e non di immobilismo: per carità, i reati sono ormai prescritti e soltanto la presenza di nuove prove potrebbe riaprire il processo sportivo, ma constatare che l’illecito sportivo coinvolgeva tanti altri club servirebbe per riscrivere la storia di quelle stagioni e vedere Calciopoli in un’altra prospettiva. Alla Juventus la serie B non sarebbe tolta, ma per la società bianconera sarebbe una vittoria morale e una riabiltazione comunque significativa.
IMBARAZZO – Intanto stanno spuntando altre intercettazioni che coinvolgono i vertici federali. Per la prima volta emerge il nome di Giancarlo Abete, allora vicepresidente (il numero uno era Franco Carraro): in un colloquio con l’altro vicepresidente, Innocenzo Mazzini, scherza sulla sconfitta ai rigori del Milan nella finale di Champions League a Istanbul contro il Liverpool. «A Silvio ( Berlusconi) è un periodo che gli dice sfiga…», sorride Abete. E continua: «Il portiere polacco ha qualche influsso più in alto… L’antidoping? A chi si reggeva in piedi, erano tutti a terra». Poi, i due ritornano seri e parlano delle convocazioni del ct Marcello Lippi (sì a Cassano, no a Totti).
In un’altra telefonata Mazzini si lamenta con Antonello Valentini, allora capo ufficio stampa della Federcalcio, per alcune dichiarazioni di Lippi dopo Lazio-Fiorentina, viziata dal mani di Zauri. C’è poi una terza intercettazione in cui persone non tesserate si mettono a discutere di griglie con l’pex designatore arbitrale Paolo Bergamo. Per carità, si tratta di telefonate che non hanno rilevanza a livello penale, sono più che altro di colore. Sembra tuttavia che ce ne siano altre (una trentina), considerate di ben altro spessore, almeno dal punto di vista sportivo: riguarderebbero un presidente di un club di A, finora mai convolto nelle intercettazioni, e nuovamente i vertici federali. E potrebbero creare non poco imbarazzo.
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