lo scudetto 2006 sarà tolto all’Inter, perché (e lo sostiene pure la Gazzetta) sono da deferimento sicuro certe telefonate di Facchetti (ma anche altri hanno goduto in questi anni dell’anonimato regalato da chi non volle o seppe ascoltare tutte le 171 mila telefonate). Anche i pm si sono messi alla ricerca di nuove telefonate che certificano quanto sballata sia stata l’indagine condotta a tesi dal 2004 e che non possono aumentare il carico d’accusa: ricordiamo che più che accusare Moggi e company di associazione per delinquere e frode sportiva non si può… Insomma, chi si riteneva affamato di verità sta mangiando, ora. Ma se mangiano anche quelli che non frequentavano i blog e i forum, se stanno cominciando a capire e cambiare idea su Calciopoli anche gli altri, quelli che di calcio s’interessano frugalmente e che nel 2006 l’opinione se la formavano sapete come, ebbene qualche merito si deve anche al lavoro paziente e costante di chi certe cose le scrive su pagine di carta, su un Tuttosport diffuso in tutt’Italia e che finisce nelle mazzette di giornali a disposizione dei colleghi di altre testate, che urlando e portando tesi ha aperto il dibattito nazionale. Senza Tuttosport, lasciatecelo dire dopo quattro anni di corsa in salita, Calciopoli2 non sarebbe esistita. Dobbiamo tutti un grazie a Ju29ro, all’uccellinodidelpiero, a “Giù le mani dalla Juve”, calcioblog, vecchiasignora e tutti i forum ma anche le trasmissioni tv e radio, chi ha scritto libri che hanno scavato come noi, a mani nude: con Tuttosport e gli altri mezzi di stampa a seguire stiamo ottenendo qualcosa di impensabile solo 3-4 anni fa, anche la Juve è nuova e ha scritto un esposto di fuoco che sostiene la battaglia. Facendo il tifo per la ricerca della verità sperando – un giorno – di avere meno fame di verità e tornare ad aver solo sete di calcio.
Archivio per Maggio 2010
Le nuove intercettazioni stanno portando alla luce tutto il torbido che si sospettava ci fosse in Figc. Facchetti in una intercettazione, parla con Mazzei, responsabile degli assistenti per la Figc e chiede esplicitamente guardalinee e arbitro per un Inter Juventus, allude anche alla possibilità che si possa fare qualcosa per alterare il sorteggio. L’Avvocato Morescanti ha pubblicamente denunciato di aver chiesto l’apertura di un procedimento sportivo a carico dell’Inter in quanto quest’ultima, da documenti provenienti dal Processo Telecom in corso a Milano, risultava essere la mandante di pedinamenti e attività di spionaggio a danno di arbitri, assistenti, società e dirigenti di serie A. Il fascicolo arrivò sul tavolo di Borrelli nel 2007 e nulla si è fatto. In Figc si è voluto coprire deliberatamente l’Inter? Da quanto emerge in questi giorni parrebbe proprio di sì. Anche Sandulli, Giudice della Corte di Appello ha dichiarato che se avesse saputo di queste nuove intercettazioni, altri soggetti sarebbero stati sanzionati. Il materiale fin qui uscito sarebbe già di per sé sufficiente alla revoca dell’assegnazione dello scudetto all’onestà a chi fino a pochi giorni fa, ha continuato a negare ogni contatto con i designatori. Ma non basta. Se è vero che le intercettazioni a carico di Moratti, Facchetti, Meani e altri non cancellano le colpe di Moggi, è altrettanto vero che l’unica a pagare dazio pesante è stata la Juventus e giustizia vuole che adesso a questi soggetti venga comminata medesima pena, SERIE B senza se e senza ma!!!
Fonte: Tuttosport
TORINO, 7 aprile – Le nuove intercettazioni di calciopoli, quelle ignorate dagli inquirenti ed emerse in questi giorni grazie al lavoro della difesa di Luciano Moggi, hanno ricordato a Silvia Morescanti un’altra vicenda in cui degli atti processuali vennero ignorati da chi doveva indagare per la giustizia sportiva. Avvocato romano, difensore, fra gli altri, dell’ex arbitro Massimo De Santis, la Morescanti ha una storia da (ri)raccontare in questi giorni di nuova luce su vecchie vicende. «Il fatto che molte intercettazioni siano state escluse dall’inchiesta fa indubbiamente pensare. Più o meno come pensai quando mi accorsi che l’ufficio indagini della Figc era in possesso di atti processuali nei quali si diceva che molti arbitri furono pedinati per ordine di Moratti e da quegli atti non nacque nulla».
Ci spieghi meglio.
«Si tratta di documenti che arrivarono a Francesco Saverio Borrelli nell’aprile del 2007 quando il pm era a capo dell’ufficio indagini della Figc. Erano atti del processo Telecom che la Procura di Milano aveva trasmesso a Borrelli. Lo venni a sapere quando, quegli stessi documenti, li richiesi e in seguito li acquisii io stessa, che in quel processo rappresentavo molti degli ex arbitri pedinati ».
Pedinati da chi?
«Secondo quanto deposto dagli allora indagati ora imputati Giuliano Tavaroli ed Emanuele Cipriani fu lo stesso Massimo Moratti a ordinare il pedinamento di una serie di arbitri, assistenti e dirigenti fra cui De Santis e Ceniccola, l’ex designatore Bergamo, l’ex dg del Messina Fabiani. Secondo quanto riportato negli atti, il patron interista chiese di verificare i movimenti degli arbitri, sospettando che ci fosse qualcuno o qualcosa che poteva controllarli o che, in qualche modo, potesse danneggiare l’Inter ».
E questi controlli come avvennero?
«Attraverso pedinamenti, controlli dei conti bancari e dei tabulati telefonici. In pratica venivano verificate tutte le telefonate partite o arrivate alle utenze dei “pedinati” per capire con chi parlavano. E chi pedinava, per evitare di essere intercettato a sua volta, faceva uso di schede telefoniche svizzere».
Chi pagò quelle indagini?
«Secondo quanto affermato da Tavaroli e da Cipriani le fatture furono saldate dalla Pirelli, perché Moratti e l’Inter non dovevano assolutamente comparire».

Il Cda della Juventus chiede la revoca dello scudetto 2006. Quattro giornate a Totti, inibizione per Oriali. Oltre a Spalletti spunta un’ipotesi Del Neri. Con Marotta arriva Paratici? Del Piero: E’ andato tutto storto. Chiellini: Ci resta il futuro. Il Chelsea vince la Premier League. Benitez resterà a Liverpool se…
Il Cda della Juventus chiede la revoca dello scudetto 2006 – Il Cda della Juve, riunitosi per l’approvazione della terza trimestrale di bilancio ha deliberato di inviare ai presidenti di Coni e Figc, alla Procura Federale e al Procuratore Federale Capo un esposto in cui chiede di revocare l’assegnazione dello scudetto 2005-2006, che Guido Rossi nel 2006 assegnò all’Inter, motivando la sua decisione con l’asserzione che “gli organi federali possono intervenire con un apposito provvedimento di non assegnazione quando ricorrono motivi di ragionevolezza e di etica sportiva, ad esempio quando ci si renda conto che le irregolarità sono state di numero e portata tale da falsare l’intero campionato ovvero che anche squadre non sanzionate hanno tenuto comportamenti poco limpidi”. L’esposto si basa sulla premessa che “il movimento sportivo si basi e si fondi sulla lealtà tra – e nei confronti de – gli affiliati, nonché sulla equità e parità di trattamento“, come ebbe ad anticipare John Elkann lo scorso 29 aprile. La Juventus in sede sportiva venne condannata per i rapporti che intercorrevano tra i suoi dirigenti di allora ed esponenti della classe arbitrale e della Federazione. Ma, come afferma l’esposto presentato oggi, nel procedimento penale in corso a Napoli emerge invece che anche tra gli esponenti della società beneficiata dall’assegnazione dello scudetto a tavolino e tesserati del settore arbitrale vi era una “fitta rete di contatti”. Come si legge sul comunicato della società, “tali contatti rappresentano, secondo i criteri adottati dalla Procura Federale nel giudizio a carico della Juventus, la violazione dei principi di lealtà, probità e correttezza sanciti dall’articolo 1 del Codice di Giustizia Sportiva. È convinzione della Juventus, pertanto, che venga meno il presupposto della decisione assunta dal Commissario Straordinario della Federcalcio nel 2006: l’inesistenza, cioè, di ‘comportamenti poco limpidi’ addebitabili alla squadra che risultò prima classificata dopo la penalizzazione delle altre”.
Francesco Totti: triste finale di carriera di un campione di provincia!
Francesco Totti è nato a Roma, cresciuto nella Roma e incredibilmente amato dalla tifoserie giallo rosse fin dai suoi esordi, al punto che è stato adottato, sentito uno della curva, uno dei pochi in cui ci si poteva identificare a Roma, e qualcuno grida:” per fortuna”!
La carriera del capitano della Roma non è mai andata come fama e come prestigio oltre il raccordo anulare, non ha mai valicato i confini nazionali, ed egli stesso non ha mai avuto il carisma del grandi calciatori del passato, i quali sono stati osannati nei più grandi stadi del calcio che conta, come Sivori, Platinì, Boniperti, Boninsegna, Baggio.
L’acrimonia coltivata, voluta e cercata con le tifoserie avversarie allontana dal calcio e addirittura la mancanza di sportività protratta nel tempo, con gesti di cattivo gusto verso la squadra e la tifoseria della stessa città è fuori luogo e non può che essere stigmatizzata.
Francesco Totti, sputò su un avversario in Corea circa otto anni fa, e abbatte oggi Mario Balotelli rischiando di procurargli un danno gravissimo, quindi negli anni poco in lui è cresciuto per essere un campione. Eppure molti difendono ancora in modo cieco il capitano della Roma, lo osannano, lo giustificano e lo difendono, e ciò non è compatibile con il calcio e con lo sport e certamente non è un esempio positivo per i bambini che si avvicinano a questo sport. I recenti € 20.000 di multa non sono bastate, l’ennesima espulsione in carriera nemmeno e seguirà anche una squalifica esemplare che a fine carriera è solo malinconica.
Eppure parliamo di un classe 1976 che sa giocare al calcio, che ha avuto un talento, spezzato in parte con la compromissione parziale della caviglia sinistra, piena di placche e chiodi, che lo rende da molti anni un calciatore da 45 minuti d’autonomia.
Oggi la fatica si fa sentire su quella caviglia di capitano in disarmo, il senso di precarietà e di frustrazione, e anche il viale del tramonto è malinconico, al punto che addirittura il Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano ha stigmatizzato l’antisportività espressa in campo.
Forse nel calcio è tempo di non seguire più falsi profeti e voltare pagina.
Simona Aiuti
Moratti: «Bisogna sopportare veleni»
I primi interrogatori sono a giugno, i
nerazzurri rischiano revoca del titolo

Investigatori della Figc al lavoro, dunque. Il pm del pallone Stefano Palazzi ha aspettato che le intercettazioni fino ad ora inedite entrassero come materiale probatorio nel procedimento penale. Poi, ieri, la decisione di riunire il suo pool e di comunicare l’avvio dell’indagine. Il cammino è segnato. I tempi delle prossime mosse degli 007 federali verranno condizionati da quelli della giustizia ordinaria perchè per cominciare i propri interrogatori Palazzi dovrà attendere la completa trascrizione delle quasi 100 intercettazioni da parte del perito del tribunale. Cosa accadrà una volta che gli atti saranno sul tavolo della procura della Figc? I protagonisti al centro dei colloqui telefonici giudicati irrilevanti dagli investigatori dei carabinieri nell’estate del 2006 saranno chiamati a sfilare negli uffici di via Po: molti gli interrogativi da sciogliere, molte le domande a cui verranno sottoposti anche dirigenti o tesserati mai entrati in Calciopoli. L’Inter, ma anche altri club finiranno nell’inchiesta della Figc non prima, però, di giugno perchè il lavoro dell’ingegner Roberto Porto, perito del tribunale a cui verrà conferito l’incarico di trascrivere le nuove intercettazioni nell’udienza del 4 maggio, dovrebbe completare il proprio lavoro in circa 30 giorni.
Il mondo del pallone torna indietro di quattro anni perchè oggi come allora il corto circuito delle intercettazioni scoppia alla vigilia del Mondiale e perchè anche stavolta proprio nelle ore in cui gli azzurri di Lippi prepareranno le loro sfide, i riflettori saranno da dividere con gli interrogatori degli 007. Diverse, però, potrebbero essere le conseguenze per le società e i dirigenti coinvolti perchè i fatti in esame sono coperti da prescrizione anche se i legali di Moggi sostengono la tesi della reiterazione dei comportamenti sleali di personaggi come Moratti che, a loro modo di vedere, hanno taciuto ad esempio di aver mai intrattenuto rapporti telefonici con i designatori. L’indagine della Federcalcio sarà attenta, completa e approfondita anche se dovesse concludersi senza deferimenti, ovvero rinvii a giudizio della giustizia sportiva. In questo caso, la chiusura dell’inchiesta verrebbe motivata come impossibilità a procedere per sopraggiunta prescrizione, svolta che non impedirebbe al presidente della Figc, Giancarlo Abete, di prendere una decisione politica per quanto riguarda la possibile revoca dello scudetto del 2006 assegnato all’Inter perchè emergerebbero, comunque, ombre sull’intera stagione anche per i nerazzurri. E sulla revoca dello scudetto si sta concentrando l’azione della Juve che richiederà gli atti al tribunale e sta preparando un’istanza in tal senso da presentare ad Abete (l’apertura dell’indagine federale non potrà che accelerare e dar forza alle iniziative della società bianconera). I nerazzurri, Moratti, ma anche Facchetti occuperanno gran parte del lavoro degli investigatori. «La credibilità di mio padre non può essere attaccata da quattro barboni, con tutto il rispetto per i barboni», le dure parole del figlio dell’ex presidente dell’Inter, Gianfelice Facchetti mentre Moratti dice che «bisogna saper sopportare i veleni».
La Lazio s’inchina all’Inter e il mondo sportivo s’infuria!
Domenica sera la Lazio ha affrontato l’Inter di Moratti e si è consumato l’ennesimo pasticcio all’italiana, una pantomima che poco ha avuto a che fare con lo sport e una farsa che conferma ancora una volta quanto lo sport italiano manchi di cultura, “fair play”, correttezza e rispetto dell’avversario.
Che l’Inter sia forte è palese, lo testimonia la classifica ed i risultati, ma qualunque trofeo va guadagnato sul campo, senza sconti o atteggiamenti anti sportivi.
Chi ama lo sport non ha potuto che indignarsi, vedendo le tifoserie laziali bianco azzurre che tifavano Inter, contro la propria squadra con striscioni di dubbio gusto.
In campo intanto la Lazio era amorfa, sembrava disorientata, incapace di prendere la minima iniziativa, pressata psicologicamente dal contorno surreale che stava vivendo! C’era la paura di vincere o di pareggiare, forse i calciatori si prefiguravano uno scenario di insulti e improperi per non aver accontentato i tifosi.
Non dobbiamo dimenticare che il campionato italiano è molto seguito all’estero e quindi è ovvio che non abbiamo dato prova di stile, e sportività. Tutta questa operazione anti sportiva è stata messa in atto ad uso e consumo di chi è disposto a vedere la propria squadra, ovvero la Lazio in B, ma non la Roma vincere il campionato.
La presidente della Roma Rossella Sensi si è risentita, non ha apprezzato questo gioco al massacro che ha ben poco di sport, mentre Moratti continua nella sua linea snob/indifferente di chi si fa scivolare le cose addosso a cui l’opinione pubblica crede poco.
Tutti gli interisti, infatti, si stanno domandando che fine farà l’Inter dopo il prossimo atto pubblico della FIGC.
Essere avversari in campo, affrontarsi a viso aperto senza tirare mai indietro la gamba e restare poi amici e non nemici fuori dal campo per ora sembra un’utopia per moltissime tifoserie, spalleggiate, va detto, da dirigenze poco illuminate.
Dunque l’Inter è prima ma non per suo solo merito.
Simona Aiuti