Archivio per marzo 2009
Si ricorda che per moltissime persone che hanno dovuto lasciare l’Irlanda durante la carestia del XIX secolo, diretti, magari, in America, il Claddagh Ring è diventato l’unico legame duraturo con la propria patria e l’unica eredità familiare. Ed è
Angel: “La mia gente, se ancora posso chiamarla così si scambiava quest’anello in segno di devozione: la corona significa fedeltà, le mani amicizia e il cuore… beh lo sai… mettilo con la punta del cuore rivolta verso di te , vuol dire che appartieni a qualcuno… così…”
Lungi dall’essere un mero elemento scenico, il Claddagh esiste davvero ed è un elemento essenziale delle tradizioni irlandesi.
height=”1″ />height=”384″ />Tutto quello che sappiamo, anzi che gli inglesi sanno di W. Shakespeare è che nacque nell’aprile del 1564 e poco altro. La notevole mancanza di notizie su lui, contribuisce solo a formare una cornice fumosa e indefinita, e molti elementi non hanno mai convinto. Sul drammaturgo sono stati scritti un’infinità di libri, ma con molte congetture, e infondo il popolo britannico si domanda in silenzio quale mistero avvolga la vita di William Shakespeare!
Ragionando, dovremmo chiederci come faceva il figlio di un guantaio inglese a possedere l’immensa cultura che Shakespeare dimostrò nelle materie classiche, o come poteva a quei tempi descrivere fedelmente luoghi, paesaggi e persone italiane, usi e costumi così come li ritroviamo in ben 15 delle 37 sue opere. Se egli fosse nato e cresciuto nell’ameno borgo di Stradford-upon-Avon, le sue conoscenze non avrebbero potuto essere così vaste.
Tuttavia fu il Times la prima testata a rivelare, secondo lo studio di alcuni college inglesi, la teoria secondo cui William Shakespeare sarebbe italiano e precisamente Messinese, tesi avvalorata dalle dettagliate ricerche di uno studioso italiano.
Il vero nome del drammaturgo pare che era Michelangelo, nato a Messina da cui dovette scappare verso Londra a causa dell’Inquisizione, essendo i genitori fervidi sostenitori del calvinismo. Arrivato in Inghilterra nella cittadina di Stratford-Upon-Avon, avrebbe trasformato il suo nome da Michelangelo Florio figlio di Guglielma Crollalanza, nel suo equivalente Shake/Scrollare, Speare/Lancia, quindi Shakespeare, e si stabilì a lungo nella cittadina dove già da tempo vivevano dei suoi cugini.
Tutto questo non è pura fantasia, infatti, è stato ritrovato un volume di proverbi: “I secondi frutti” del XVI secolo del calvinista Michelangelo Crollalanza, e molti di questi detti erano gli stessi usati da Shakespeare nell’Amleto.
Il mistero di come e perché William Shakespeare sapeva così tanto dell’Italia è stato forse risolto da un accademico siciliano pensionato, il prof Iuvara.
Il professore afferma che la chiave del mistero risale al 1564, quando Michelangelo nasce a Messina da un medico, Giovanni Florio e dalla nobildonna Guglielma Crollalanza, calvinisti. L’inquisizione perseguitava il Dott. Florio considerandolo eretico, allora la famiglia fuggì a Treviso, vicino Venezia, dove comprò casa Otello, costruita da un mercenario veneziano, che la leggenda locale diceva, avere ucciso per gelosia la moglie. Michelangelo studiò a Venezia, Padova e Mantova, visitò la Danimarca, e andò anche in Grecia e Spagna.
Dunque i genitori del noto drammaturgo forse non erano John Shakespeare e Mary Arden, ma erano Giovanni Florio, e Guglielma Crollalanza. Questo forse può spiegare i molti luoghi che caratterizzano l’Italia e i nomi italiani. È piuttosto impressionante che l’Italia sia così importante in Shakespeare e così cara e nota!
Aldilà di questi elementi, esistono i documenti che provano che Michelangelo Crollalanza era davvero figlio di Giovanni Florio e Guglielma Crollalanza, nato a Messina nel 1564, che studiò latino, greco e storia presso i francescani.
Egli all’età di 15 anni fu davvero costretto a fuggire con la famiglia in Veneto. Ci sono anche prove certe di una contessina Giulietta, che venne rapita dal governatore spagnolo, il quale accusò del sequestro il giovane Crollalanza. La giovane si suicidò e fu allora che Michelangelo fuggì in Inghilterra.
Le prime opere il messinese le avrebbe fatte tradurre e poi messe in scena al teatro in legno “The Globe”. Cosa non trascurabile, anche per i biografi di allora, Shakespeare mostrava d’avere un accento decisamente straniero e non è poco! Probabilmente nessuno in Inghilterra ha mai avuto il coraggio di scoperchiare la sua biblioteca lasciata in eredità per questi motivi, poiché salterebbe fuori la sua vera identità e qualcuno preferisce che le cose restino così.
Nelle ricostruzioni biografiche il drammaturgo è letteralmente venuto fuori dal nulla come un fungo senza luogo né data di nascita, ed impostosi prepotentemente alla ribalta a Londra, generando curiosità e scalpore per freschezza, originalità, e diciamo pure una certa esuberanza tipicamente mediterranea, e una passione latina che contribuiscono ad accentuare il mistero. L’indole algida tipicamente anglosassone non alberga affatto nelle opere di Shakespeare, inoltre esiste un ritratto di W.S. che ha evidenti tratti somatici latini ed è un altro elemento importantissimo.
Ad accentuare il mistero contribuiscono altri particolari tutt’altro che irrilevanti, infatti, nei registri della scuola secondaria di Stratford non compare nessun William Shakespeare. Nel 1603 il nome dell’autore scompare dal registro degli attori, forse per paura che i suoi persecutori fossero sulle sue tracce, e dal 1603 smette di scrivere. Si sa che W. Shakespeare frequentò a Londra un Club, ma non risulta registrato fra i soci, mentre vi risulta registrato il nostro Michelangelo Florio.
La biografia scarna e fumosa del drammaturgo ha fatto pensare a lui anche come ad un prestanome di personaggi più famosi. Dunque abbiamo trovato qualche risposta ad un fumoso e oscuro mistero del passato, o forse no!
Simona Aiuti
La nuova vita di Legrottaglie
Decisamente l’ambiente calcistico italiano molto glamour, fatto di machismo, veline e donne belle
e con poco da dire, stride un po’ con lo stile di vita di un difensore italico molto speciale. Dichiarazioni davvero inusuali, per un calciatore, che vive in un ambiente in cui la notorietà dei colleghi che corrono dietro la palla, si misura sul numero di fidanzate. Nicola Legrottaglie, difensore della Juventus ha confessato recentemente di non fare sesso da più di due anni e d’essere felice e sereno.
Il difensore afferma che quando si acquisisce dentro la verità della vita, si smette di dipendere dalle cose superflue. Inoltre dice che prima senza una donna ogni quattro o cinque giorni andava nel panico, ed ora non è più così. Semplicemente aspetta quella giusta per fare una famiglia, una donna che condivida i suoi stessi valori.
Nicola, dice d’aver incontrato Gesù, di leggere la Bibbia, di far parte degli Atleti di Cristo come primo atleta italiano, di frequentare la chiesa evangelica e una comunità di Beinasco.
Fino a qualche anno fa come moltissimi altri calciatori, Legrottaglie passava molte notti in discoteca e cambiava donna continuamente, ma ora crede di dover aspettare la ragazza giusta e affronta ogni prova, anche un infortunio che lo tiene fuori dal campo con maturità e sicurezza.
Con la preghiera, con la lettura della Bibbia e con comportamenti coerenti, dimenticando il ragazzo un po’ immaturo, superficiale, anche un po’ rancoroso, che adesso invece sa perdonare. Sono finiti i tempi delle notti all´Hollywood, dove le ragazze vanno in cerca di calciatori, perché ora Nicola crede che la persona giusta arriverà e quando la incontrerà sarà ancora più bello.
Nella società materialista che viviamo non mancano gli scettici e le prese in giro verso il campione bianconero, ma lui tira diritto e riesce incredibilmente a trovare un equilibrio tra la sua fede e il milionario mondo del calcio. Ora l´idea di guadagnare è passata in secondo piano, ma l’ambizione è anche più forte di prima, con una serenità che senz’altro aiuta a fare bene un lavoro/sport importante sotto i riflettori e senza fanatismo.
Simona Aiuti
sesso a tempo di rock!
sesso a tempo di rock, è qualcosa che dà la carica, che travolge, coinvolge, e trascina
donne provinciali? No grazie!
Già se c’è una cosa che proprio non amo, sono le donne provinciali, quelle che tutto sommato non hanno una vita propria e mettono il naso in quella degli altri. Si tratta di donne anche piuttosto giovani, pseudocolte, che sono concentrate o nel cercare di fare le scarpe ad 1 collega più competente(ogni riferimento a fatti e persone è puramente casuale). In provincia ce ne sono tante e per cercare d’essere moderne se ne vanno su facebook!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Ma serve a poco, sempre tardone/carampane sono….e pure se sono sposate…restano zitellacce nell’animo…Fanno ridere su Facebook…mentre ammiccano..ma poverine…ammiccano…poco altro sanno fare…e se
hanno trovato 1 straccio di marito se lo tengono x misericordia….vabè….io ke 1 vita ce l’ho e me la tengo…me la rido ciao tardone..
Forse lo “Special one” ha finalmente capito che si trova nel campionato italiano, un po’ gli scotta la terra sotto i piedi e i nervi hanno ceduto! Il portoghese ne ha per tutti e parla di manipolazione intellettuale, chiamando in causa l’informazione italica, cioè noi. Come mai lo sfogo è arrivato dopo che i Gobbi hanno cominciato a rosicchiare punti in classifica all’Inter? Oppure la scarna figura nelle coppe ha fatto scricchiolare l’amor proprio e si avverte il fiato sul collo della Vecchia signora? Oppure ha pesato la partita contro una Roma che sarebbe dovuto uscire vincitrice dal campo? E l’imminente partita con la Samp trasformatasi in una debacle, forse presagita è stata il colpo di grazia? Non è decisamente un buon momento per i nerazzurri. Infine, nell’imminenza dell’incontro di ritorno contro il Manchester, ricordiamo che nell’ultima Champions i nerazzurri furono eliminati negli ottavi. Dunque, il tanto esaltato Special One rischia di non fare meglio del suo predecessore e non è cosa da poco viste le aspettative nutrite dallo stesso portoghese: comprendiamo lo smacco, meno lo stile e il modo.
Mourinho forse si è sentito provocato nei giorni scorsi, ed era sui carboni ardenti da tempo, tuttavia credo sia indubbio che nel campionato italiano ci sono degli allenatori molto per bene e corretti, e vanno difesi. Probabilmente il lusitano avrebbe dovuto rispondere alla telefonata di Ranieri, almeno per cortesia e forse c’è stato poco tatto nel riferire la cosa pubblicamente, tuttavia il tutto è archiviato.
Lo Special one evidentemente sente che il momento calcistico è delicato è attacca: “Mi sembra che negli ultimi giorni ci sia una grandissima manipolazione intellettuale, un grande lavoro organizzato per cambiare l’opinione pubblica per un mondo che non è il mio.”
Sulle dichiarazioni del portoghese ha detto la sua anche Ranieri: “Non mi hanno dato fastidio. E’ una cosa personale quando lo rincontrerò, se mi ricorderò, gli dirò cosa volevo dirgli”.
La presa di posizione della Federcalcio non si è fatta attendere, ed è stata netta, infatti, Mourinho è stato deferito.
Intanto a Genova, incontrando la Sam, pioveva che Dio la mandava, l’Inter ha perso 3-0 rovinosamente e “the special one” ha incassato il colpo.
Tanto per fare un po’ d’ordine, riguardo alle agevolazioni arbitrali, posiamo dare un’occhiata allo scorso campionato, per il quale è sceso in campo, si fa per dire, l’Adiconsum che ha definito il campionato 2007/2008 come il più falsato della storia del calcio, con sviste arbitrali che avrebbero snaturato il risultato di 181 partite. Secondo l’associazione consumatori proprio l’Inter, con 9 punti in più sarebbe stata la squadra maggiormente agevolata.
Ed ecco la “lista nera”:
– gol fantasma, mai segnato a Catania;
– gol segnati da giocatori che non dovevano più essere in campo, con espulsioni non comminate a Cordoba, Cruz, Ibrahimovic;
– gol segnati da giocatori in fuorigioco come Maicon + 5 vs. Siena;
– gol segnati con il braccio involontariamente da Ibrahimovic e Adriano
– gol segnati su assist fatti con un braccio, sempre involontari da Adriano vs. Bologna;
– gol segnati con fallo sul difensore (Ibrahimovic vs. Chievo)
– gol segnati su rigori inventati (vs. Empoli, Parma, Roma)
– gol buoni non dati agli avversari (Catania);
– rigori sacrosanti non dati agli avversari (Inzaghi);
Tutto questo sempre nei momenti “caldi” delle partite.
Sempre per rispondere al portoghese, riguardo alle agevolazioni che molte squadre italiane avrebbero ricevuto, andiamo a dare un’occhiata al percorso dell’Inter che forse qualche errore a favore lo ha avuto:
1ª giornata; Ibrahimovic si aiuta col braccio sul gol del temporaneo vantaggio contro la Samp.
8ª giornata; Maicon da espellere per una brutta entrata da dietro sul genoano Mesto.
9ª giornata; Rigore non dato contro Burdisso che tira la maglia al fiorentino Pazzini.
10ª giornata; A Reggio Calabria Cordoba, come ultimo uomo e che butta giù Corradi ma non viene espulso.
11ª giornata; Mancata espulsione di Cordoba per un brutto intervento in Udinese/ Inter.
13ª giornata; Rigore negato allo juventino Marchionni ostacolato in area da Muntari.
14ª giornata; Rigore non dato al napoletano Lavezzi, atterrato da Samuel.
15ª giornata; Ibra, in fuorigioco, fa gol alla Lazio, ma è quello del 3-0.
17ª giornata; A Siena gol decisivo di Maicon in fuorigioco di due metri.
20ª giornata; Adriano rifila un pugno a Gastaldello, non viene espulso (ma pagherà poi con la prova tv) e segna il gol della vittoria sulla Sampdoria.
24ª giornata; Adriano decide col suo gol il derby, ma si aiuta col braccio destro. Chivu strattona alle spalle Inzaghi: rigore negato al Milan.
26ª giornata; Rigore inesistente assegnato a Balotelli: De Rossi non lo tocca.
Simona Aiuti