Un solo pilota brasiliano è amato e ricordato con una statua d’eterna bellezza e una
spiegazione non c’è. Si tratta di Ayrton Senna Da Silva che nasce il 21 marzo 1960 a San Paolo. La sua famiglia ha uno stile di vita superiore alla media brasiliana, e Ayrton ricorderà sempre l’importanza del privilegio rispetto a molti altri coetanei. Il padre, nella sua officina meccanica, gli costruirà un piccolo go-kart che Ayrton inizierà a guidare già all’età di quattro anni e che segnerà un destino.
La sua passione per tutto il periodo della giovinezza saranno proprio i go-kart, imparando sia ad assemblarli che a pilotarli: molte sue vittorie sono dovute proprio alla profonda conoscenza del mezzo.
Senna rimane nella storia perché segnò profondamente il modo di correre in kart, e la sua tecnica è ancora adottata. I piloti in genere, nei lunghi rettilinei, bloccano il condotto del carburatore con la mano destra per arricchire la miscela e lubrificare meglio il cilindro con più benzina, poi mettono le mani sul volante in curva. Ayrton invece era in grado di farlo anche in curva, sfruttandone i vantaggi in uscita.
Ayrton fa il suo debutto vero in una gara ufficiale nel 73’ a Interlagos: vittoria nella prima corsa! Il padre intuisce le potenzialità del ragazzo e lo affida al miglior preparatore disponibile sul mercato, che ricorda: “Non esistevano altri concorrenti per lui. Gareggiava sempre per vincere. Doveva essere vittoria o niente. Era un individualista, e mirava costantemente alla perfezione”.
Ayrton capirà presto che per diventare un pilota di F1 deve lasciare il Brasile, la sua famiglia, i suoi amici, per trasferirsi in l’Inghilterra. La scelta sulla categoria cadrà sulla Formula Ford che mette tutti i piloti sullo stesso piano per via del motore unico.
Senna si fa strada, e con 2 titoli vinti a soli 23 anni passa alla Formula 3, e il 1983 è il suo anno: nel campionato inglese decreta il record di dieci vittorie in dieci gare, con nove pole position e restando al comando per 185 giri su 187 totali: niente male!
Il salto verso la formula 1 fu breve, c osa che però lo caricò di enormi responsabilità. L’anno successivo Senna passerà alla Lotus-Renault, e in quell’anno arriveranno le importanti vittorie nel mondiale, la prima sotto l’acqua dell’Estoril in Portogallo, la seconda a Spa in Belgio.
Senna rimane alla Lotus fino al 1987 vincendo altre quattro gare (Spagna, Monaco e due volte negli USA) e arrivando quarto nei mondiali 1985, 1986 e terzo nel 1987. Nel 1988 passa alla McLaren, colleziona 8 vittorie e il suo primo titolo mondiale in F1 e nel 91’ il terzo. Nel 94’ a Imola si compie il destino e la storia di una vita vissuta correndo. E’ il GP di San Marino: tutto l’ambiente è scosso dalla morte del pilota Ratzenberger, avvenuta durante le prove. Al settimo giro, per la probabile rottura del piantone dello sterzo, Senna esce di pista alla curva del Tamburello: lo schianto della sua auto contro il muretto a 300 chilometri orari è terribile, fatale.
Il campione carioca viene subito portato all’ospedale di Bologna in elicottero. Nonostante lo sforzo dei medici, Senna muore alle 18:30 per le gravi lesioni. E’ il 1 maggio 1994, quando il giovane campione scompare entrando nel mito e nella leggenda e l’Italia non lo dimenticherà.
Simona Aiuti
si grante! bellissimijuve mia ! senza ale non va bene