21
Dic
08

Simona Aiuti racconta quella volta in cui Sasha e Damian…

lolit7jn6cawzj4Damian era stanco, là fuori il mondo a volte era duro, cattivo, e quella sera non vedeva l’ora di rincasare, tornare e chiudere ogni cosa fuori dalla porta di casa.

Era buio, faceva caldo, molto, e il tempo pareva dilatato, così come lo sembravano i pensieri, tagliati da fendenti blandi, come potevano esserlo le pale del ventilatore. Mostri, folletti maligni, streghe avide e meretrici fameliche bugiarde e ingannatrici aleggiavano negli incubi di Damian e lui avrebbe voluto cancellare con un colpo di spugna ogni cosa.

Ma dov’era Sasha? Quello strano senso di solitudine appiccicosa lo stava avvolgendo, non voleva la compagnia di “chiunque”, ciò lo spaventava, detestava avere attorno persone infide, e in quel momento avrebbe voluto dormire, ma non ci riusciva e ogni suono, e ancor più i pensieri lo disturbavano e lo agitavano. Poi un rumore di passi felpati e la chiave nella serratura lo rassicurarono: non era solo! A volte l’angoscia di non vederla, di non sentirla, di non respirarla lo spaventava.

Sasha si muoveva portandosi in giro per la casa un piacevole odore: angel42sapeva di buono, di biscotti appena sfornati, di una calda colazione la domenica mattina, di pane fresco e profumato e il suo bacio era dolce, corposo, morbido, rassicurante, così come lo era il suo abbraccio, e proprio là, in quell’abbraccio, Damian sapeva che non gli sarebbe potuto accadere nulla di male.

Lei lo baciò, accarezzando tutto il suo corpo. Prese l’olio di mandorle e iniziò a percorrere con le sue piccole e leggere mani ogni angolo di lui, rilassandolo, massaggiando ogni muscolo, ogni piega, accompagnando ogni attimo con la morbidezza dei suoi baci. Damian sentiva come un caldo vento che lo stava avvolgendo, e conosceva e riconosceva ripercorrendolo, il codice binario della sua storia di uomo e gifglobo24si riconosceva, si sentiva forte e sicuro. Gemeva sotto le mani di lei, sentiva Sasha insinuarsi nella sua intimità, scendere e la sua lingua calda indugiare, le labbra e la bocca turgida schioccare e mordicchiare il suo cazzo sempre più duro e pulsante. Lei scendeva, insinuava ovunque le sue dita, lo succhiava avidamente, lo sentiva gemere e volerne ancora, allora eccitatissima s’infilò due dita dentro, le tirò fuori luccicanti e le mise sulle labbra di lui che le succhiò avidamente chiedendone ancora, e Sasha gli offriva tutto il succo del frutto che era la sua fika,  e intanto continuava a morderlo, succhiarlo e stringerlo padrona del piacere di lui. Poi gli fu sopra, e lo sentì caldo e duro dentro, iniziando così ad imprimergli un ritmo incalzante e cadenzato, vedendo nei suoi occhi un piacere che lo stordiva, più d’alcune gocce d’assenzio. Era al sicuro Damian, rilassato ed eccitato al tempo stesso, sentiva le contrazioni di lei che facevano pulsare e impazzire di piacere lui e il suo cazzo in un momento infinito e quel calore crescere, e un fiume in piena dal ventre di Sasha che scendeva per lui e lo nutriva.

Era in balia di lei come lo era una barchetta di carta in mezzo al mare e gli piaceva da morire. Lei si muoveva leggera e decisa, facendo ondeggiare le sue trecce sui seni, poi scese dal suo trono, riprese a succhiarlo trovandolo dolce e anche lui sapeva di buono, era durissimo, sembrava dover scoppiare tra le mani di lei. Poi lo succhiò ancora, e lunafataancora  e ancora stretto con decisione, finché venne così in lei in un momento infinito, puro  e bellissimo.

Sasha lo abbracciò, lo tenne stretto teneramente, lo avvolse con tutta se stessa, respirando con lui, imprimendogli il ritmo soave del suo respiro e Damian si sentì al sicuro in quell’abbraccio sincero che chiedeva solo pace, silenzio e chiuse gli occhi per addormentarsi come un bambino.

Il mondo era davvero rimasto chiuso fuori, lontano, con la sua crudeltà, con le sue streghe avide, con le meretrici, con gli inganni di chi sorride ma cela un coltello da piantare fata_ali_rosanella schiena, con l’insicurezza, con le paure. Ogni cosa in quell’abbraccio sembrava andare al suo posto come deve essere per ogni tassello d’un mosaico.

Damian strinse a sé Sasha e lo fece senza parole, ma tra loro d’altra parte non c’era bisogno di parlare in un momento così, poiché ogni gesto era puro, era vero e l’uno all’altra non avrebbero potuto mentire. Sarebbe arrivato lentamente il giorno nuovo, un giorno che non avrebbe riservato pioggia, freddo e tristezza per loro, ma gioia!

 

 

 


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